DAFDAF – Carnevale? No, è Purim

Alcune feste ebraiche hanno sempre un grande successo, soprattutto fra i bambini, ma a Purim non sono solo loro a mascherarsi e festeggiare, spesso gli adulti, che non aspettavano altro, si travestono nei modi più buffi, con la scusa delle feste dei loro figli. Ne sapete qualcosa?
Una storia complicata
Intrighi, cospirazioni e tentativi di omicidio. Sembra la trama di un film, eppure sono gli elementi essenziali della storia di Purim, raccontata nella Meghillà di Esther. Tutta la vicenda ricorda di come gli ebrei siano riusciti a salvarsi dalla morte, organizzata e fortemente voluta da Haman, il primo ministro del re di Susa, Achashverosh. Sembra che il popolo ebraico si salvi grazie alla sorte. Non a caso Purim, in ebraico, significa “sorti”, il che ci ricorda di come Haman avesse scelto il 14 di Adar, giorno in cui avrebbe fatto uccidere tutti gli ebrei del regno, grazie alla sorte; e di come, sempre con l’aiuto della sorte, la forca preparata per gli ebrei, servì invece per punire il primo ministro. Eppure i maestri insegnano che la sorte, la fortuna e il fato non esistono. È il S. a decidere, e siamo noi a poter cambiare le cose, grazie al libero arbitrio.

La festa di Purim è molto particolare perché, tra le mitzvot previste c’è l’essere gioiosi ed anche mascherarsi. Spesso, soprattutto in Italia, Purim viene confuso con il Carnevale. In entrambe le feste, infatti, ci si maschera, eppure, molti sono gli elementi che le distinguono. La festività italiana ha origini antiche e rappresenta un momento di allegria e rinnovamento nel quale il caos sostituisce l’ordine costituito. In passato il carnevale rappresentava un periodo molto difficile e triste per gli ebrei, che diventavano l’oggetto di scherzi e umiliazioni durante la festività. Nell’antichità il Carnevale consisteva in una gigantesca festa pubblica che durava otto giorni, scandita da corse, tornei e giochi. Questi ultimi, per molti secoli, hanno avuto gli ebrei come protagonisti, nel senso peggiore possibile. Conoscete una delle vie più famose di Roma, Via del Corso? Era la via lungo la quale, durante il carnevale, avveniva una competizione bizzarra e crudele che aveva come protagonisti involontari gli ebrei, costretti a gareggiare tra le risate degli spettatori che, durante la gara, lanciavano loro oggetti di ogni sorta.
Tutti in maschera?
È uso, durante Purim, mascherarsi, però i maschi non possono fingersi femmine, né le femmine da maschi. È questo l’unico divieto che viene fatto dai nostri maestri.
Il cattivo nella storia di Purim è Haman: è lui che vuole distruggere il popolo ebraico. Haman era un discendente di Amalek, che per gli ebrei rappresenta il pericolo permanente. Ma perché Amalek è una minaccia per Israele? La risposta sta nelle sue origini: Amalek era il nipote di Esaù, che non voleva bene a suo fratello Jacov. Vi ricordate l’episodio della primogenitura? Jacov si mascherò da suo fratello Esaù, prendendo al suo posto la berachà dal padre Isacco. Dimostrare che quello che fece “nostro nonno ” Jacov non fu qualcosa di sbagliato è uno dei motivi per i quali ancora oggi ci mascheriamo durante Purim. Esaù e Jacov rappresentano due modi opposti di vivere: il primo nella malvagità, il secondo nella giustizia. Jacov fu comunque benedetto dal padre. Amalek invece si mascherava di vestiti non suoi ingannando la gente, fingendo di essere uno tzaddik anche se non lo era. La conclusione è che ognuno di noi deve sapersi mostrare per quello che è, senza dubitare della propria identità.