DAI GIORNALI DI OGGI – Bokertov 17 marzo 2025
Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha annunciato la sua intenzione di licenziare il capo dello Shin Bet (i servizi segreti interni), Ronen Bar. Netanyahu ha incontrato Bar e «lo ha informato che questa settimana presenterà una proposta al governo per porre fine al suo mandato» (Corriere della Sera). Il Giornale sottolinea come Bar si sia «assunto la responsabilità degli errori del 7 ottobre» e prema «per una commissione d’inchiesta statale», che il primo ministro contrasta. Secondo le opposizioni, prosegue il quotidiano, il licenziamento sarebbe dovuto al Qatargate, che lega alcuni uomini vicini a Netanyahu al Qatar.
Sui negoziati per la tregua a Gaza, l’inviato speciale della presidenza americana, Steve Witkoff, ieri ha avvertito Hamas che «c’è una finestra di opportunità che si sta chiudendo». Witkoff ha invitato i terroristi a guardare alla dura risposta Usa contro gli Huthi in Yemen. Il suo piano prevede il rilascio immediato di 11 ostaggi e il ritorno di metà dei defunti, all’inizio di un cessate il fuoco esteso fino alla fine di Pesach (19 aprile), che si chiuderebbe con il ritorno di tutti gli ostaggi. «Gli Stati Uniti provano ancora a battere la strada della trattativa ma i collaboratori del primo ministro israeliano sembrano scettici, nonostante Netanyahu abbia ordinato al suo team negoziale di prepararsi per nuovi colloqui a Doha, in Qatar», scrive il Giornale.
«Si alza lo scontro in Medio Oriente e si riapre il fronte del Mar Rosso», scrive il Corriere della Sera, riportando dell’attacco americano contro gli Huthi in Yemen e della risposta del gruppo terroristico sostenuto dall’Iran. Il presidente Usa Trump ha minacciato i ribelli: «L’inferno si abbatterà su di voi come non avete mai visto prima». Su La Stampa, Stefano Stefanini si chiede se l’ultimatum americano agli Huthi possa «finalmente porre fine alla minaccia alla navigazione nel Mar Rosso». Stefanini ne parla in un articolo dedicato all’aggressiva politica estera di Trump, a cui, scrive, «si possono dire dei no» e porta l’esempio del no saudita alla Casa Bianca per una normalizzazione dei rapporti con Israele senza la previsione di uno stato palestinese.
«Non più pali di fondazione ma una gabbia per evitare che la struttura sprofondi nelle viscere vuote del giardino monumentale». È la modifica, scrive il Tempo, pianificata per il progetto del Museo della Shoah di Villa Torlonia. La variante risponde al rischio di smottamento, ma non è ancora stata approvata dal Comune, spiega il quotidiano. Dopo l’attacco di vandali al cantiere del Museo, alcuni residenti ne hanno chiesto lo spostamento. Una richiesta «incredibile», commenta al Messaggero il presidente della Comunità ebraica di Roma, Victor Fadlun.
Presentazione «sottotono» a Hollywood, scrive il Corriere, per la nuova versione di Biancaneve. Il film è stato segnato da polemiche, in particolari quelle tra le due protagoniste: la colombiana Rachel Zegler (Biancaneve) e l’israeliana Gal Gadot (la regina cattiva). La prima ha postato commenti pro-palestinesi su X a cui la seconda ha risposto, sottolinea il quotidiano, «dando il proprio supporto a Israele, specie dopo il 7 ottobre con l’attacco criminale di Hamas, e contestando l’antisemitismo».