DAI GIORNALI DI OGGI – Bokertov 26 marzo 2025
«Non c’è nessuno strappo», dichiara la presidente Ucei Noemi Di Segni alla Stampa, commentando la mancata partecipazione dell’ente all’iniziativa del governo israeliano contro l’antisemitismo in programma nei prossimi giorni a Gerusalemme. «Nessuno ha boicottato nulla, né Ucei né altre rappresentanze di altri paesi, ed è una lettura erronea, attribuendo significati inesistenti all’assenza». Quello su cui vi è convergenza, afferma Di Segni, «è la preoccupazione rispetto alle posizioni di alcuni leader europei di estrema destra (Francia, Germania, Austria, Ungheria) con i quali parlare di antisemitismo è una scelta ambigua». Sempre alla Stampa, il presidente del Congresso ebraico europeo Ariel Muzicant spiega perché ha deciso di declinare l’invito: «I partiti di estrema destra vanno in Israele per ripulirsi l’immagine, non sono interessati realmente a combattere l’antisemitismo». Per Muzicant, la conferenza «è uno spreco di tempo e tradisce i valori del popolo ebraico».
Hanno fatto il giro del mondo le immagini di alcune proteste di abitanti di Gaza contro Hamas. Per Repubblica, tra gli altri, sono filmati «che stupiscono per il coraggio dei cittadini, subito dispersi da quella stessa Hamas che nonostante tutto continua a conservare il potere». Per la prima volta in maniera massiccia, migliaia di palestinesi «manifestano contro la guerra e contro Hamas» (Il Giornale).
«Da quando il primo Trump esordì in politica estera nel 2017 con un viaggio irrituale a Riad, poi sfociato negli Accordi di Abramo, la sua idea di stabilizzazione del Medio Oriente aveva una logica. L’architrave era un’alleanza fra Israele e i regimi moderati-conservatori del mondo islamico sunnita», scrive Federico Rampini in un editoriale sulla prima pagina del Corriere della Sera. Quest’idea a suo dire «non è scomparsa nella mente di Trump» e «aiuta a capire anche le assurde sortite su Gaza rinata come Palm Beach». Alcuni elementi della visione del presidente Usa sarebbero però traballanti, riflette Rampini. Ad esempio lo sprofondare dell’Egitto «in una crisi economica che ne riduce l’influenza» e l’approccio che definisce deludente del principe saudita Mohammed bin Salman in politica estera: «Sulla crisi di Gaza il suo ruolo è rimasto quello di un comprimario».
L’ex direttore dell’unità di ricerca dell’intelligence militare israeliana Yossi Kuperwasser, intervistato dal Foglio, dice la sua su Gaza: «Dobbiamo ricostruire una presenza militare, che potrebbe essere in accordo con la visione di Trump sui palestinesi che accettano di spostarsi». Per chi invece decidesse di restare, Israele «dovrebbe fornire una forma di amministrazione civile e militare». In tema su Libero si osserva: «Se diventasse realtà, il ritorno a Gaza segnerebbe una svolta strategica rispetto al ritiro unilaterale dalla Striscia voluto nel 2005 dall’allora primo ministro Ariel Sharon».
È stato rilasciato Hamdan Billal, il co-regista di No Other Land arrestato lunedì dall’esercito israeliano. Al Corriere l’uomo racconta: «Sono stato bendato per 24 ore. Ho avuto freddo tutta la notte. Era una stanza, non riuscivo a vedere niente… Ho sentito la voce dei soldati che ridevano di me». Della sua vicenda parlano vari giornali, soffermandosi sulla dinamica del fermo e la sua percezione. «Vista la celebrità del personaggio, la notizia avrebbe fatto rumore anche senza la scorta dei dettagli di cui era guarnita», sostiene il Riformista. «L’improbabilità che una persona linciata sia utilmente sottoposta a cure mediche, e a pedissequo arresto, non impediva al “linciaggio” di fare il giro del mondo».
Nella sua rubrica sul Corriere, Aldo Cazzullo scrive che «se parliamo di donne nella Bibbia, non possiamo prescindere dai libri di rav Roberto Della Rocca, grande studioso dell’ebraismo, già rabbino capo di Venezia, a cominciare dall’ultimo saggio Con lo sguardo alla luna (Giuntina)».
Un gruppo di manifestanti filopalestinesi, con bandiere e striscioni, ha interrotto a Ferrara la seduta del Consiglio comunale. Nell’aula i consiglieri si stavano confrontando sul Medio Oriente e da tali manifestanti, riferisce Libero, il sindaco Alan Fabbri «è stato aggredito verbalmente e accusato di avere “le mani sporche di sangue” per aver incontrato l’ambasciatore israeliano».