CUCINA – Claudia Roden, 88 anni e 22 libri di tradizioni salvate

Nel vasto universo della gastronomia pochi nomi evocano un senso di tradizione e di passione per la ricerca quanto quello di Claudia Roden. La sua opera non si limita a una raccolta di ricette, si è fatta ponte tra generazioni, paesi e culture, intrecciando il cibo con storia e memoria. Il suo contributo alla diffusione della cucina mediorientale, in particolare quella egiziana, è stato fondamentale. In un’intervista rilasciata a The Guardian, Roden ha ricordato che in Egitto non esistevano libri di cucina e tutto veniva tramandato oralmente, era un intero universo di gesti, racconti e sapori passati di madre in figlia e di generazione in generazione in un flusso continuo che affonda le sue radici nel tempo. Con il problema però che in un’epoca in cui il sapere culinario era parte integrante della vita domestica non c’era necessità di documentarlo.
Nata al Cairo in una famiglia ebraica benestante, Roden ha vissuto un’infanzia immersa nei profumi e nei sapori della cucina egiziana, ma con la crisi politica degli anni Cinquanta e la successiva diaspora della comunità ebraica la sua famiglia è stata costretta a lasciare l’Egitto. Un distacco che l’ha segnata e che ha cambiato il suo rapporto con il cibo, diventato strumento di memoria e rivendicazione identitaria. Trasferitasi a Londra per studiare arte, Roden si è trovata improvvisamente immersa in un mondo estraneo e privo delle consuetudini culinarie della sua infanzia.
In questo contesto ha iniziato a raccogliere ricette prima tra amici e conoscenti, poi ampliando la sua ricerca attraverso lettere, viaggi e interviste. Il suo primo libro, A Book of Middle Eastern Food, del 1968, è stato un’opera pionieristica che ha introdotto il pubblico occidentale alla ricchezza e alla complessità della cucina mediorientale. Successivamente, con The Book of Jewish Food, Roden ha allargato il lavoro includendo più tradizioni culinarie della diaspora ebraica ed evidenziando le connessioni tra cibo, storia e religione. Ogni piatto diventa il tramite per raccontare una storia, ogni ingrediente il tassello di un mosaico culturale più ampio. Il suo lavoro, sempre basato su ricerche meticolose e su un profondo rispetto per le fonti orali, ha influenzato generazioni di scrittori e appassionati di cucina.
Oggi, a 88 anni, Roden continua a lavorare con passione e curiosità: il suo ventiduesimo libro si concentra sulle cucine regionali e contadine del Medio Oriente, un ulteriore tassello della sua missione di conservazione del patrimonio gastronomico. Si va ben oltre la documentazione culinaria: il suo è un atto d’amore verso una cultura in continua trasformazione e un tentativo di preservare attraverso il cibo un’identità collettiva minacciata dal tempo e dalle migrazioni.