IL CONVEGNO – Ebrei italiani e francesi, storie a confronto

“Ebrei d’Italia, duemila anni di storia”. Questo il titolo del convegno tenutosi il 2 e 3 aprile al Mahj, il Musée d’art e d’histoire du Judaïsme di Parigi. Coordinato da Serena Di Nepi e Pierre Savy, studiosi rispettivamente della Sapienza di Roma e dell’Université Gustave-Eiffel, la due giorni è nata con l’intento di esplorare e approfondire i legami storici tra le comunità ebraiche di Italia e Francia, due realtà connesse da secoli di scambi culturali, migrazioni e influenze reciproche. Come ha spiegato il direttore del Mahj, Paul Salmona, presentando il programma al pubblico, la storia ebraica europea non può essere compresa senza considerare le connessioni tra due paesi i cui destini si sono intrecciati in modo profondo e duraturo: la mobilità degli ebrei tra Italia e Francia ha contribuito a plasmare tradizioni e pratiche religiose e culturali, lasciando un’impronta ancora oggi visibile nel patrimonio artistico, documentario e comunitario di entrambe le nazioni. Uno degli esempi più antichi di tale interconnessione è rappresentato da Pompeia Iudea, la prima ebrea attestata nella storia di Francia, il cui sarcofago è stato scoperto ad Arles nel 2009. Il suo nome suggerisce un’origine romana, segno di come già nell’antichità le comunità ebraiche fossero presenti in entrambi i territori e si muovessero lungo le rotte del Mediterraneo. Nel Medioevo, le relazioni tra le due comunità si sono intensificate, a volte in maniera spontanea, altre volte per necessità imposte dagli eventi storici. Un momento cruciale fu l’espulsione degli ebrei dalla Francia nel 1306, ordinata da Filippo il Bello, un evento che spinse numerosi ebrei francesi a stabilirsi in Italia, soprattutto nel nord della penisola, lasciando tracce profonde nelle comunità locali. Una delle testimonianze più straordinarie di questa migrazione è il Sefer Torah di Biella, rotolo della Torah medievale conservato nella sinagoga di Biella, in Piemonte, datato attorno al 1250 cui è stata attribuita un’origine francese: è il più antico sefer Torah medievale casher esistente, un documento che collega le due tradizioni. Ma gli influssi non sono sono stati unidirezionali, l’Italia ha lasciato un segno importante nell’ebraismo francese, in particolare nei territori del Comtat Venaissin (il Contado Venassino) e di Avignone, che rimasero sotto il controllo papale fino alla Rivoluzione francese. In queste aree la presenza ebraica era caratterizzata da una forte influenza italiana, riscontrabile nelle pratiche liturgiche, nei testi e nelle architetture delle sinagoghe. L’incontro tra le due culture ha dato vita a personalità di spicco, testimoni del continuo scambio tra le due tradizioni. Tra questi spicca la figura di Elia Aron Lattes, rabbino capo di Venezia nel XIX secolo, la cui famiglia, come suggerisce il cognome, proveniva da Lattes, vicino a Montpellier. Come lui numerosi ebrei provenzali trovarono in Italia una nuova casa, dando vita a importanti comunità tra il XVI e il XVIII secolo. Esempio simbolico di questa interconnessione – ha continuato Salmona – è Primo Levi, figura centrale della letteratura ebraica italiana: ne Il sistema periodico Levi rievoca le origini della sua famiglia, che potrebbe risalire alla Provenza, alla Savoia o persino alla Spagna. Un’incertezza che riflette la complessità delle migrazioni ebraiche, le cui le radici si intrecciano tra diverse regioni e nazioni, superando i confini imposti dalla storia. Durante il convegno, studiosi di entrambi i paesi hanno analizzato il ruolo e la storia dell’ebraismo italiano (e francese) nel contesto più ampio della storia europea, in una opportunità unica per riscoprire memorie comuni, rafforzare il dialogo accademico e culturale e gettare nuove basi per future collaborazioni. Le relazioni, è stato annunciato, confluiranno in un volume la cui pubblicazione è prevista sia in francese che in italiano.

a.t.

(Nell’immagine l’apertura del convegno “Ebrei d’Italia, duemila anni di storia” al Mahj. Da sinistra Paul Salmona, Serena Di Nepi, Pierre Savy)