SHIRIM – Alba. Il canto del gallo (Carlo Michelstaedter)

Alba. Il canto del gallo
Salve, o vita! dal cielo illuminato
dai primi raggi del sorgente sole
all’azzurra campagna!
Salve, o vita! potenza misteriosa
fiume selvaggio, poderoso eterno
ragione e forza a tutto l’universo
salve o superba!
Te nel silenzio gravido di suoni
te nel piano profondo o palpitante
cui nuovi germi agitano il seno
te nel canto lontano degli uccelli
nel frusciar delle nascenti piante;
te nell’astro che sorge trionfante
ed in fra muti sconsolati avelli
sento vibrare
E ribollir ti sento nel mio sangue
mentre il sole m’illumina la faccia
e dalle labbra mi prorompe il grido:
viva la vita!
Di nuovo per Shirim un testo di Carlo Michelstaedter (1887-1910).
Versi luminosi e così tristi.
L’afflato mattutino del sangue, lo scorrere selvaggio del fiume, il frusciare delle nascenti piante. Seppe il poeta la dolcezza delle acque, il flebile canto dei nidi.
Forse che troppo crudele dovette sembrargli la bellezza delle cose del mondo, là dove il silenzio si fa buio sepolcro e il trionfo del vivere malcelata illusione.
Forse che la potenza misteriosa rinvenuta come oro nei sotterranei mattini d’inverno non poté reggergli l’animo, consolare il grido che gli squarciava il petto.
Conobbe il poeta una sete più intensa, il sovrumano, indicibile volo.
Si ristà come assorti, osservando lo sguardo fiero.
E ribolle in petto una cupa, grata nostalgia per il suo canto.
Per l’ardente, infinita poesia.
Shirim è a cura di Mariateresa Amabile, poetessa e docente di Diritti Antichi all’Università di Salerno