DAI GIORNALI DI OGGI – Bokertov 11 aprile 2025
Circa mille veterani dell’aeronautica militare israeliana hanno firmato una lettera al governo chiedendo di dare priorità alla liberazione degli ostaggi rispetto alla guerra contro Hamas. La pubblicazione dell’appello ha scatenato forti polemiche, riporta Repubblica. Il primo ministro Netanyahu ha definito i firmatari «un gruppo estremista marginale», mentre l’esercito ha annunciato il congedo per circa 60 riservisti firmatari ancora attivi, accusandoli di uso improprio del nome dell’Aeronautica per fini politici. I firmatari criticano il conflitto come guidato da interessi politici e sostengono che solo un accordo possa garantire la liberazione degli ostaggi. Un sondaggio, scrive ancora Repubblica, rivela che il 68% degli israeliani considera prioritario riportare a casa i rapiti rispetto alla distruzione di Hamas.
Il presidente francese Emmanuel Macron ha annunciato che la Francia potrebbe riconoscere uno Stato palestinese già a giugno, durante una visita ufficiale in Egitto. Israele ha duramente criticato l’iniziativa, definendola una «ricompensa per il terrorismo». In Francia, commenta Repubblica, la politica si è divisa: la destra ha giudicato la proposta prematura, mentre centristi e sinistra l’hanno sostenuta. Se concretizzato, il riconoscimento farebbe della Francia l’undicesimo Paese europeo ad adottare questa posizione. Per Libero, il riconoscimento rischia di legittimare Hamas e Iran, impegnati nella distruzione di Israele.
Hamas ha avviato un’azione legale nel Regno Unito per chiedere la rimozione dalla lista delle organizzazioni terroristiche, sostenendo di essere un movimento di resistenza e non un gruppo terroristico. A rappresentarlo è lo studio legale Riverway Law, che accusa l’Occidente di doppio standard e propone al contrario di inserire nelle liste terroristiche gli eserciti di Israele, Ucraina e Gran Bretagna. «Un abuso dello stato di diritto occidentale», denuncia il Foglio, da parte di chi – Hamas – disprezza quel principio.
Nel corso di un’audizione al Copasir, la società israeliana Paragon – produttrice di un software per intercettazioni – ha chiarito che è possibile risalire a chi ha autorizzato lo spionaggio di attivisti di Mediterranea e del direttore di Fanpage, Francesco Cancellato, verificando i database del cliente. La società ha ribadito di non aver mai venduto il software a soggetti non statali, né in Italia né all’estero, e ha sospeso il contratto con le istituzioni italiane dopo l’uso «fuori policy» emerso dai media, scrive Repubblica. Le intercettazioni su attivisti di Mediterranea erano autorizzate, prosegue il quotidiano, mentre resta senza risposta il caso Cancellato: governo e Servizi negano coinvolgimenti, mentre Paragon esclude l’uso da parte di soggetti privati. La Direzione Nazionale Antimafia ha assunto il coordinamento delle indagini, che coinvolgono più procure. Il Copasir, entro due settimane, consegnerà al Parlamento una relazione con i risultati dell’inchiesta e proposte per regolamentare l’uso dei software di sorveglianza (Fatto Quotidiano).
Israele e Turchia hanno tenuto un primo incontro tecnico in Azerbaigian per evitare potenziali scontri o incidenti indesiderati in Siria. Dalla caduta del regime di Assad, sottolinea Libero, Ankara, sostenitrice del nuovo governo di Damasco, ha accusato Gerusalemme di aver «invaso il territorio siriano», mentre Israele ha ribadito che non consentirà la presenza di «forze ostili» in Siria.
Il Pd ha presentato un’interrogazione al governo chiedendo spiegazioni sul sorvolo italiano dell’aereo con a bordo Netanyahu, oggetto di un mandato d’arresto della Corte penale internazionale. Libero critica l’iniziativa, definendola ideologica e inutile, ricordando che il premier israeliano gode di immunità. Anche altri Paesi, come Francia e Grecia, hanno permesso il sorvolo. Per il quotidiano, il Pd tenta di usare la giustizia per fini politici.
Su Domani, Davide Assael racconta la nascita di Mabul, la prima rivista italiana scritta e gestita interamente da detenuti, all’interno del carcere milanese di Opera. Il progetto, nato durante un corso universitario sul concetto biblico di mabul (non solo “diluvio”, ma metafora della perdita totale di orientamento), è diventato uno strumento per dare voce alla realtà carceraria italiana. Assael sottolinea il valore simbolico e sociale dell’iniziativa: «Per una volta lasciamo che sia il carcere a parlare di sé». La redazione della rivista ha organizzato un evento di raccolta fondi, una partita di calcio, per il 5 luglio a Milano.