DAI GIORNALI DI OGGI – Bokertov 16 aprile 2025

Hamas ha respinto la proposta israeliana di una tregua di sei settimane in cambio della liberazione di metà degli ostaggi e della restituzione di 16 salme, a fronte della scarcerazione di oltre 600 detenuti palestinesi. Il gruppo terroristico, scrivono Sole 24 Ore e Libero, ha motivato il rifiuto chiedendo la fine definitiva della guerra e il ritiro delle truppe israeliane da Gaza. Intanto, sottolinea Libero, il presidente francese Emmanuel Macron ha ribadito il sostegno di Parigi alla sicurezza di Israele ma ha anche chiesto un cessate il fuoco e riaperto alla prospettiva del riconoscimento dello Stato di Palestina. Una posizione che ha provocato la dura reazione del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, secondo cui tale riconoscimento sarebbe “una ricompensa al terrorismo”.

In un’intervista a Repubblica, Kaja Kallas, Alto Rappresentante Ue per la Politica estera, respinge le minacce russe contro di lei e accusa il Cremlino di usare intimidazioni come arma politica. «Putin è un dittatore», afferma, denunciando la repressione interna e l’uccisione di Navalny. Risponde anche a Donald Trump: «La Russia è l’aggressore, l’Ucraina è la vittima. Non c’è ambiguità». L’Europa, conclude, deve continuare a sostenere Kiev. Sul Medio Oriente, Kallas afferma che Israele ha «oltrepassato i limiti» a Gaza, ma ne difende il diritto all’autodifesa, e rilancia il sostegno europeo alla soluzione dei due Stati. Quanto alla difesa europea, chiede più investimenti e un nuovo debito comune, come durante la pandemia.

Una mozione sulla crisi a Gaza ha fatto ritrovare l’unità alle opposizioni. Pd, M5S e Avs – con Elly Schlein, Giuseppe Conte e Nicola Fratoianni in prima linea – chiedono il riconoscimento dello Stato di Palestina, sanzioni contro Israele e l’attuazione del mandato d’arresto per Netanyahu, riportano Corriere, Giornale e Repubblica. Massimo Franco (Corriere della Sera) spiega che l’unità ritrovata è tattica: «serve a spostare l’attenzione da temi più divisivi come Ucraina ed Europa, su cui Pd, M5S e Avs si muovono in ordine sparso». La mozione, promossa dai 5 Stelle, punta a rilanciare la loro centralità «pacifista» e a colpire il governo Meloni, senza però toccare i nervi scoperti del riarmo europeo o della linea verso Washington, terreno su cui restano profonde divergenze. Il presidente della Comunità ebraica di Roma, Victor Fadlun, ha definito la mozione delle opposizioni “propaganda ideologica” che ignora il 7 ottobre e criminalizza Israele, chiedendo piuttosto un impegno per la liberazione degli ostaggi (Libero).

Sul nucleare iraniano abbondano le dichiarazioni ottimistiche, ma da anni mancano risultati concreti, osserva il Sole 24 Ore, analizzando il nuovo tentativo di raggiungere un accordo tra Teheran e Washington. L’Iran, sottolinea il quotidiano, arricchisce uranio al 60% e ha materiale per costruire sei bombe nucleari. Per il Sole, la posizione di Trump è ambigua: il suo negoziatore, Steve Witkoff, parla sia di aperture al dialogo che di richieste drastiche come lo smantellamento dell’intero programma nucleare. La sede del prossimo round negoziale è ancora incerta: forse direttamente in Oman, tramontata l’ipotesi ambasciata dell’Oman a Roma. Il Foglio segnala che Trump, in cerca di un’intesa rapida, è pronto a rilanciare il vecchio accordo Jcpoa, accettando limiti minimi all’arricchimento in cambio della fine delle sanzioni. Una linea che salverebbe sia il programma nucleare iraniano sia il regime, allarmando Israele e rischiando di creare un pericoloso precedente internazionale.

Palermo avrà una nuova sinagoga dopo 500 anni dall’espulsione degli ebrei, riferisce il dorso locale di Repubblica. La sinagoga sorgerà entro sette mesi nell’oratorio di Santa Maria delle Grazie, nel quartiere della “Meschita”. Il progetto è stato presentato ieri alla presenza dell’arcivescovo Corrado Lorefice, del sindaco Roberto Lagalla e della presidente Ucei Noemi Di Segni. «Sarà un luogo ebraico che dialoga con tutta la città, con tutte le popolazioni e con tutte le religioni», ha commentato Di Segni.

L’amministrazione Trump ha congelato 2,2 miliardi di dollari di fondi federali destinati ad Harvard, dopo che l’università ha respinto una serie di richieste della Casa Bianca. Tra queste: il controllo governativo su governance, ammissioni e politiche disciplinari, la sorveglianza degli studenti stranieri, il ridimensionamento dei programmi su diversità e inclusione, e la revisione ideologica dei corsi. Il tutto, scrivono Repubblica e Foglio, in nome della lotta all’antisemitismo, ma con modalità che secondo molti osservatori nascondono obiettivi più ampi. Repubblica definisce l’iniziativa di Trump «una svolta autoritaria senza precedenti», in cui l’uso del potere federale mira a soffocare il pensiero critico e a intimidire le istituzioni accademiche. Il Foglio sottolinea come Harvard, per la prima volta, abbia deciso di resistere apertamente. Per Corriere della Sera, Trump sta usando la leva finanziaria «per imporre una conformità ideologica e un’egemonia culturale conservatrice».

Nella cinquina del Premio Strega per la saggistica figura Il suicidio di Israele (Laterza) della storica Anna Foa. Commentando la notizia, il Foglio scrive che «Israele sprizza vita, unità e resilienza» e cita il fatto che il paese sia all’ottavo posto nel Rapporto mondiale sulla felicità 2025.