DAI GIORNALI DI OGGI – Bokertov 17 aprile 2025

Resta tema di dibattito la mozione per il riconoscimento dello Stato palestinese presentata da Pd, M5S e Avs. Il Corriere della Sera tra gli altri segnala la reazione del presidente della Comunità ebraica di Milano, Walker Meghnagi, che ha definito il documento «un festival dell’ipocrisia e dell’odio jihadista» e le critiche sollevate dall’associazione Sinistra per Israele, guidata dall’ex deputato dem Emanuele Fiano, che accusa i leader della sinistra «di “non lavorare per la pace” e di non aver fatto cenno nella mozione sul comportamento dei terroristi di Hamas». Il Foglio parla al riguardo di «sinistra confusa», segnalando l’assenza dei leader dei partiti del cosiddetto “campo largo” a un’iniziativa svoltasi in Parlamento alla quale sono intervenuti due dissidenti gazawi anti-Hamas. Secondo il Foglio, «una particolare forma di vicinanza delle opposizioni alla questione palestinese avrebbe forse consigliato ai leader di presenziare all’incontro», organizzato da Ivan Scalfarotto di Italia Viva. E invece «Elly Schlein, Giuseppe Conte, Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli, nonostante il clima d’unità del giorno prima, hanno snobbato l’appuntamento». Le cronache registrano, sempre di ieri, le proteste di migliaia di gazawi all’insegna di slogan come «Vogliamo vivere in libertà» e «No al terrore, sì alla pace». In Israele invece è scontro tra oltre 1500 riservisti e il primo ministro Benjamin Netanyahu, da loro accusato in una lettera aperta di voler proseguire la guerra per fini personali e politici, mettendo anche a rischio la vita degli ostaggi. Riferisce il Corriere che «tra chi ha messo il nome e il cognome, qualcuno solo le iniziali per ragioni di sicurezza, si va indietro nelle generazioni fino a Ehud Barak, il soldato più decorato nella Storia d’Israele».

«Che alcuni atenei statunitensi (ma non solo in America, basti guardare a casa nostra) abbiano assunto in questi ultimi anni delle posizioni che nascondevano dell’antisemitismo, è ben chiaro ed evidente», scrive Sergio Harari sul Corriere della Sera, in un editoriale intitolato “Atenei e antisemitismo: un pretesto politico”. Ciò premesso, a detta di Harari «la recente minaccia di taglio dei finanziamenti statali ad Harvard e ad altre prestigiose università a seguito della mancata sottomissione alle nuove direttive contro l’integrazione delle minoranze e ad altre discutibili ingiunzioni, è inaccettabile e crea un precedente pericoloso vulnus alla libertà accademica».

Dopo ore di incertezza, è arrivata la conferma: il secondo round negoziale sul nucleare tra Usa e Iran si terrà sabato a Roma. Toccherà quindi all’Italia «nonostante le perplessità degli iraniani, che avrebbero voluto evitare di trovarsi nella capitale mentre è in visita anche il vicepresidente Usa JD Vance», riporta il Giornale. Precederà il secondo round negoziale l’incontro delle prossime ore tra Donald Trump e Giorgia Meloni a Washington. Secondo Maurizio Molinari (Repubblica), per questa e altre ragioni d’interesse globale, «l’agenda Trump-Meloni è fra le più importanti e rischiose nei rapporti bilaterali dalla fine della Guerra Fredda». In una intervista con Le Monde citata anche dalla stampa italiana, il direttore generale dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea) Rafael Grossi intanto avverte: l’Iran «non è lontano» dalla bomba.

«Nella Francia degli assalti antisemiti non si può premiare neanche un Giusto fra le nazioni», denuncia il Foglio. La cerimonia in questione avrebbe dovuto svolgersi a fine maggio nel Comune di Vendóme ma il sindaco della città, informa il Foglio, l’ha cancellata citando «l’attuale contesto geopolitico, segnato dal conflitto tra Israele e Hamas, e le particolari sensibilità all’interno delle nostre diverse comunità». Una formula contorta, accusa il Foglio, «per un triste dato di fatto: in Francia, nel 2025, non è possibile commemorare il salvataggio di bambini ebrei da parte di cittadini francesi sotto la pressione delle comunità islamiche».

Vandalizzato a Milano, con scritte e simboli antisemiti, un murale dell’artista aleXsandro Palombo con raffigurati i sopravvissuti alla Shoah Edith Bruck, Sami Modiano e Liliana Segre. Libero riporta le molte reazioni all’accaduto. Così Noemi Di Segni, presidente Ucei: «Chi imbratta pensa di offendere noi. Invece ci rende ancora più convinti e coesi intorno al progetto memoria».

«Il professore universitario fa il rapper anti lsraele», titola Libero. La storia è quella di «Michele Lancione, un rispettabilissimo docente di geografia al Politecnico del capoluogo piemontese» che di notte «indossa la tuta da rapper per picchiare duro (con le note, per carità) contro le ingiustizie del mondo e il patriarcato».