DAI GIORNALI DI OGGI – Bokertov 23 aprile 2025

Egitto e Qatar, su impulso dell’amministrazione Trump, hanno presentato un nuovo piano per il cessate il fuoco tra Israele e Hamas. Secondo Domani e Sole 24 Ore, l’intesa prevede una tregua di 5-7 anni, lo scambio tra ostaggi israeliani e prigionieri palestinesi, il ritiro completo delle Idf dalla Striscia e il passaggio della gestione di Gaza a un’amministrazione palestinese indipendente. Hamas, riferisce la Bbc, avrebbe accettato la proposta mostrando una «flessibilità senza precedenti» e si direbbe disposta a rinunciare al controllo politico di Gaza pur di salvarsi, sottolinea Domani.
Gerusalemme però resta contraria sia al ritorno dell’Anp – considerata inaffidabile e vicina al fondamentalismo – sia a qualsiasi soluzione che non preveda il disarmo totale di Hamas. E proprio questo punto resta il nodo principale: il gruppo terroristico non vuole deporre le armi.

Se da una parte negozia, dall’altra Hamas continua a reclutare nuovi combattenti tra i giovani di Gaza. Ad attrarre questi ultimi, spiega il Sole, è la promessa di uno stipendio, pur ridotto (circa 200-300 dollari al mese), e la rabbia nei confronti d’Israele. Il reclutamento, prosegue il quotidiano, avviene anche tramite canali digitali: video di propaganda, messaggi criptati sui social e app di messaggistica servono a creare una narrativa eroica a favore del gruppo terroristico.

Il breve messaggio di cordoglio pubblicato dal ministero degli Esteri israeliano alla notizia della morte di papa Francesco è stato rimosso poche ore dopo, con la motivazione che si trattava di «un errore». Una scelta che ha suscitato stupore e proteste sia all’interno del mondo diplomatico israeliano sia sui media, a partire da Yedioth Ahronoth e Jerusalem Post, che parlano di direttive ufficiali per non inviare condoglianze e, in alcuni casi, per cancellare post già pubblicati. Ne scrivono i diversi quotidiani italiani, sottolineando come il primo ministro Benjamin Netanyahu e il ministro Gideon Sa’ar abbiano scelto il silenzio, mentre solo il presidente Herzog ha espresso cordoglio a nome d’Israele. Il gesto del governo, riferiscono tra gli altri Corriere e Giornale, riflette il deterioramento dei rapporti tra Israele e la Santa Sede, legato alle accuse di Francesco sulla guerra a Gaza. Tema sviluppato anche da La Stampa in un pezzo dedicato a Bergoglio e intitolato: “Accanto a Gaza fino all’ultimo. Il pianto dei cattolici palestinesi”.

In un commento su Domani, Davide Assael analizza la crisi nei rapporti tra Bergoglio e il mondo ebraico, segnati inizialmente da gesti di grande apertura, come l’amicizia con il rabbino argentino Skorka e la visita alla tomba di Theodor Herzl, ma poi incrinati dopo il 7 ottobre 2023. L’equidistanza del papa di fronte all’attacco di Hamas e alla guerra a Gaza ha suscitato «una ferita profonda nella coscienza ebraica», scrive Assael, che denuncia anche l’assenza di pressioni vaticane su Hamas. L’autore coglie in certi atteggiamenti un ritorno a una visione teologica preconciliare, e avverte: «Qui sta la vera sfida per la Chiesa che verrà: riuscire a trovare quell’alternativa alla teologia della sostituzione tanto ricercata dal Concilio». In un’intervista a Repubblica, lo scrittore Jonathan Safran Foer ricorda con affetto papa Francesco, definito «un modello», e afferma che «ha fatto più di qualunque altro nella storia» nella lotta all’antisemitismo.

Libero pubblica la foto della visita del rabbino capo di Roma, Riccardo Di Segni, e del presidente della Comunità ebraica, Victor Fadlun a Santa Marta «per rendere omaggio alla salma di papa Francesco».

In un documento depositato alla Corte suprema israeliana, il capo uscente dello Shin Bet, Ronen Bar, ha accusato il primo ministro Benjamin Netanyahu di aver tentato di piegare i servizi interni a interessi personali, incluso ostacolare indagini legate al proprio processo. Il premier ha replicato attribuendogli responsabilità per il fallimento del 7 ottobre e giustificando così il licenziamento. Ma, come riporta Il Sole 24 Ore, la Corte suprema ha sospeso la revoca dall’incarico e Bar ha annunciato le dimissioni per metà maggio. Intanto la procuratrice generale parla di “abuso di potere” da parte del governo. Fiamma Nirenstein sul Giornale accusa Bar di essere diventato uno strumento in mano alle opposizioni per spodestare Netanyahu.

In vista del 25 aprile, il Foglio segnala preoccupazioni per possibili tensioni nei cortei, alimentate da un manifesto dei Giovani palestinesi che attacca la Brigata ebraica definendola «composta da assassini». A Milano, dove si sono già verificati scontri negli anni passati, la Comunità ebraica ha deciso comunque di partecipare. Al Foglio, il presidente Walker Meghnagi spiega: «Parteciperemo anche perché non vogliamo annullarci. La nostra sarà una marcia numerosa, pacifica e silenziosa». E sui tentativi di creare disordini, aggiunge: «Non vogliamo cadere nel loro intento di creare caos».

Nel 1943, il tredicenne Dario Funaro, giovane antifascista del quartiere Montesacro a Roma, fu deportato ad Auschwitz con la famiglia. La sua storia, dimenticata per decenni, è stata riscoperta grazie a un progetto scolastico del liceo Aristofane, approfondito dallo studente Francesco Abbruzzese, attraverso la ricerca di documenti e testimonianze, spiega Domani.