PISA – Accordo Ucei – ministero Cultura per restauro cimitero ebraico

Oltre cento antiche lapidi da restaurare, la simbolica Porta del Leone da riaprire, un centro di accoglienza per i turisti da realizzare.
Sono alcuni dei punti principali del progetto di recupero e valorizzazione del Cimitero Ebraico di Pisa, al centro del protocollo d’intesa firmato dal ministero della Cultura e l’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane (Ucei). Un intervento pensato per restituire visibilità, dignità e funzione pubblica a un luogo che è parte integrante della storia di Pisa e dell’ebraismo italiano.
Hanno sottoscritto l’accordo il capo dipartimento per la Tutela del Patrimonio culturale del ministero, Luigi La Rocca, e la presidente Ucei, Noemi Di Segni. La firma è avvenuta in occasione di un incontro al Collegio Romano, dove il ministro della Cultura, Alessandro Giuli, ha ricevuto una delegazione di rappresentanti dell’AEPJ (l’associazione europea per la conservazione del patrimonio ebraico), della Comunità ebraica di Pisa e della Fondazione per i beni culturali ebraici italiani. «Promuovere la cultura ebraica significa stare dalla parte giusta della storia. Il ministero è al vostro fianco, oggi e sempre» ha sottolineato Giuli, incontrando la delegazione. Il ministero, ha replicato Di Segni, «per noi è un punto di riferimento essenziale. Apprezziamo l’attenzione concreta e costante verso la tutela del nostro patrimonio».
Il cimitero, attivo da secoli e ancora oggi in uso, si trova in una posizione unica: prospicente la celebre Piazza dei Miracoli, ma separato da essa da un alto muro e da un portone chiuso da oltre quattrocento anni. L’idea di riaprire quel varco – la Porta del Leone – è il gesto simbolico più forte di tutto il progetto: una riconnessione fisica e ideale tra passato e presente, tra memoria e città, tra la storia della comunità ebraica e la sua piena appartenenza al tessuto urbano e culturale pisano, spiega a Pagine Ebraiche Andrea Gottfried, presidente della Comunità ebraica di Pisa.
«È un’operazione che nasce da una coprogettazione con la soprintendenza, non è un progetto calato dall’alto. È stato riconosciuto fin dall’inizio il valore storico straordinario di questo luogo», racconta Gottfried.
La prima delle tre fasi previste riguarda proprio il restauro delle lapidi, molte delle quali ancora interrate: «Sono circa un centinaio, alcune risalenti al 1600, vere e proprie tracce archeologiche della nostra presenza millenaria». Ma è il portone chiuso – quello che separa il cimitero dalla grande piazza dei turisti – a portare con sé il significato più profondo. «Riaprirlo non è solo un atto urbanistico. È un gesto politico nel senso più alto del termine. Vuol dire ricreare un ponte con la città, con la curia, con i milioni di visitatori che ogni anno passano lì davanti senza sapere cosa c’è dietro quel muro».
Il terzo tassello del piano riguarda la riqualificazione della casa del custode, che sarà trasformata in un centro di accoglienza e informazione. Un piccolo edificio tra le mura e la strada, destinato a diventare un punto di contatto per raccontare la storia del cimitero e della comunità ebraica pisana. «Davanti a quel luogo passano 3 o 4 milioni di persone ogni anno, e pochissimi sanno dell’esistenza di uno dei cimiteri ebraici più antichi ancora in uso».
L’accordo prevede che i lavori siano completati entro il 2028. A sostenerli c’è un tavolo tecnico composto da ministero, soprintendenza, Ucei, Fondazione Pisa, Comune, Opera Primaziale – che gestisce la piazza – e da Alexander Knaster, proprietario del Pisa Calcio, che ha permesso di raggiungere il budget necessario.