DAI GIORNALI DI OGGI – Bokertov 16 maggio 2025

Molti giornali raccontano le iniziative contro la libertà di pensiero attuate a Torino da gruppi propal, che hanno impedito la presentazione all’università del Manifesto Nazionale per il Diritto allo Studio (sostenuto tra gli altri dell’Unione Giovani Ebrei d’Italia) e tentato di fare irruzione al Salone del Libro mentre si stava svolgendo la presentazione del saggio La cultura dell’odio di Nathan Greppi su “Media, università e artisti contro Israele”. «I pro Palestina sono arrivati al Salone del Libro dopo un corteo partito dal campus universitario Luigi Einaudi, dove avevano impedito al grido “fuori i sionisti dall’università” lo svolgimento di un dibattito dell’Unione dei giovani ebrei», racconta La Stampa. Con Greppi, spiega il Corriere, «avrebbero dovuto essere sul palco il presidente della Comunità ebraica di Torino, Dario Disegni, e lo storico Claudio Vercelli». Al suo fianco però c’era solo l’editore, Ezio Quarantelli. Gli uomini della Digos, informa Repubblica, «da qualche giorno raccoglievano segnalazioni di blog che invitavano al sabotaggio dell’incontro e, temendo una protesta più difficile da gestire, hanno sconsigliato a Disegni e Vercelli di presentarsi».

Il conflitto in Medio Oriente resta in primo piano, così come il viaggio del presidente Usa Donald Trump tra fatti e annunci. Come quello relativo a una possibile intesa con l’Iran sul nucleare. Parlando martedì a Riad, ricostruisce il Corriere, il presidente americano ha offerto a Teheran «un ramoscello d’ulivo» ma ha ammonito che «l’offerta non durerà per sempre». Ieri da Doha ha sostenuto che l’intesa è alle porte. Trump, ricorda il Foglio, «ha detto che Teheran è una fonte di destabilizzazione», ma adesso vuole un accordo «ed è convinto di essere arrivato molto vicino».

Rispetto alla guerra a Gaza, Gabriele Segre scrive sulla Stampa che «Israele vince militarmente, ma sperimenta il senso della sconfitta che paralizza ogni visione di futuro in pace», mentre Hamas «perde sul campo, ma rivendica una vittoria simbolica». Secondo Segre, «l’errore delle leadership di entrambe le parti è credere che una vittoria parziale possa tradursi in trionfo complessivo» e «il conflitto potrà davvero finire solo quando tutte le parti avranno il coraggio di riconoscere anche ciò che hanno perso» ed è questo «il compito cruciale a cui è chiamata la comunità internazionale».

«Nel circo folle dell’Eurovision fischi alla cantante israeliana», riferisce Repubblica, descrivendo l’accoglienza riservata da alcuni attivisti propal alla cantante Yuval Raphael. «Un po’ di tensione ma nessun incidente», sottolinea il quotidiano, segnalando la presenza fuori dall’arena di «due presidi distanti un centinaio di metri, uno con bandiere israeliane e l’altro con quelle palestinesi con in mezzo un fitto cordone di polizia».

«Non conosco, nel dettaglio, l’impegno del nuovo pontefice Leone XIV nel dialogo ebraico-cristiano e ancor meno la sua posizione sull’eterno conflitto israelo-palestinese», scrive Davide Assael su Domani. «Ma le prime uscite sembrano aprire ai migliori auspici» per un rilancio nelle relazioni. Per La Stampa, la presenza del presidente israeliano Isaac Herzog all’insediamento del papa, domenica mattina in piazza San Pietro, «è segnale di un potenziale nuovo corso, più disteso, nelle relazioni tra Santa Sede e mondo ebraico, dopo gli incidenti diplomatici degli ultimi mesi di Francesco».

A Marzabotto fervono i preparativi per una manifestazione “per Gaza” con partenza dal luogo dell’eccidio nazifascista del 1944. “Ebrei indignati”, titola il Giornale, segnalando le parole del presidente della Comunità ebraica bolognese Daniele De Paz. Anche altre associazioni sono insorte. «L’osceno parallelo storico nazisti-Israele è già molto praticato a sinistra», accusa il quotidiano. «E se molti sono pronti irresponsabilmente a sottoscriverlo, tanti altri, anche a sinistra, lo considerano mistificatorio, inaccettabile, immorale».

Matteo Codignola, che sta traducendo in italiano le opere di Philip Roth, racconta al Foglio perché il progetto Adelphi di ripubblicare tutti i libri dello scrittore americano è iniziato con Lamento di Portnoy: «Il lavoro di Roth ruota intorno a Portnoy, la sua galassia narrativa ha al centro questo attrattore strano, intorno al quale si dispongono tutti gli altri pianeti, almeno fino a Pastorale americana».

«Per capire l’Europa occorre comprendere i suoi sconfinamenti, le sue commistioni, l’ibrido in noi europei, la nostra storia porosa e persino ambigua», sostiene Massimo Giuliani su Avvenire, presentando la raccolta di saggi Mitteleuropa ebraica a cura di Roberta Ascarelli e Massimiliano De Villa.