SHIRIM – Silvia Comoglio

..è terra –orante di stella
il tuo- soffio di ali…

-c’è un prato, invaso, ora dal cuore
-un dire muto a farfalla
-che è densa notte di pianto
-lúcido a vetro


– e, nel prato-
-che è invaso, ora, dal cuore
-me,
amate me,

-sillaba spezzata
-nell’ombra
– di un fiore contro fiore
-steso sulla terra
-lúcida di vetro.


me
-grammo,
-di fiore,
– orlato agl’occhi,
-réfolo che tuona-
-déntro la sua eco.

Per Shirim di oggi, versi della poetessa Silvia Comoglio, tratti dal libro MARGIT e un prato con fiori e farfalle dipinto a Terezín.
L’autrice mette in versi uno dei disegni della piccola Margit Koretzová (altri 32 disegni sono conservati negli archivi del Museo Ebraico di Praga) stilati durante la prigionia nel campo di concentramento di Terezín.
I versi presentano una versione in italiano e una in inglese, quest’ultima a cura di Giorgio Mobili.
Vivide, aeree pennellate si rincorrono frangendosi d’improvviso in lucide immagini.
Il disegno ritrae un piccolo prato di fiori di intensi colori rosso e blu. Pochi tratti che trasmettono allegria e l’acuto desiderio di librarsi, di correre via verso prati di sogno.
Due grandi fiori centrali hanno al cuore una farfalla, altri sono invece abbozzati appena, quasi macchie di colore.
Le splendide ali colorate sembrano voler farsi carico dei fiori ancorati al terreno, impediti da un giogo così greve da inabissarli, inesorabile, nel cespuglio d’un verde buio, profondissimo.
Forse che la piccola Margit sognò di farsi farfalla e fiore.
Essere prato e cielo per volare via.

Shirim è a cura di Mariateresa Amabile, poetessa e docente di Diritti Antichi all’Università di Salerno