DAI GIORNALI DI OGGI – Bokertov 29 maggio 2025
Una nuova bozza di accordo per il cessate il fuoco e la liberazione degli ostaggi a Gaza è stata inviata al presidente Trump, riferisce l’inviato Usa Steve Witkoff, che parla di «ottime sensazioni» per una risoluzione del conflitto, raccontano Repubblica e Corriere della Sera. I negoziati si sono svolti a Washington e, secondo alcune fonti, le divergenze sarebbero superabili, aggiunge La Stampa. Hamas avrebbe accettato l’idea di affidare la gestione di Gaza a un “comitato civile”, ma resta il nodo del ritiro totale dell’esercito israeliano richiesto dal gruppo terroristico e respinto da Gerusalemme. Intanto, le Nazioni Unite criticano il sistema di distribuzione degli aiuti, accusato di favorire lo sfollamento forzato dei civili.
A 600 giorni dal 7 ottobre, in tutta Israele si sono svolte manifestazioni per chiedere il rilascio dei 58 ostaggi ancora nelle mani di Hamas. Le famiglie dei rapiti si sentono “abbandonate e dimenticate” dal governo di Benjamin Netanyahu. Intervistato dal Giornale, Yehuda Cohen, padre di un giovane rapito, accusa il primo ministro di prolungare la guerra per interessi personali e chiede all’Occidente di fermarlo: «Non vuole davvero il ritorno di tutti gli ostaggi». Tesi sostenuta anche dall’ex primo ministro israeliano Ehud Olmert e dall’ex ambasciatore israeliano in Francia Elie Barnavi, intervistati rispettivamente da Repubblica e Corriere.
Sull’Iran sono sempre più forti le divergenze tra il presidente Usa Donald Trump e il primo ministro Netanyahu. Trump ha confermato di aver messo in guardia l’alleato israeliano da qualsiasi attacco contro i siti nucleari iraniani, temendo che possa far fallire i negoziati in corso con Teheran, scrive il Corriere. Il presidente Usa punta a una soluzione diplomatica, con ispezioni internazionali e un possibile accordo entro due settimane, mentre Netanyahu insiste su un’azione preventiva. Secondo il New York Times, Israele starebbe preparando un attacco, con il rischio di una rottura strategica tra i due storici alleati (Domani).
In audizione al Parlamento, il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha difeso la linea del governo su Gaza, rivendicando il dialogo con Gerusalemme ma denunciando «forme drammatiche e inaccettabili» nella reazione militare israeliana. Le opposizioni lo hanno accusato di ambiguità e immobilismo, sottolinea il Corriere. Tajani ha ribadito l’impegno umanitario dell’Italia e il no a qualsiasi legittimazione di Hamas e antisemitismo. L’unico momento unitario è stato il minuto di silenzio iniziale per tutte le vittime, israeliane e palestinesi.
Anche il presidente del Senato Ignazio La Russa, intervistato dal Corriere, difende la linea del governo su Israele e il conflitto a Gaza. Fa proprie le parole del ministro Tajani sull’«indignazione per le morti innocenti» e sottolinea che le radici della guerra «hanno origine nel massacro del 7 ottobre». Per La Russa le critiche delle opposizioni sono «piegate a logiche di politica interna».
L’opposizione si divide sulla manifestazione per Gaza del 7 giugno a Roma. Pd, M5s e Avs confermano l’iniziativa, mentre Azione e Italia Viva si sfilano, criticando l’assenza di una chiara condanna dell’antisemitismo e di Hamas. “La piattaforma non si cambia”, è stata la replica di Avs (Corriere, Avvenire). I due partiti centristi proporranno un evento alternativo il 6 giugno a Milano, per condannare il governo Netanyahu ma anche segnalare i rischi dell’odio antiebraico, segnala La Stampa.
L’Unione europea ha intensificato le critiche a Israele: la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen ha definito «intollerabile» la crisi umanitaria a Gaza e chiesto che gli aiuti arrivino «immediatamente e su larga scala». Entro il 23 giugno, la Commissione europea concluderà la revisione dell’accordo di associazione Ue-Israele, valutando se Israele ha rispettato i parametri umanitari. Sulla base di questa analisi, verranno presentate agli Stati membri varie opzioni, che potranno includere sanzioni diplomatiche o commerciali, come la sospensione dell’accordo. La Germania si è già detta contraria a un embargo, spiega il Corriere della Sera. Intervistata da La Stampa, la presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola definisce la situazione a Gaza «tragica e catastrofica», ribadendo la necessità di aiutare i civili, liberare gli ostaggi e costruire una soluzione a due Stati, «ma senza Hamas».
Nel corso di una visita in Indonesia, il presidente francese Emmanuel Macron ha parlato di un possibile riconoscimento di Parigi dello stato di Palestina durante la conferenza Onu del 17-20 giugno, co-presieduta da Francia e Arabia Saudita. Macron, riporta La Stampa, ha legato il riconoscimento a condizioni come la liberazione degli ostaggi, la demilitarizzazione di Hamas e il riconoscimento di Israele da parte palestinese. A sostegno, anche l’Indonesia ha offerto un possibile riconoscimento di Israele in cambio del riconoscimento della Palestina.
Dalle manifestazioni di massa ai movimenti come Standing Together, fino alla recente lettera di oltre mille accademici, la società civile israeliana chiede la fine del conflitto e un nuovo percorso di pace, racconta su Domani Davide Assael. Una mobilitazione che «contraddice la narrazione di Israele come Stato etno-nazionalista», spiega Assael. Su Il Foglio, Giuliano Ferrara avverte: Gaza non è il Vietnam né l’Algeria, e “salvare Israele” è uno slogan giusto solo se non significa premiare Hamas. A riguardo invita i manifestanti del 7 giugno a intonare “Free Gaza from Hamas”. A Repubblica la scrittrice Helena Janeczek dichiara: «C’è da salvare Israele, un paese che si sta avviando su una china antidemocratica. Ma prima di tutto si tratta di salvare la vita dei palestinesi a Gaza e in Cisgiordania». Il Riformista denuncia come parte del fronte pro-palestinese ricicli, sotto forma di antisionismo, vecchi stereotipi antisemiti. Per il consigliere comunale di Milano, Daniele Nahum (Azione), intervistato da Libero nelle pagine locali, «certa sinistra fomenta l’antisemitismo» e invita il Pd a prendere posizioni.
In riferimento alle distorsioni, il Foglio contesta l’affidabilità dei numeri forniti da Hamas sulle vittime a Gaza, accusando media, attivisti e istituzioni di diffondere dati manipolati a fini propagandistici. Diverse fonti, scrive il Foglio, indicano che Hamas avrebbe gonfiato il numero di civili uccisi, mentre in realtà la maggioranza delle vittime sarebbero combattenti. Anche l’nu ha rivisto al ribasso le stime su donne e bambini. Sul Riformista si analizzano le difficoltà comunicative di Israele, incapace di contrastare la propaganda di Hamas e vittima di una disinformazione che alimenta l’odio e ostacola una lettura equilibrata del conflitto.
L’assemblea delle giornaliste e dei giornalisti di Repubblica pubblica su quotidiano un comunicato in cui chiede l’accesso dei media a Gaza, la fine dei bombardamenti e il rispetto del diritto internazionale, inclusa la possibilità di rivedere gli accordi militari con Israele.
La sindaca di Strasburgo Jeanne Barseghian ha celebrato il gemellaggio con il campo profughi palestinese di Aida, posando con una kefiah e una mappa che cancella Israele. «L’ennesima conferma dell’ambiguità di una certa sinistra con l’antisemitismo», denuncia il Foglio.
Apre oggi a Gorizia il festival èStoria con la presentazione dell’Antologia poetica multilingue di Carlo Michelstaedter, intellettuale ebreo goriziano simbolo del cosmopolitismo mitteleuropeo. L’opera, racconta Avvenire, raccoglie 15 poesie tradotte in 12 lingue – dal greco antico al croato, dall’ebraico al friulano – a testimonianza della sua visione “sconfinante” e universale.