DAI GIORNALI DI OGGI – Bokertov 6 giugno 2025
Nell’area di Khan Younis, l’esercito israeliano ha recuperato i corpi di due dei 58 ostaggi ancora a Gaza. Si tratta di Judith Weinstein, 70 anni, e Gad Haggai, 72, marito e moglie con cittadinanza anche statunitense uccisi il 7 ottobre nel kibbutz di Nir Oz, e i cui cadaveri secondo le Idf, erano nelle mani delle Brigate Mujahideen, lo stesso gruppo che ha rapito e ucciso la mamma e i due figli Bibas, riporta il Giornale.
In Israele, l’ex ministro della Difesa Avigdor Lieberman accusa il primo ministro Benjamin Netanyahu di aver armato un clan salafita legato all’Isis, guidato da Yasser Abu Shabab, noto criminale attivo nel Sud di Gaza. Le armi, tra cui fucili sequestrati nel conflitto, sarebbero state fornite per contrastare Hamas. L’ufficio del capo del governo non smentisce, parlando di «mezzi diversi per sconfiggere Hamas», riferisce Il Corriere della Sera, mentre Hamas accusa Israele di alimentare il caos. La Repubblica descrive Abu Shabab come un alleato scomodo: guida una milizia che scorta aiuti sotto copertura israeliana ma è accusata di saccheggi, violenze e di alimentare il mercato nero.
Rischia di riaccendersi il fronte libanese, riporta Repubblica. Ieri sera l’esercito israeliano ha bombardato quattro aree a Beirut sud e la cittadina di Ain Qana, nel sud del Libano. L’obiettivo, spiegano le Idf, erano siti dove Hezbollah starebbe costruendo “centinaia di droni” in violazione dell’accordo di tregua siglato a novembre 2024. Nel frattempo, il primo ministro libanese Nawaf Salam ha annunciato lo smantellamento di oltre 500 basi e depositi di armi riconducibili a Hezbollah nel sud del paese. Lo riferisce il Giornale, raccontando anche l’azione israeliana in Siria in risposta al lancio di missili da parte di un gruppo terroristico legato all’Iran.
Sul fronte politico interno, Netanyahu deve affrontare la rivolta dei partiti degli haredi che hanno minacciato di ritirarsi dalla coalizione, scrive Repubblica, «se non verranno cancellati gli ordini di leva per oltre 50mila studenti ultra-ortodossi».
L’opposizione in Italia si mobilita su Gaza con due piazze distinte: oggi a Milano l’evento “Due popoli, due Stati, un destino” promosso da Azione e Italia Viva, con l’ex ostaggio Aviva Siegel e il dissidente palestinese Hamza Howidy; domani a Roma la manifestazione “pro-Palestina” con Pd, Cinque Stelle e Avs (Corriere della Sera). Il Giornale sottolinea la frattura interna alla sinistra: vietata a Roma la bandiera israeliana, benvenuta a Milano insieme a quella palestinese; mentre l’eurodeputata Pina Picierno (Pd) è minacciata per le sue posizioni filo-israeliane. Intervistata da La Stampa la segretaria del Pd, Elly Schlein, esprime solidarietà a Picierno e difende la manifestazione di domani a Roma per Gaza: «Piattaforma chiara, nessuna ambiguità: chiediamo cessate il fuoco, aiuti umanitari, liberazione degli ostaggi e riconoscimento della Palestina». Garantisce che «la piazza sarà protetta da strumentalizzazioni». Sul mancato accordo con Azione e Italia Viva, che chiedevano una netta condanna dell’antisemitismo e di Hamas, Schlein afferma: «I loro punti erano già inclusi». Matteo Renzi (Italia Viva), a colloquio con il Corriere, difende l’iniziativa milanese, spiegando che si ispira alle parole della senatrice a vita Liliana Segre: «Critichiamo Netanyahu, ma parlare di genocidio è inaccettabile. Chi è sopravvissuto alla Shoah sa che certe parole pesano».
Il Riformista contesta entrambe le manifestazioni, definite «ambigue e ideologiche», e rilancia con un manifesto a sostegno di Israele che ha superato le 5.000 adesioni.
«Il fronte pro Gaza sta investendo così tanti sforzi per dire “basta” senza chiedere che gli ostaggi tornino a casa. L’Italia deve sapere che tutta questa storia è iniziata a causa di Hamas. Io sono stata rapita in pigiama. E non sono una soldata, sono una pacifista. Ci hanno preso, ucciso, violentato, massacrato, bruciato. Come si può permetterlo?», si chiede Aviva Siegel, ex ostaggio di Hamas, intervistata da La Stampa. Siegel, tra i relatori attesi al Parenti, sottolinea come la guerra finirebbe subito se i terroristi restituissero tutti i rapiti ed esprime solidarietà ai civili di Gaza.
In un evento organizzato da La Verità, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni è intervenuta sul conflitto in Medio Oriente, invitando Israele, riporta il Giornale, a «fermarsi per salvaguardare la popolazione civile». Questa guerra, ha affermato Meloni, «è stata iniziata da Hamas» che «si rifiuta di liberare gli ostaggi», ma «la reazione di Israele sta assumendo contorni inaccettabili».
Liliana Segre inaugura sul settimanale 7 del Corriere della Sera la rubrica mensile “La Stanza”. Esprime dolore per i conflitti in corso e ricorda papa Francesco, con cui non sempre condivideva le stesse opinioni, ma che ammirava per il suo costante impegno contro la guerra. Segre scrive di confidare nel nuovo pontefice Leone XIV e invoca un vero cessate il fuoco e una pace giusta, richiamando la lezione storica dell’Europa del 1938.
In un intervento su La Stampa, Gabriele Segre denuncia come la guerra uccida prima di tutto il pensiero, riducendo la complessità a schieramenti e slogan. A Gaza, il dolore impedisce la riflessione e il linguaggio pubblico si appiattisce in accuse assolute. Per uscire dal conflitto, avverte Segre, serve riconoscere le verità altrui. Dan Meridor, ex vicepremier israeliano ed ex figura storica del Likud, critica duramente la gestione del conflitto a Gaza da parte di Netanyahu. In un’intervista a Avvenire, afferma che «anche la guerra va condotta con un volto umano» e denuncia l’assenza di un piano politico e diplomatico per il dopo-Hamas. Repubblica intervista Tiziana Roggio, chirurgo plastico, rientrata dopo aver lavorato all’ospedale Nasser di Gaza nelle ultime tre settimane. Ha operato il piccolo Adam, unico sopravvissuto di dieci fratelli dopo un bombardamento. «La madre, pur avendo perso tutto, è venuta a ringraziarci: un gesto che racconta la dignità di questo popolo», afferma Roggio.
«Un tunnel per simulare i bombardamenti, ma non si sentono le urla degli ostaggi»: così Il Foglio critica l’installazione “Unsilence Gaza” al festival Primavera Sound di Barcellona, accusandola di ignorare la realtà dei tunnel di Hamas, dove da 600 giorni sono rinchiusi ostaggi israeliani e da cui si organizza la guerra degli scudi umani.
Nella zona dell’ex ghetto di Roma, tra kippot nascoste e timori diffusi, si respira una paura silenziosa, scrive il Foglio, raccontando l’atmosfera nel quartiere alla vigilia della manifestazione per Gaza di domani e richiamando le elezioni della Comunità ebraica della città.