DAI GIORNALI DI OGGI – Bokertov 11 giugno 2025
Nel prossimo Consiglio dei ministri degli esteri della Ue tra i temi all’ordine del giorno ci dovrebbe essere la richiesta di revisione di associazione commerciale con Israele, promossa da 17 paesi. «Difficile si possa arrivare all’unanimità necessaria per la sospensione totale, ma è possibile cancellare la clausola commerciale preferenziale», sottolinea il Corriere della Sera. In questo senso, si legge, Giorgia Meloni non ha ancora dato indicazioni: «Il governo italiano ha avuto la possibilità di inviare un segnale a Netanyahu bloccando il rinnovo automatico del memorandum di cooperazione militare con Israele che scadeva l’8 giugno. Non lo ha fatto».
È previsto per oggi l’arrivo in Italia della pediatra Alaa al-Najjar e del figlio undicenne Adam. «Mi aspetto di scrivere una nuova pagina della nostra vita, ma su un libro diverso. Ce la metterò tutta», spiega la donna a Repubblica. «Dopo l’operazione, Adam imparerà l’italiano e studierà».
«In qualsiasi momento avvengano, anticipate o meno, le prossime elezioni saranno una resa dei conti tra il vecchio e il nuovo Israele», sostiene il Foglio. «Per il momento i sondaggi indicano che il vincitore del prossimo voto sarebbe l’ex premier Naftali Bennett, capace di intercettare molti voti di chi si sente tradito dal Likud di Netanyahu».
«Molte persone della comunità internazionale chiedono non soltanto di riflettere sulla guerra, ma anche di porre fine allo Stato di Israele», rileva in un intervento sulla Stampa la scrittrice, psicologa e attivista per i diritti civili Ayelet Gundar-Goshen. «Il loro modo di risolvere il conflitto è cancellarne una parte. La loro “soluzione” non è né etica né pragmatica, proprio come non è etica una soluzione che ignora i diritti dei palestinesi».
Il Riformista porta l’attenzione sul caso del console onorario d’Israele in Toscana, Marco Carrai, nel mirino dei propal che chiedono le sue dimissioni dalla presidenza della Fondazione Meyer. La vicenda è arrivata sui banchi del Consiglio regionale. Carrai, a sostegno del quale è stato lanciato un appello sottoscritto da 100 persone tra professori universitari, giornalisti ed esponenti del mondo ebraico, racconta di essere «sconvolto».
Greta Thunberg e gli altri attivisti fermati da Israele si sono rifiutati di visionare un video sulle atrocità del 7 ottobre. Per il Giornale, la parabola dell’attivista svedese è un caso perfetto «di idiozia conformista che si insinua nel corpo di una società con velocità e aggressività e che poi la stessa società, per metabolizzare ed espellere, impiega degli anni, giusto il tempo di accorgersi che questa “attivista” intanto è divenuta, da adulta, ciò che da ragazzina sembrava con tenerezza: una fanatica estremista».
Educazione a senso unico. È quella di cui Libero accusa una scuola di Bologna che ha proposto ai suoi studenti «una esercitazione in caso di bombardamento per capire cosa provano a Gaza». A detta di Libero, «il dolore ebraico non trova posto nel copione ideologico» dell’istituto.
«È persino grottesco come la bandiera palestinese sia diventata, nel pensiero collettivo, un emblema di pace, di giustizia, di diritti», scrive Vittorio Feltri sul Giornale. «La si sventola con la stessa leggerezza con cui si sventola quella arcobaleno, come se i due vessilli avessero lo stesso significato e fossero assimilabili».