DAI GIORNALI DI OGGI – Bokertov 30 giugno 2025
Sui giornali si torna a parlare dei negoziati per una tregua a Gaza e il rilascio degli ostaggi. Al momento, riporta Repubblica, «Israele continua a chiedere il disarmo totale di Hamas e l’esilio dei leader del gruppo ancora in vita» e «a queste richieste si aggiungerebbe quella della liberazione di un numero consistente di ostaggi sin dall’inizio del cessate il fuoco». Hamas ha sempre avuto una posizione di chiusura. Ma, viene aggiunto, «l’indebolimento provocato dai venti mesi di attacchi israeliani e dall’uscita di scena dell’alleato iraniano potrebbero ora cambiare l’equazione». La diplomazia resta così al lavoro, riferisce La Stampa, «anche se le informazioni che arrivano dai mediatori sono contrastanti». Per il Corriere della Sera, «i capi fondamentalisti ribadiscono che le richieste di Netanyahu “restano impossibili”: esilio per i paramilitari e per i leader rimasti, presenza dell’esercito in ampie aree della Striscia». Hamas dal suo canto «vuole una tregua definitiva e il ritiro delle truppe da tutto il territorio».
Tra accuse, annunci propagandistici e ipotesi, «risulta complesso fare chiarezza su quali siano stati i danni effettivi al programma nucleare iraniano a seguito dei raid della “Guerra dei 12 giorni”», scrive il Corriere della Sera in un articolo intitolato “L’enigma Isfahan”. Per il Corriere, a complicare «la ricerca della verità, necessaria anche per tornare ai tavoli negoziali», è anche la notizia che l’Aiea «non potrà più visitare gli impianti». Il regime di Teheran ha intanto sostenuto che almeno 71 persone avrebbero perso la vita a causa del missile israeliano su Evin. Lo riporta Repubblica.
Nel Regno Unito sono un caso gli slogan dal palco del festival di Glastonbury dal duo hip hop Bob Vylan. Come, tra gli altri, un sinistro «morte, morte all’Idf» ripetuto dal pubblico. «Un triste spettacolo ritrasmesso dalla Bbc senza nessun editing o interruzione», sottolinea il Corriere della Sera.
«Perché l’odio per Netanyahu? Da dove viene l’ossessione di coscienza che è la versione corrotta ideologicamente dell’obiezione di coscienza?», si chiede Giuliano Ferrara sul Foglio. Per il giornalista, «il moralismo spicciolo di chi fa di ogni slancio un’ossessione» è spesso «intriso di menzogna».
«La sinistra ha un gigantesco problema nel campo in cui si ritiene più forte: la tutela dei diritti delle minoranze», si legge sul Giornale in riferimento alle sfilate del Pride in Italia senza la presenza di associazioni e rappresentanze ebraiche. «Che credibilità ha la difesa dei diritti dei gay, se a farla si deve andare in Ungheria, mentre a casa nostra i gay ebrei non hanno neanche diritto di scendere in piazza?».
«Se il Pride non è un posto sicuro per la comunità ebraica non è sicuro per nessuno», dichiara il senatore Ivan Scalfarotto al Tempo. «Già a Roma sono stati aggrediti, chiamati assassini. È un grave errore politico, che secondo me finisce con sminuire il valore di tutto il Pride». Secondo Scalfarotto, esponente di Italia Viva, non si sta facendo abbastanza «per combattere questo antisemitismo preoccupante».
Il boicottaggio dei farmaci israeliani nelle farmacie comunali potrebbe non limitarsi al comune di Sesto Fiorentino, dove l’iniziativa è stata annunciata negli scorsi giorni dal sindaco Lorenzo Falchi, in area Sinistra Italiana. Lo scrive Libero, che accusa: «Quando l’ideologia (priva di idee, ma carica di rabbia repressa) inizia a dominare la scena tutto e possibile. Persino “giocare” con la salute».