DAI GIORNALI DI OGGI – Bokertov 2 luglio 2025
Si riaccendono le speranze per una tregua a Gaza e per il rilascio degli ostaggi prigionieri di Hamas. Nelle scorse ore il presidente Usa Donald Trump ha annunciato l’adesione di Israele a un cessate il fuoco di 60 giorni. Hamas ora faccia lo stesso «per il bene del Medio Oriente», ha aggiunto l’inquilino della Casa Bianca. La notizia del sì di Gerusalemme «è arrivata a pochi giorni dal vertice alla Casa Bianca tra il tycoon e il premier israeliano Benjamin Netanyahu», come riporta tra gli altri il Corriere della Sera. L’intenzione dei due leader, si legge, è «presentare la loro campagna di bombardamenti contro l’Iran come una netta vittoria» e «non perderanno l’occasione per ribadire agli ayatollah di Teheran che qualsiasi rilancio del programma nucleare verrà bloccato con nuovi e più intensi bombardamenti». Al riguardo si legge su Repubblica che «una delegazione israeliana, capeggiata dal ministro degli Affari strategici Ron Dermer che guida anche il team di negoziatori a Doha, è già a Washington per incontrare il segretario di Stato Marco Rubio, il vicepresidente Vance e l’inviato di Trump Steve Witkoff». L’ipotesi di trattativa, viene aggiunto, «stavolta include “compensazioni diplomatiche” per Israele, come diverse fonti hanno riferito al quotidiano Haaretz: dovrebbe trattarsi della ripresa dei colloqui tra Israele e l’Arabia Saudita, dell’accordo di normalizzazione con l’Oman e di una dichiarazione storica di “fine delle ostilità” con la Siria». Non tutti, nel governo israeliano, sono favorevoli alla tregua. Non lo sono i ministri estremisti Itamar Ben Gvir e Bezalel Smotrich, «che puntano all’espulsione dei civili palestinesi, come ventilato dal primo “piano Trump”, e spingono sull’aggressività, indifferenti alle accuse di pulizia etnica» (La Stampa).
«Khamenei adesca israeliani», titola Il Foglio, raccontando dei nuovi arresti in Israele contro persone accusate di spiare per l’Iran. Teheran, spiega il Foglio, «ha sempre cercato di creare una rete di spie, cercando israeliani disposti a tradire il proprio paese, oppure a volte inconsapevoli del tradimento». La ricerca si è intensificata dopo il 7 ottobre, quando Hamas «ha mostrato la debolezza e i buchi della sicurezza israeliana».
La Corte d’appello di Algeri ha confermato la condanna a cinque anni di reclusione per lo scrittore franco-algerino Boualem Sansal, voce coraggiosa contro il radicalismo islamico, con l’accusa di aver minato l’unità nazionale. «Lo scrittore è comparso in tribunale e, non avendo un avvocato, si è difeso da solo», sottolinea il suo collega Tahar Ben Jelloun su Repubblica. «A proposito di avvocati: il regime algerino aveva rifiutato che fosse difeso da un avvocato ebreo, Francois Zimeray. Quanto al secondo avvocato, Pierre Cornut-Gentille, non è riuscito a recarsi ad Algeri in tempo per il processo a causa del mancato rilascio del visto». In tribunale Sansal ha affermato: «Non ho nulla da dire. Sono un uomo libero».
Alberto Belli Paci, il figlio primogenito di Liliana Segre, annuncia al Giornale il suo ingresso in Forza Italia. L’intervista verte quasi per intero sulle vicende mediorientali e la loro percezione. «Sono figlio di una persona che ha passato una vita a promuovere la pace, con grande dignità, e a combattere i discorsi d’odio e l’antisemitismo», dichiara Belli Paci. «Con angoscia assisto dunque a una distorsione dei fatti e a un racconto a senso unico, sempre con un solo colpevole». Belli Paci accusa la sinistra di usare lo spauracchio di Israele «per compattarsi, a scapito della coerenza».
Nel rendere omaggio ai 40 anni della bandiera europea, il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha sostenuto che i leader di allora scelsero il colore blu «come il manto della Madonna, con le 12 stelle delle tribù di Israele disposte in cerchio». L’interpretazione non ha basi storiche. «Bisogna ringraziare il ministro degli Esteri», scrive Eric Jozsef sulla Stampa, perché «in un post su Instagram di solo tre righe e mezzo ha chiarito la frontiera che separa le due visioni radicalmente divergenti dell’Europa, quella d’impronta etnico-religiosa e quella costruita sulla memoria del Novecento e sul diritto».
Su Avvenire il professor Massimo Giuliani presenta l’edizione italiana de La commedia del fidanzamento (ed. Giuntina) del drammaturgo del ‘500 Leone de’ Sommi. Si tratta della prima commedia d’amore scritta e recitata in ebraico, «inventata dal Rinascimento italiano all’apice della sua creatività».