MEMORIA – Crimini nazisti e giustizia, il confronto a Bruxelles

Anche dopo 80 anni dalla fine della Seconda guerra mondiale, il tema dei risarcimenti per i crimini nazisti continua ad essere di stretta attualità. Se ne è discusso il 1° luglio al Parlamento europeo, durante un incontro che ha riunito eurodeputati, giuristi e storici. Tra i relatori, l’avvocato genovese Filippo Biolè, presidente della sezione ligure dell’Aned (Associazione nazionale ex deportati), ha rilanciato una proposta che punta a colmare un vuoto del diritto internazionale: una Convenzione che consenta di superare l’immunità degli stati nei casi di crimini di guerra e contro l’umanità.
Secondo Biolè, le vittime devono poter citare in giudizio lo stato responsabile nei tribunali del proprio paese. «È una proposta che ho avanzato per la prima volta il 25 aprile 2023, nel giorno della Liberazione. Ho ricevuto molte risposte positive», spiega a Pagine Ebraiche.
Biolè è tra i legali impegnati in numerose azioni civili contro la Germania. Assiste, tra gli altri, i familiari dei fucilati della strage di Cibeno, i discendenti della famiglia Sonnino – sterminata ad Auschwitz – e numerosi deportati politici e militari. «Chi si rivolge ai tribunali non lo fa per una questione economica, ma per giustizia e memoria pubblica. È un riconoscimento morale e civile», spiega.
Nel 2022 lo stato italiano ha istituito un Fondo per l’indennizzo delle vittime, con risorse però insufficienti per coprire i risarcimenti. Diverse sentenze – sono 1652 i procedimenti aperti – hanno già riconosciuto indennizzi di centinaia di migliaia di euro, ma Biolè ribadisce che «il punto non è economico, è giuridico».
A sostegno della sua posizione c’è anche la storica sentenza 238/2014 della Corte costituzionale, che ha affermato la prevalenza del diritto alla dignità e all’azione legale sull’immunità degli stati. Una linea contestata dalla Germania e sconfessata dalla Corte dell’Aia, ma che i giudici italiani continuano a seguire. Un modo concreto, conclude Biolé, per riaffermare i valori su cui si è fondata l’Europa del dopoguerra: diritto, responsabilità e giustizia.
d.r.