MEDIO ORIENTE – Israele-Siria, il dialogo prosegue

Sono passati otto mesi dalla caduta in Siria del regime di Bashar al-Assad. Nessuno ne aveva previsto il crollo né tantomeno aveva immaginato che uno dei suoi possibili effetti potesse essere un riavvicinamento tra Damasco e Gerusalemme. E invece, lontano dai riflettori, il dialogo tra le due diplomazie si fa sempre più intenso. Ultimo esempio è l’incontro ad Abu Dhabi tra Tzachi Hanegbi, capo del Consiglio di sicurezza nazionale israeliano, e il presidente siriano Ahmed al-Sharaa (già noto come Abu Muhammad al-Jolani), riportato dai media siriani e ripreso dalla stampa israeliana.
Fonti regionali parlano di un colloquio «franco e strategico», incentrato sulla definizione di un’intesa su alcuni ambiti di sicurezza. Non si tratta per una pace formale né per l’apertura di ambasciate: l’obiettivo immediato è la stabilizzazione del confine settentrionale di Israele e la progressiva riduzione dell’influenza iraniana sul territorio siriano.
In particolare sul tavolo del negoziato figurerebbero accordi per pattugliamenti congiunti in aree sensibili, l’impegno di Damasco a smantellare cellule jihadiste attive nelle province meridionali e una roadmap per l’espulsione dei consiglieri militari iraniani dal paese. Israele si impegnerebbe a cessare le incursioni aeree non coordinate nello spazio aereo siriano e a sostenere la rimozione graduale di alcune sanzioni occidentali.
I colloqui si stanno svolgendo per lo più in segreto, con alcune eccezioni: di recente il ministro degli Esteri israeliano Gideon Sa’ar ha apertamente dichiarato la volontà di «ampliare la cerchia della pace», includendo anche Siria e Libano. Ribadendo da un lato come «le alture del Golan resteranno parte integrante dello Stato di Israele», Sa’ar ha poi aperto alla possibilità di un’intesa limitata.
Secondo gli analisti, il collante tra le due parti è rappresentato dall’allineamento di obiettivi strategici. Il nuovo governo siriano ha bisogno di stabilità interna, aperture economiche e la fine dell’isolamento internazionale. Israele vuole allontanare l’Iran dal proprio confine e prevenire la creazione di nuovi fronti ostili.
È in questo contesto che si inserisce l’incontro tra Hanegbi e al-Sharaa. «Un passo importante ma ancora fragile e reversibile. Ogni progresso sarà misurato in millimetri, non in chilometri», lo ha definito una fonte diplomatica al sito ynet. In merito all’incontro, alcuni media israeliani fanno notare una discrepanza: secondo i media siiriani, Hanegbi avrebbe incontrato al-Sharaa lunedì ad Abu Dhabi, ma nello stesso giorno il consigliere israeliano si trovava ufficialmente a Washington con la delegazione di Netanyahu. Resta, sottolinea il Jerusalem Post, un’incertezza sulla data effettiva o sull’identità dell’alto funzionario coinvolto nel vertice.

(Nell’immagine, il presidente siriano Ahmed al-Sharaa in visita ad Abu Dhabi – Foto del ministero degli Esteri degli Emirati Arabi Uniti)