GRAN BRETAGNA – Giornalisti, dissidenti, ebrei nel mirino del regime iraniano

Dal 2022, in almeno 15 casi, l’Iran ha tentato di uccidere o sequestrare in Gran Bretagna dissidenti politici, esponenti della comunità ebraica e giornalisti. Lo riferisce il Comitato parlamentare britannico per l’Intelligence e la Sicurezza, che in un rapporto di 230 pagine parla di una minaccia in rapida espansione e sempre più sofisticata. Secondo il dossier, Teheran avrebbe condotto operazioni clandestine sul suolo britannico, ricorrendo a reti criminali locali per colpire oppositori del regime e figure considerate ostili alla Repubblica Islamica.
Gli attentati, tutti sventati in extremis dai servizi britannici, sarebbero stati progettati con diversi metodi: sorveglianza armata, pedinamenti, tentativi di aggressione fisica, con coinvolgimento di intermediari non legati a Teheran. «Non sono agenti iraniani a eseguire direttamente queste azioni», ha precisato una fonte dell’MI5 citata dal Telegraph, «ma gruppi criminali che non destano sospetti, scelti proprio per la loro apparente estraneità al contesto».
Nel dicembre scorso, due cittadini rumeni sono finiti sotto processo per aver accoltellato un giornalista persiano a Londra. Un mese fa, tre uomini iraniani sono comparsi in tribunale con l’accusa di supportare l’intelligence di Teheran e pianificare attacchi contro alcuni reporter. «Dal gennaio 2022 abbiamo sventato almeno venti complotti orchestrati dal regime iraniano contro soggetti residenti nel Regno Unito», ha avvertito l’intelligence britannica . Tra questi, attivisti, giornalisti e membri della comunità ebraica, considerati dal regime «nemici dello stato».
Secondo il Comitato parlamentare, la risposta di Londra è stata finora troppo lenta e sbilanciata: «La politica britannica sull’Iran continua a ruotare quasi esclusivamente attorno al dossier nucleare, trascurando il resto dello spettro di minacce». Da qui una raccomandazione esplicita: valutare l’inserimento del Corpo delle Guardie rivoluzionarie nella lista delle organizzazioni terroristiche, richiesta sostenuta da diversi parlamentari, ma finora ignorata dal governo.
A marzo però l’esecutivo ha introdotto una novità: ha imposto un regime speciale di sorveglianza a chiunque agisca per conto dello stato iraniano – direttamente o tramite intermediari – con l’obbligo di dichiarare pubblicamente ogni attività volta a influenzare la politica, l’opinione pubblica o i media britannici. Una misura che, assimila l’Iran al modello di controllo già applicato alla Russia.
L’ambasciata iraniana a Londra non ha commentato l’inchiesta, spiegano i media locali. In passato però aveva respinto accuse simili, definendole «strumentali» e «prive di fondamento». Ma l’allarme cresce anche fuori dai confini britannici, con Germania e Francia che hanno alzato i livelli di sicurezza attorno ai potenziali obiettivi sensibili del regime, tra cui le comunità ebraiche.