L’OPINIONE – Alberto Heimler: Di ebrei, israeliani, sionisti e sedicenti pacifisti

È importante sempre ricordare che esiste una differenza tra l’essere ebrei ed essere israeliani. Gli israeliani sono cittadini di uno Stato sovrano la cui maggioranza è costituita da ebrei, gli ebrei sono un popolo accumunato da una religione, una religione seguita con gradi di osservanza diversi da persona a persona, ma nella quale tutti si riconoscono, anche i più lontani. Gli israeliani, ebrei e no, parlano l’ebraico, gli ebrei parlano la lingua del paese in cui vivono e di cui sono cittadini. Gli israeliani hanno una loro cultura nazionale fatta di canzoni, letteratura, show televisivi, politica, gli ebrei hanno solo la religione che li unisce. Ci sono israeliani mussulmani, cristiani, buddisti, atei. Tutti partecipano e contribuiscono alla cultura nazionale e tutti votano.
Gli ebrei del mondo sono però attaccati ad Israele, la patria perduta, verso la quale hanno sempre pregato e che considerano il loro rifugio di emergenza. Per millenni Israele è stato il sogno che li sosteneva nel sopportare discriminazioni, umiliazioni, violenze inenarrabili. Israele rappresenta il mondo ideale di giustizia e di pace cui aspirare.
Quasi ottant’anni dopo la creazione dello stato d’Israele qualcosa è certo cambiato. Israele non è più il sogno, il mondo dell’utopia e della speranza, ma un vero Stato che tutti noi ebrei consideriamo un po’ anche nostro, ma del quale non siamo cittadini, non votiamo, non parliamo la lingua, non ne conosciamo la cultura, forse un po’ di letteratura, di cinema e qualche serie televisiva, ma certo non la cultura spicciola, quotidiana, della tv, dello sport, degli scandali e dei pettegolezzi. Il nostro è un rapporto non troppo diverso da quello che hanno gli italiani emigrati da generazioni in altri paesi nei confronti dell’Italia. Non seguono le decisioni dei singoli governi, ma soffrono se l’Italia soffre.
Arrivo quindi a noi. Tra gli ebrei ci sono persone favorevoli al governo di Israele, altri che vi si oppongono. È del tutto legittimo, ma l’essere ebrei non dà loro alcun titolo di merito né se appoggiano né se contrastano. Soprattutto non sono obbligati a esprimersi, né a favore né contro. Le richieste che ultimamente sono arrivate dall’ex presidente del Consiglio Giuseppe Conte alla Comunità ebraica di denunciare il governo di Israele non hanno quindi fondamento e riflettono una totale incomprensione di cosa significhi Israele per gli ebrei. Analogamente non ha alcun senso chiedere ai singoli cittadini israeliani di esprimersi personalmente in merito alle azioni del loro governo. Lo fanno già al momento del voto e in ogni caso le loro opinioni personali non hanno alcun motivo per essere rese pubbliche. Meritano rispetto come i cittadini di qualsiasi altro paese del mondo.
Quello che gli ebrei non accettano è la continua messa in discussione del diritto dello Stato di Israele a esistere. Per esempio, le azioni del movimento Bds (boicotta, disinvesti, sanziona) e che hanno influenzato la recente delibera del comune di Napoli volta a far cessare ogni relazione del Comune con lo Stato d’Israele, non sono rivolte contro il Governo, il che sarebbe peraltro legittimo solo se estese a tutti i Paesi ai cui governi ci opponiamo, ma inevitabilmente contro lo Stato di Israele nella sua interezza, contro tutte le sue istituzioni eccetto, affermano, quelle pacifiste (ma cosa mai vorrà dire?).
Si tratta pertanto di denunce fortemente partigiane, rivolte peraltro solo a una parte del conflitto. Niente suggeriscono o auspicano per l’altra parte. Persino l’Autorità nazionale palestinese si è espressa con determinazione contro Hamas, considerando la sua presenza nel governo di Gaza un vero ostacolo alla pace. Tutto questo viene ignorato da coloro che denunciano solo Israele, uniformando la loro posizione a quella degli antisionisti che negano implicitamente il diritto all’esistenza dello Stato. Gli ebrei del mondo, non solo gli israeliani, insorgono contro queste faziosità: Israele è un bene prezioso, un sogno divenuto realtà, che gli ebrei non vogliono assolutamente perdere. E in questa difesa di Israele non sono certo soli.

Alberto Heimler