DAI GIORNALI DI OGGI – Bokertov 11 luglio 2025
I negoziati in corso a Doha tra Israele e Hamas per una tregua restano in stallo, nonostante l’ottimismo dichiarato da Washington, sottolineano oggi i quotidiani. Avvenire scrive che l’intesa non si concretizzerà in pochi giorni: le parti potrebbero impiegare fino a due settimane per accordarsi su un cessate il fuoco di 60 giorni. Israele, in quel periodo, punterebbe a negoziare la fine permanente del conflitto, subordinandola al disarmo di Hamas. Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha avvertito che, in mancanza di risultati, «useremo la forza» (Sole 24 Ore).
Oggi Netanyahu tornerà in Israele dopo la sua missione a Washington. Dagli Stati Uniti, dove ha incontrato una delegazione delle famiglie degli ostaggi in mano a Hamas, ha anche fatto sapere che sarà il gruppo terroristico a scegliere i dieci ostaggi che verranno liberati nella prima fase dell’accordo, essendo tutti casi «umanitari», cioè tutti in condizioni «gravi» (Giornale).
A Gaza i civili chiedono a Hamas di firmare la tregua, riporta Domani. «Lo stanno implorando da tempo, ma ora che sono in corso i negoziati stanno cercando di mandare ad Hamas un messaggio molto chiaro. Se state parlando davvero a nome del popolo di Gaza, allora firmate l’accordo», racconta al quotidiano il giornalista palestinese Hassan Isdodi. I negoziati a Doha restano bloccati su aiuti umanitari e ruolo della Gaza Humanitarian Foundation, che Hamas vuole sostituire con l’Onu, spiega la Stampa. Su Gaza, il quotidiano torinese riporta di medici esausti che «si trovano costretti a ventilare manualmente i neonati e a stiparli in incubatrici condivise». Corriere, Repubblica e Giornale parlano di 82 palestinesi uccisi in 24 ore in attacchi israeliani, inclusi civili in fila per gli aiuti. Il Giornale riporta anche dell’attentato in Cisgiordania compiuto da due terroristi palestinesi in cui è stata uccisa una guardia di sicurezza israeliana di 22 anni.
Nir Hasson, giornalista di Haaretz, parla al Sole 24 Ore della sua inchiesta sui presunti spari dei soldati israeliani contro civili palestinesi in fila per gli aiuti a Gaza. Cinque riservisti hanno testimoniato ad Haaretz l’accaduto. In Israele, scrive il Sole, l’inchiesta ha spaccato l’opinione pubblica: «Se a parlare è l’esercito, non puoi negare. Qualcosa sta cambiando».
In visita a Roma, la viceministra israeliana degli Esteri Sharren Haskel ha criticato duramente il boicottaggio dei prodotti israeliani da parte delle Coop e il sostegno accademico al Bds, definendolo «una follia» che danneggia anche i palestinesi. Secondo Haskel, come riporta Libero, iniziative come quella contro SodaStream – azienda che impiegava centinaia di lavoratori palestinesi – hanno finito per impoverire le stesse comunità palestinesi che si vorrebbero tutelare. Il boicottaggio «distrugge ponti invece di costruirli, ostacola la cooperazione scientifica e tecnologica e mina le relazioni tra i popoli».
Francesca Albanese, relatrice Onu per i territori palestinesi, è stata sanzionata dagli Stati Uniti per la sua posizione «faziosa» contro Israele e Stati Uniti. Albanese, intervistata da Repubblica, respinge le accuse e parla di un tentativo di minare la sua missione. L’Onu e Amnesty International la difendono, mentre in Italia la sinistra si è schierata compatta al suo fianco, arrivando a proporla per il Nobel, racconta il Giornale. Il quotidiano ricorda come ad Albanese sia contestata una lettura ideologica e sbilanciata del conflitto israelo-palestinese, tesa a minimizzare il massacro del 7 ottobre e a legittimare la «resistenza palestinese» senza distinguere chiaramente da Hamas. Nell’intervista a Repubblica, Albanese non cita mai gli ostaggi e sostiene che «la guerra non si ferma per le ambizioni territoriali di Israele, sostenute dalle compagnie impegnate nei settori degli armamenti, sorveglianza, tecnologia, intelligenza artificiale, che si stanno arricchendo».
“Solidarietà” è stata espressa dall’Associazione lombarda dei giornalisti (Alg) “ai colleghi di Libero e del Giornale” dopo che nella tarda mattinata di ieri un piccolo gruppo di sinistra estrema ha manifestato sotto la sede delle due redazioni “urlando ‘servi dei sionisti e ‘non giornalisti, ma organi di propaganda e di polizia al servizio di questo governo'”. «Andate a lavorare», replica in prima pagina oggi Libero ai contestatori. La protesta, aggiunge il Giornale, è stata definita da vari esponenti del centrodestra come «intimidatoria», «squadrista» e «antisemita», e ha suscitato ampie reazioni politiche, con solidarietà ai giornalisti da parte di governo e istituzioni.
In un’intervista a L’Unità, il direttore della Fondazione Cdec Gadi Luzzatto Voghera denuncia l’uso distorto del termine «genocidio» nel dibattito su Gaza, promosso da canali come Hamas e Al Jazeera, che diffondono «l’equiparazione Israele uguale nazismo», generando disinformazione e legittimando l’antisemitismo. Commentando il libro Il suicidio di Israele di Anna Foa, Luzzatto Voghera lo definisce «un contributo benvenuto» al dibattito, ma ne critica l’approccio: «soffre di un difetto fondamentale», cioè «guarda a Israele con sguardo e competenze occidentali», senza la conoscenza linguistica e culturale necessaria per comprendere il contesto. Inoltre, secondo lo storico, alcune letture strumentali della sinistra trasformano la voce critica di un’ebrea in un alibi per normalizzare posizioni antisioniste.
Accusare Israele di genocidio a Gaza, scrive Yasha Reibman, è diventato un riflesso automatico che ignora storia, contesto e fatti. La retorica è vecchia e oggi alimenta un clima di antisemitismo tollerato, sostenuto da dati forniti da Hamas e accettati senza verifica, ma mancano prove giuridiche e intenzionalità genocidiaria. «Mi chiedo se – quando a guerra finita sarà evidente che Israele non avrà compiuto alcun “genocidio”, quando si potrà tornare a pensare – riusciranno almeno a chiedere scusa?», conclude Reibman.
Docenti, ricercatori e studenti del Dipartimento di Chimica della Sapienza hanno inviato una lettera al proprio Consiglio di Dipartimento per chiedere di prendere posizione sul conflitto in Medio Oriente. Ripresa dal Fatto Quotidiano, la lettera propone una mozione che esprima «sdegno e sconforto, sia per la strage dei civili israeliani perpetrata da Hamas il 7 ottobre 2023 sia per la strage dei civili palestinesi attualmente in atto a Gaza da parte dell’esercito israeliano».
Il quotidiano Domani presenta il nuovo libro di Giovanni Mari, L’orchestra di Goebbels, dedicato al ministro della propaganda nazista. Il volume ricostruisce il ruolo centrale di Joseph Goebbels nel regime hitleriano, evidenziando come le sue tecniche manipolatorie, basate su falsità, razzismo e odio, abbiano influenzato i modelli di comunicazione politica fino a oggi. Mari cita un rapporto Eurispes da cui risulta che il 22 per cento degli italiani pensa che gli ebrei controllino i mezzi di informazione, il 26 è convinto che controllino la politica americana e il 37 considera “banali bravate” gli odierni episodi di antisemitismo.