DAI GIORNALI DI OGGI – Bokertov 21 luglio 2025

Alta tensione tra Israele e Santa Sede. Dopo le parole del segretario di Stato vaticano Pietro Parolin, che aveva sostenuto come sia «legittimo dubitare» della involontarietà della tragedia avvenuta alla chiesa cattolica di Gaza, domenica mattina, durante l’Angelus, papa Leone XIV ha chiesto nel suo intervento di mettere fine alla «barbarie della guerra», all’«uso indiscriminato della forza» e allo «spostamento forzato della popolazione». Venerdì il papa aveva ricevuto una telefonata di scuse dal premier Benjamin Netanyahu, che aveva parlato di un errore. Secondo il Corriere della Sera, le ultime iniziative della Santa Sede certificano «non solo che quella chiamata non basta a cancellare quanto è avvenuto negli ultimi giorni e mesi», ma confermano anche «una lettura condivisa e coordinata della strategia mediorientale». L’esercito israeliano «sta conducendo un’indagine approfondita» sull’episodio della chiesa, spiega La Stampa. I risultati preliminari, si legge, «puntano verso un singolo colpo, sparato da un carro armato in azione nella City, diretto contro un altro obiettivo centrato o forse mancato – e le cui schegge hanno colpito la cima della facciata della chiesa, vicino alla croce, sul tetto». Che è poi «il racconto dello stesso parroco, padre Gabriel Romanelli, lui ferito lievemente».

Sempre alla Stampa, il cardinale Augusto Paolo Lojudice, giudice della Cassazione vaticana, lancia gravi accuse a Israele: «C’è chi si è stracciato le vesti leggendo la parola genocidio usata da Francesco in un libro ma a Gaza siamo oltre la follia, è all’opera il male più sfrenato e senza logica. L’uccisione di bambini in fila per un pugno di riso grida giustizia a Dio». Lojudice si addentra nell’intervista in considerazioni teologiche scivolose per interpretare gli eventi in corso nella Striscia e chiede alla comunità ebraica «il sussulto di coscienza che hanno avuto pochi intellettuali» che a suo dire «sono stati subito denigrati per aver rifiutato di accettare le nefandezze che avvengono a Gaza».

Nuovo rinvio per il processo per corruzione in cui è imputato il premier israeliano Benjamin Netanyahu, che avrebbe dovuto testimoniare oggi e domani. Al primo ministro è stata riscontrata una intossicazione da cibo avariato e così i suoi legali «hanno chiesto il rinvio e il giudice non si è opposto considerate le condizioni mediche del premier», riferisce Repubblica. Dal suo canto l’accusa ha insistito perché l’udienza «venga riprogrammata per mercoledì e giovedì o comunque entro la fine della settimana, prima che la Knesset chiuda per la pausa estiva».

Chi comanda dentro Hamas? Se lo chiede Repubblica, sottolineando come mai come adesso, mentre proseguono le trattative per un cessate il fuoco con liberazione parziale degli ostaggi, sia in atto uno scontro tra “quelli di Gaza” e “quelli che stanno all’estero” tra Doha, Istanbul e Beirut. E mentre i primi accusano i secondi «di stare trattando con lo Stato ebraico senza prevedere una exit strategy sufficientemente sicura per i comandanti militari di Gaza», i secondi accusano i primi «di condizionare, fino a bloccarlo, il negoziato». In tema La Stampa racconta chi è Izz al-Din al-Haddad, detto Il Fantasma di al-Qassam, il 55enne terrorista «che ha assunto il comando della leadership decimata di Hamas a Gaza».

Un lettore di Libero si domanda con quali titoli Francesca Albanese possa svolgere l’incarico di relatrice speciale delle Nazioni Unite per i territori palestinesi. Risponde per la redazione Fausto Carioti, secondo il quale «si tratta di un classico processo di cooptazione, nel quale chi vede Israele come il cancro del pianeta promuove un proprio simile grazie a un organismo dell’Onu in cui la si pensa alla stessa maniera».