DAI GIORNALI DI OGGI – Bokertov 24 luglio 2025

Per sbloccare la trattativa sulla tregua a Gaza, l’inviato del presidente Usa Donald Trump, Steve Witkoff, è atteso oggi a Roma per incontrare i mediatori del Qatar e il ministro israeliano Ron Dermer. Si discuterà della risposta di Hamas all’ultima proposta di mediazione e della creazione di un corridoio umanitario. Gli Stati Uniti presenteranno una nuova proposta di cessate il fuoco, ma secondo fonti israeliane Hamas ha rifiutato il piano di riposizionamento delle Idf. Tra i nodi aperti: la Gaza Humanitarian Foundation, il numero dei detenuti da liberare, e le garanzie Usa per la fine del conflitto. Il piano sul tavolo prevede 60 giorni di tregua in cambio di 10 rapiti israeliani vivi e 18 salme, mentre «in ventidue resteranno in ostaggio, vivi e morti» come «assicurazione per la sopravvivenza» di Hamas, scrive il Foglio. Intanto, nota Repubblica, la Knesset ha approvato una mozione simbolica per annettere la Cisgiordania.

Molto spazio sui quotidiani italiani viene dato alla denuncia di 100 ong, che accusano Israele di affamare Gaza e chiedono l’ingresso immediato degli aiuti umanitari. Le ong descrivono operatori umanitari costretti a mettersi in fila per il cibo, mentre l’Oms parla di una “mortalità crescente” per fame. Israele respinge le accuse, ribadendo che è Hamas a bloccare la distribuzione degli aiuti (Giornale). Da maggio, fa sapere il Cogat, sono entrati 4.500 camion, 700 sono in attesa di essere prelevati e distribuiti dalle Nazioni Unite. A La Stampa una fonte militare chiarisce anche un altro punto: «Non spariamo ai cittadini innocenti che vanno a prendere il cibo. E nei siti di distribuzione non ci sono soldati di Tsahal». In visita ai soldati presenti nella Striscia, il presidente israeliano Isaac Herzog ha ribadito l’impegno dello stato ebraico a rispettare il diritto internazionale e aiutare i civili.

Secondo il Corriere della Sera il governo Netanyahu sta conducendo da tempo una «guerra alle organizzazioni umanitarie», colpendo agenzie Onu e ong con espulsioni, ostacoli burocratici e leggi punitive. Parte di questo processo, scrive il quotidiano, è la nuova procedura di registrazione prevista per le ong internazionali in Israele: ogni cooperante viene vagliato singolarmente e può essere respinto per motivi politici, anche per un post considerato «antisemita». Quanto alle ong israeliane o arabo-israeliane, un disegno di legge alla Knesset prevede una tassa fino al 23% sui finanziamenti esteri, evitabile solo con una «dichiarazione di lealtà» allo stato. Un modello simile a quello russo, sostiene il Corriere.

Un «incidente» causato da «una deviazione accidentale del proiettile». È quanto ha appurato l’inchiesta dell’esercito israeliano sull’incidente del 17 luglio alla chiesa della Sacra Famiglia a Gaza. Per evitare il ripetersi di episodi analoghi e «continuare a mitigare l’impatto sui civili, sono state ulteriormente chiarite le linee guida per l’apertura del fuoco in prossimità di edifici religiosi, rifugi e altri siti sensibili», spiega l’esercito. I portavoce militari aggiungono di avere «facilitato l’entrata di aiuti umanitari» portati dalla delegazione ecclesiale che si è recata nell’enclave tra venerdì e domenica.

La senatrice a vita Liliana Segre, segnala il Corriere della Sera, aderisce «con tutto il cuore alla dichiarazione congiunta del cardinale Matteo Zuppi e del presidente della comunità ebraica di Bologna, Daniele De Paz, sulla guerra a Gaza e sulla responsabilità comune per la pace». Secondo Segre, le loro sono «parole equilibrate, sagge e di verità. Da autentici costruttori di pace».

Davide Assael su Domani definisce «del tutto fuorviante» il paragone fatto da alcuni tra Gaza e Srebrenica: la strage del 1995 fu un eccidio sistematico, mentre a Gaza «non si vede, per fortuna, nulla di simile». A differenza della Serbia di allora, in Israele «decine di migliaia di persone ogni settimana» protestano per la pace e «nessun altro scenario di guerra mostra cittadini che sfilano con le foto dei bambini dei nemici uccisi». Assael contesta anche l’attendibilità di un sondaggio sull’80% favorevole alla pulizia etnica: «un campione ultra-ristretto» usato per rafforzare una «narrazione orientata» che «recepisce in toto la velina quotidiana di Hamas». Su La Stampa, Anna Foa commenta le foto dei bambini di Gaza denutriti e denuncia: «Mentre ci indigniamo, quei bambini muoiono». Foa accusa Israele di usare la fame come «arma di guerra».

L’antisemitismo sta dilagando in Occidente e Israele è oggetto di una campagna di disinformazione che lo dipinge come «uno Stato canaglia» e che «ha trasformato i tagliagole di Hamas in una fonte giornalistica attendibile», denuncia Mario Sechi su Libero. Sechi punta il dito sul silenzio degli intellettuali liberal e sulle ambiguità del Vaticano: «Serve più chiarezza, non sono tempi in cui la Chiesa può dichiararsi neutrale». A papa Leone XIV chiede di arginare la deriva antiebraica anche dentro la Chiesa, per non ripetere gli errori del passato. Sempre Libero racconta alcuni episodi avvenuti in Grecia contro israeliani, denunciando un clima da «caccia all’ebreo».

La ministra della Scienza e della Tecnologia israeliana Gila Gamliel ha pubblicato su X un video generato con l’IA in cui Gaza viene immaginata come una lussuosa riviera priva di palestinesi, con yacht, grattacieli, locali e una Trump Tower. Nel post scrive: «Ecco come sarà Gaza nel futuro. O noi o loro!», sostenendo che la “migrazione volontaria” dei gazawi potrà avvenire solo con Netanyahu e Trump. «Una brutalità che almeno ha il merito della sincerità», commenta Massimo Gramellini nella sua rubrica Il Caffè (Corriere della Sera).

A Salerno un consigliere comunale dell’opposizione ha chiesto al direttore d’orchestra israeliano Daniel Oren di dichiararsi contro Netanyahu per poter proseguire nel suo lavoro al teatro Verdi di Salerno, dove da vent’anni è il direttore artistico. «Oren fa il direttore d’orchestra, mica il comandante delle IDF», osserva Claudia Osmetti su Libero, criticando l’idea di «un patentino politico per salire su un palco».