SHIRIM – Gerusalemme (Eugenio Lucrezi)

Cuore che non si stanca

di battere selciati

segnatamente umani

tu vai, Gerusalemme,

sanguinando i tuoi sangui. 

Atrio di molte stanze,

ventricolo del mondo.

Per Shirim di oggi un testo del poeta Eugenio Lucrezi dal libro Se ti dimentico, Gerusalemme. Im eshkachèch Jerushalàim, immagini di Francesco Lucrezi (ed. Verbum Ferens 2020). 

L’ultimo viaggio nella città d’oro vide il chiarore invernale del cielo.

Da Tel Aviv desolata, dai lungomari dilaniati dai volti, giungemmo.

Giungemmo, e nell’oro fluttuante dei muri udimmo d’un tratto il motivo: tu vai, Gerusalemme, sanguinando i tuoi sangui”.

E andava, invero, la città peregrina, immobile come un uccello di fuoco. Il chiarore furioso ardeva nitido nel cielo di febbraio. La seguimmo come si segue una stella. 

La seguimmo, e lasciammo che ci spingesse senza sosta, ammaliandoci, che facesse delle nostre gambe carrozze per svelarci ogni dove. Mille e ancora pozzi per i nostri occhi insaziati.

Gerusalemme che vai sanguinando. 

Di te domandammo all’olivo, l’occhio intriso di nostalgia, d’un dolore nuovo e antico. 

Con te volammo su rapide ali per le dune e le vette, e ancor più in là dov’è il mare.

Inermi sostammo con un solo cuore.

Gerusalemme … atrio di molte stanze,

ventricolo del mondo”.

Shirim è a cura di Mariateresa Amabile, poetessa e docente di Diritti Antichi all’Università di Salerno