L’OPINIONE – Alberto Heimler: Hamas come il nazismo, serve la resa

Il giorno dopo aver rifiutato la proposta di accordo sul cessate il fuoco con Israele, Hamas ha sostenuto che 100mila bambini di Gaza sono a rischio di morte per denutrizione e i nostri telegiornali (perlomeno il Tg7) hanno ripreso la notizia senza porsi il minimo problema. Anzi al Tg7 la conduttrice ha chiosato: è come se 4000 classi di bambini scomparissero da un giorno all’altro. Ammettiamo che sia vero che 100mila bambini siano a rischio di morte. Io ne dubito. Ma Hamas non ci poteva pensare il giorno prima e firmare la proposta di accordo per il cessate il fuoco? E i nostri giornalisti non si accorgono della manipolazione. Sono sinceramente allibito.
È dall’ottobre 2023 che la strategia di Hamas è denunciare Israele di fronte all’opinione pubblica, inizialmente solo per i morti adesso anche per la carestia. E con successo. Nel dibattito pubblico Hamas viene denunciata solo per il pogrom del 7 ottobre. Da lì in poi, almeno per una parte dell’opinione pubblica, il colpevole di tutto quello che succede a Gaza è solo Israele. E invece non è così. È Hamas il primo responsabile delle morti, della denutrizione e della crudeltà nel tenere gli ostaggi da due anni rinchiusi nei tunnel.
Hamas non ha sottoscritto la proposta americana accettata da Israele dissentendo su punti fondamentali quali il fatto che il cessate il fuoco dovrebbe essere permanente (mentre la proposta era che intanto si iniziava con una tregua di 60 giorni), sul tipo di prigionieri da liberare in cambio di soli dieci ostaggi (Hamas pretende la scarcerazione di migliaia di prigionieri inclusi numerosi ergastolani e alcuni responsabili dell’assalto ai kibbutz il 7 ottobre), sul fatto che la distribuzione degli aiuti umanitari fosse gestita da Hamas (mentre la proposta prevedeva la Gaza Humanitarian Foundation). Non spetta a me stabilire cosa sia giusto o sbagliato in un negoziato, ma si tratta di punti su cui Hamas non si era opposto nella fase negoziale e che sarebbe stato ben possibile ridiscutere nei 60 giorni previsti dall’accordo in discussione.
E invece Hamas ha preferito continuare la guerra e lasciare i 100mila bambini denutriti, probabilmente nell’erronea speranza che l’opinione pubblica occidentale costringa Israele alla resa. È lo stesso errore commesso il 7 ottobre. Allora Hamas sperava che Hezbollah e la Siria avrebbero attaccato Israele in forze e che i palestinesi della Cisgiordania e gli arabi israeliani si sarebbero ribellati. Così oggi. Sì, l’opinione pubblica occidentale si indigna alle rivelazioni di Hamas (e peraltro non la maggioranza), ma tutto ciò ha un’influenza solo marginale sulle politiche di Israele anche in prospettiva.
Si pensa che Hamas sia un gruppo di terroristi che tiene in ostaggio la popolazione civile di Gaza. Non è esattamente così. Hamas è un movimento politico che ha amministrato la Striscia di Gaza negli ultimi vent’anni, creando una fortezza sotterranea, ma anche promuovendo il benessere della popolazione con aiuti vari e servizi relativamente efficienti. È cioè un governo, certo non democratico, ma a lungo sostenuto dalla popolazione, non una dittatura a essa ostile. E i suoi obiettivi erano largamente condivisi, sia come conseguenza di un sistema educativo che demonizza Israele fin dai libri delle elementari, sia da un’impostazione religiosa che largamente promuove l’uccisione degli infedeli in terra d’Israele. Hamas è quindi integrato all’interno della società di Gaza, non un corpo estraneo.
È come la guerra contro il nazismo. Non tutti i tedeschi erano nazisti, anche se la maggioranza lo era, ma tutti hanno dovuto subire le conseguenze della guerra. Con la resa di Hitler la guerra è finita. Lo stesso avverrà a Gaza. A un certo punto Hamas dichiarerà la resa. Purtroppo non sappiamo quando. Prima Hamas si arrenderà, prima questa tragedia finirà. L’opinione pubblica occidentale e la politica che la rappresenta dovrebbero cercare di capire in capo a chi sono le responsabilità principali di quanto accade e smettere di addossare tutte le colpe solo a Israele. Così facendo si rafforza Hamas e si estende la durata del conflitto. Il nostro governo è tra i pochi ad averlo capito.

Alberto Heimler