DAI GIORNALI DI OGGI – Bokertov 30 luglio 2025

Il primo ministro britannico, Keir Starmer ha annunciato, durante un consiglio dei ministri d’emergenza, che il Regno Unito è pronto a riconoscere lo stato di Palestina al Consiglio di Sicurezza dell’Onu del prossimo 9 settembre. Il riconoscimento avverrà, ha dichiarato il premier laburista, se Israele non compirà «passi concreti» per migliorare la situazione umanitaria a Gaza, non procederà con nuove annessioni in Cisgiordania e non riavvierà un dialogo verso la soluzione dei due Stati. La mossa, scrive la Repubblica, segue quella già intrapresa dalla Francia e segna un importante cambio di rotta tra i grandi paesi europei. Starmer ha motivato la decisione anche con l’impatto che le immagini della fame a Gaza hanno avuto sull’opinione pubblica britannica: «I lanci di aiuti non bastano, servono 500 camion al giorno». Allo stesso tempo, sottolinea il Sole 24 Ore, il primo ministro «ha chiarito che il sostegno a Israele non è in discussione».

«Starmer premia il mostruoso terrorismo di Hamas e ne punisce le vittime. Uno Stato jihadista al confine con Israele oggi minaccerà la Gran Bretagna domani. L’appeasement nei confronti dei terroristi jihadisti fallisce sempre. Fallirà anche per voi. Non accadrà», ha commentato il premier israeliano, Benjamin Netanyahu, dopo l’annuncio di Londra, come racconta il Giornale. Il presidente Usa Donald Trump, riporta invece il Corriere, si è chiamato fuori dalla contesa, anche se dall’amministrazione americana sono arrivate condanne per la scelta di Starmer. Sui quotidiani le opinioni si dividono tra chi sostiene che l’Italia debba seguire l’esempio di Regno Unito e Francia (ad esempio Stefano Stefanini su La Stampa) e chi sottolinea che non esistono i presupposti per riconoscere uno stato palestinese (Vittorio Feltri sul Giornale).

In un’intervista al Giornale, Sharren Haskel, viceministra degli Esteri israeliana, dichiara che Israele è pronto a intraprendere decisioni unilaterali, come l’annessione della Cisgiordania e di alcune aree di Gaza, in risposta al riconoscimento dello Stato palestinese da parte di Francia, Regno Unito e altri paesi. Secondo Haskel, questi atti premiano Hamas e «autorizzano» Gerusalemme ad agire allo stesso modo. Per lei, le Nazioni Unite sono diventate «strumento della propaganda islamista» e definisce le denunce sulla fame a Gaza come «falsità diffuse da Hamas». Poi aggiunge: «L’Onu ha i camion fermi. Preferisce sminuirci che nutrire i bambini». Haskel definisce «spazzatura» il report di due ong israeliane che accusano il governo israeliano di genocidio a Gaza. Repubblica intervista a riguardo il rappresentante di una delle due ong, Shai Parnes, di B’Tselem. «Sta distruggendo il futuro di Gaza, ecco perché accuso il mio paese di genocidio», afferma Parnes, accusando governo israeliano ed esercito «di voler distruggere la capacità dei palestinesi di continuare a vivere come gruppo».

La procura di Milano indaga per percosse aggravate dall’odio razziale per l’aggressione a due turisti ebrei francesi, padre e figlio, in un’area di servizio sulla Milano-Laghi. Il caso ha riacceso l’allarme sull’antisemitismo in Italia. «Non mi ha sorpreso, c’è un odio legittimato», ha commentato il rabbino capo di Milano, Alfonso Arbib, ripreso oggi dai diversi quotidiani. «Ho avuto reazioni di solidarietà, ma ho ricevuto anche messaggi online di odio e violenza», racconta al Corriere della Sera Elie Sultan, il padre vittima dell’aggressione. Online ha ricevuto altri insulti antisemiti: «Mi dicevano che dovrei avere un tatuaggio al braccio e che sono autore di genocidio». Attacchi simili a quelli ricevuti durante la violenza nell’area di servizio («assassini, Palestina libera, qui non è Gaza»). Sempre al Corriere il genero, che vive a Milano, sottolinea il trauma per il bambino di 6 anni che ha assistito all’aggressione al padre; aggressione nata «solo perché mio suocero portava la kippah». Entrambi sono determinati «a cercare giustizia» e «a vivere la vita di sempre». Elie, sottolinea Repubblica, ha ribadito: «Non ho tolto la mia kippah e non la toglierò mai». Parole riprese anche dal Riformista che le mette in prima pagina assieme a una foto di una persona con la kippah. Alla famiglia di Sultan, oltre alla solidarietà delle istituzioni e del mondo ebraico italiano, è arrivata quella del governo francese che ha definito l’incidente «intollerabile».

Sui quotidiani l’episodio antisemita è al centro di molte riflessioni. Intervistato da La Stampa, Gadi Luzzatto Voghera, direttore del Cdec, avverte che chiedere agli ebrei di dissociarsi da Israele equivale a un atto antisemita. I dati parlano chiaro: nel 2024 gli episodi censiti sono quasi raddoppiati rispetto al 2023. L’odio, sottolinea, si è diffuso ben oltre le frange estremiste. Il quotidiano torinese cita anche l’intervento su Pagine Ebraiche, di Sara Levi Sacerdotti in cui denuncia un clima da «nuovo Juden Raus», in cui slogan antisionisti diventano pretesti per colpire gli ebrei. «Non possiamo confondere il diritto alla protesta in favore dei palestinesi con il diritto a odiare un altro popolo», scrive Annalisa Cuzzocrea su Repubblica. Per Massimo Gramellini (Corriere) si può dire «abbasso Netanyahu» e «viva gli ebrei» nella stessa frase, senza per questo legittimare l’odio.
«Dopo la caccia all’ebreo in autogrill che altro deve succedere?», si interroga Daniele Capezzone su Libero, invitando a non minimizzare l’aggressione a Elie Sultan. A riguardo, Davide Romano, intervistato da La Stampa, sottolinea: «Quando ad agire è il branco c’è da aver paura». Sulle stesse pagine Assia Neumann Dayan osserva: «Davanti a un qualunque episodio di violenza gratuita le persone si indignano, qui un po’ meno, qui un po’ se la sono meritata» e denuncia come sia «troppo comodo» attribuire al governo israeliano e Netanyahu le responsabilità degli atti antisemiti.

Libero dedica la prima pagina alla relatrice Onu, Francesca Albanese, intervenuta in parlamento su invito delle opposizioni. «Una poltrona per Gaza», titola il quotidiano, descrivendo l’iniziativa come una “passerella” sostenuta con entusiasmo dalla sinistra. Nel suo intervento Albanese, denuncia Libero, ha attribuito l’aumento dell’antisemitismo alle «azioni di Israele» e ha minimizzato i recenti episodi in Italia, come l’aggressione a Elie Sultan. A chi le chiedeva se intende entrare in politica, ha risposto: «Non lo escludo». Il quotidiano evidenzia anche come, nel suo intervento alla Camera, la relatrice Onu abbia puntato il dito solo contro Israele, parlando di «apartheid, occupazione e impunità», ignorando Hamas e le sue responsabilità.

È stato ucciso nei pressi di Hebron l’attivista e giornalista palestinese Awdah Hathaleen, coautore del documentario premio Oscar No Other Land. Secondo il Giornale, l’omicidio è stato commesso dall’estremista israeliano Yinon Levi, già sanzionato da UE, Regno Unito e Stati Uniti. Levi è stato fermato e posto agli arresti domiciliari dalle autorità israeliane.