LA SVEGLIA – Ephraim Nissan: La sbornia antiebraica da Corfù alla Calabria

Chi scrive, nato in Israele e formatosi soprattutto a Milano fin dall’infanzia (solo in questo pari ad Albert Einstein: ma quanti a Milano sanno che lui era “milanese?”), è uno studioso che di solito scrive per altri studiosi, e molto. (Un compianto, famoso, ineguagliabile professore di matematica della Scuola ebraica di Milano, Enzo Foà, si rivolgeva a me con: “Grafomane!” dato che con la penna, ero sempre attivo).
Probabilmente il fatto di scrivere da Londra, renderà più accettabile che io ricordi agli italiani il verbo coventrizzareadattato dal tedesco, nel senso di distruggere la città di Coventry qui in Inghilterra per il piacere di farlo. Mario Appelius scrisse su un giornale italiano: «L’Inghilterra ha disobbedito, l’Inghilterra va distrutta. Di Appelius era lo slogan: «Dio stramaledica gli inglesi! Grazie all’amnistia di Togliatti, Appelius non finì in prigione, ma (forse per aver invocato a sproposito il Padreterno?) una meningoencefalite lo portò via nel 1946. Galeazzo Ciano, che sapeva l’inglese (ciò che lo rendeva irresistibile ad Edda Mussolini) rilasciò un’intervista alla stampa occidentale sul piacere estetico di bombardare le capanne e la gente di un villaggio etiope; fece scalpore.

Nientemeno che un giudice in pensione a Roma ha scritto su Facebook, il 30 maggio 2025, che nessuna punizione divina sarebbe dura abbastanza per punire Israele. Subito dopo il 7 ottobre 2023, fui sbalordito a vedere un post di quell’«amico (un quarto di secolo fa, sgobbai di mia iniziativa per dargli visibilità internazionale) dichiarare che chi mostra pietà (per gli israeliani massacrati) è una belva. Un tale rispose che eh sì, lui era giudice, così emette sentenze. Il giudice, indispettito, rispose: «Grazie. Un altro lo definì invece «Maestro di vita.

Due giorni dopo, faceva già le capriole in toni patetici in favore di un’umanità (Gaza) che grida di paura nella notte (a Gaza) sotto i colpi di una belva ferita (Israele). In una mail molto educata, gli feci presente che i villaggi massacrati erano a breve distanza da dove ero vissuto per dieci anni, e che quella gente veniva in città. Niente risposta, né tantomeno, condoglianze. Nel frattempo, il suo seguito su Facebook si è infoltito, e qualitativamente modificato. Adesso è arrivato ad ascrivere a Israele quel che secondo lui è, parole sue, «un rito satanico. Due volte l’Apocalisse di Giovanni (in un’epistola agli Smirnioti e in una a quelli di Filadelfia) menziona la «Sinagoga di Satana.

Ho anche visto un post di una tizia che rispondendo ad un post di Niram Ferretti, ha annunciato che ha preso i nomi di tutti i commentatori (che non sono solo ebrei), «sinagoga di Satana, e come prima parola, si è rivolta a Ferretti come «antisemita. Un commento ad un post del giudice faceva notare che loro erano cristiani, mentre «quelli sono ebrei, fermi all’occhio per occhio, dente per dente. Osservazione sollevata già nel novembre 2023 dall’ebraista Cardinal Ravasi. Senonché, un controllo veloce lo avrebbe edotto che l’intera esegesi ebraica di quella norma la colloca nel diritto dell’indennizzo, e che prescrive non già di cavare un occhio, ma a far sì che l’indennizzo pecuniario sia commensurato, non una miseria.

Ho menzionato Mario Appelius e Galeazzo Ciano, e anche l’amnistia che va sotto il nome di Togliatti. Tante cose si sono dimenticate in Italia, e la salutare pratica di voltare gabbana e quindi mantenere le stesse idee sotto un colore nuovo, abbinata all’averla fatta franca nel Dopoguerra, soprattutto per la caccia all’ebreo succeduta all’esclusione e ripudio dello stesso, già nel 1982 (quando dopo pochi mesi schizzai via dall’Italia, inorridito), ed ora fin dal 7 ottobre 2023 a questa parte, rende possibili sconcezze ineguagliate nella pur assai problematica Gran Bretagna, e forse eguagliate nella (demograficamente, culturalmente, e storicamente chiaramente più povera dell’Italia) Repubblica d’Irlanda. Che non ebbe il dramma di dover fare i conti con la Roma pontificia avversa all’Unità d’Italia, ciò che indirettamente facilitò l’integrazione ebraica nello Stato sabaudo unitario, che venne anche avvilito in ambienti clericali come “Stato ebraico” (udite, udite), vale a dire, uno Stato in cui agli ebrei erano stati concessi dei diritti. Il “problema” di avere Roma in mezzo (in parole povere: tutto bene finché non nacque il Protestantesimo, tutto male poi, per non averlo accettato) venne, alla vigilia del Risorgimento, messo in evidenza con qualche faziosità di ispirazione dai suoi natali ginevrini calvinisti, dall’economista Sismondo Sismondi, trapiantato a Pescia, “la Svizzera pesciatina”. Scandalizzato, rispose con un trattatello un autore che nella traduzione inglese, subito pubblicata, venne chiamato Count Alexander Manzoni.

Con l’andazzo d’oggigiorno in Italia “sub specie adversandi Judaeos“, chissà in quanti farebbero le capriole di gioia se rivelassi gli orrori di un bombardamento italiano di Tel Aviv (da parte di un’aviazione che cercava di mostrarsi all’altezza dell'”alleato crossouncinato” come lo chiamavano i cinegiornali, e che aveva preso il volo dal Dodecanneso). Fece scalpore nell’Impero britannico. Il comune di Tel Aviv espresse la commozione per un messaggio di solidarietà ricevuto da militari di stanza nel Sudan.

Va anche detto che gli arabi di Palestina furono molto contrariati per un bombardamento italiano che distrusse un caffè brulicante di gente, dato che un caffè di spicco era Piazza degli Affari. Già il duce che si era dichiarato “Spada dell’Islam” aveva offeso molti, nei Paesi a maggioranza araba o islamica. Ed il suo aver fatto l’orco in Libia sottrasse consensi arabi a lui, e purtroppo non di rado quei consensi andarono a vantaggio della Germania, che le colonie le aveva perse nella Grande Guerra.


Ma se l’esportazione dei cedri calabresi viene bloccata per volere di 104 sindaci della Regione, sarebbe non sarebbe il caso di considerare un contro-boicottaggio? Vi sono precedenti, ma da discussioni, emerge che vi sarebbero notevoli danni, ad ebrei e non-ebrei, che forse farebbero piacere e porterebbero acqua al mulino di elementi dichiaratamente ostili.

Nel 1892, a Corfù venne trovata uccisa una bambina ebrea. I locali accusarono gli ebrei di aver bevuto il sangue di una bambina cristiana (e che no, il padre maestro di scuola non era il vero padre, a loro parere). Molti degli ebrei di Corfù ancora parlavano un loro dialetto pugliese, dato che furono cacciato dal Meridione nel Cinquecento, come quelli calabresi. (Un grande mistico ebreo della Galilea e di Damasco, nel Rinascimento, si chiamava Haim Vital Calabresi.) In tutto il mondo, tra gli ebrei si decise di boicottare i cedri di Corfù, e così fu. Il consiglio comunale di Brindisi, si era nell’era liberale sabauda, prese la generosa decisione di offrire un terreno per l’insediamento di profughi ebrei da Corfù. Che invece andato ad Ancona ed a Trieste, dove due generazioni dopo furono una piuttosto facile preda dei rastrellamenti e della deportazione. La comunità ebraica di Corfù venne quasi interamente deportata e sterminata. A Trieste, si ricordi, il sindaco credette bene accompagnare i nazisti in qualcuno dei rastrellamenti di ebrei. Ricordo come nel 1978, avendo vinto a Trieste le elezioni comunali, la Lista per Trieste (una lista civica nota anche come la lista del Melone) tirò il busto del sindaco collaborazionista coi nazisti fuori dalla soffitta o dalla cantina, e lo mise in bella vista in Comune.

Rivado col pensiero, ogni tanto, al consiglio municipale di Brindisi nel 1892. Vedete, e anche consultando la base dati dei discorsi, talvolta bellissimi, alla Camera dell’Ottocento vi rendereste conto, i galantuomini di allora erano di una tempra diversa di quella del governatore attuale della Puglia, e della celebrità nazionale (nonché ex primo ministro) di Volturara Appula – quello che alla Camera ha dichiarato la riduzione alla fame di otto (sic) milioni di gazawi – e della celebrità internazionale, e rapporteur all’Onu, la non proprio avvocata denunciatrice di “lobby ebraiche” e via dicendo, veduta su da Ariano Irpino, proprio adiacente alle Puglie. Una strada tutte curve e tornanti conduce da Ariano a Volturara: ho controllato sulle mappe di Google.

Vi sono attualmente ebrei che si torcono le mani, in Italia e altrove, con un ribollire di consultazioni sul da farsi, anche per risparmiare esiti di miseria alle famiglie che dei cedri vivono, sia quelle ebraiche, sia quelle calabresi dei frutteti, sia i calabresi “tornati” all’ebraismo dopo le conversioni forzate del Cinquecento, guidati da Barbara Aiello (che ha un sito in Rete) e che in Calabria ci vivono). Alla fine del secolo nono, l’abate e santo calabrese Nilo da Rossano, quand’erano sotto giudizio assassini di ebrei, la mise così: «Eh, per punire un cristiano che ha ucciso ebrei, ne dovrebbe aver ucciso almeno sei.

Nel corso di un dibattito condotto privatamente (su mia sollecitazione) sulla crisi degli etroghim calabresi, un rabbino è intervenuto, ed ha messo il dito sul peggio della piaga: «R. Pinechas ben Yair che non si approfittava mai dell’invito di nessuno a pranzo: ‘Chi ha e invita di malavoglia, chi invita volentieri ma non ha’. Si tratta solo di stabilire a quale categoria appartiene il sindaco. Ma concordo in linea di principio che non ci si approfitti di lui per evitare che lui si approfitti di noi.

La deficienza di empatia presso tanta parte della popolazione italiana non è venuta meno, ciò che fa apprezzare i casi luminosi di eccezioni che fanno la regola. Farinacci dichiarò che gli italiani erano antisemiti da secoli, e che non si aveva intenzione che cambiassero. Nel mondo, di solito gli ebrei sanno ben poco dell’Italia, che hanno in grande simpatia, ma Francesca Albanese ha aperto a tanti ebrei gli occhi sulle magagne dell’astio antiebraico in Italia, astio che gli ebrei italiani hanno a lungo preferito celare, per carità di patria.

La disumanizzazione e la trance dell’esaltazione guidata dall’odio hanno già, storicamente, portato alcuni dei responsabili ad una misera fine a Piazzale Loreto, che un direttore di giornale a Tel Avi, Ezriel Carlebach, giudicò a caldo severamente, come fuga delle masse italiane dalle responsabilità che avevano in proprio per quel che avevano combinato ai tanti popoli calpestati dall’Asse (popoli che enumerò).

Togliatti affermò una ragione terribile per il suo rifiuto di chiedere ai sovietici di liberare (subito subito!) i prigionieri italiani di guerra, e diede una spiegazione orrenda, ma, è tristissimo trovarsi col senno di poi a convenirne con grande riluttanza, psicologicamente azzeccata. (Affermò, nientemeno, che ci sarebbe voluto un morto in ogni casa, per aprire gli occhi agli italiani sulla portata di quanto avevano combinato.) E sì che fu lui, Togliatti, da ministro di Grazia e Giustizia, a concedere (d’accordo con De Gasperi) un’amnistia strabiliante, che naturalmente corteggiava le masse variamente colpevoli (per quanto non avessero patemi d’animo, né ne hanno ancora) affinché’ affluissero nei due grandi partiti di allora. Per non dire dell’aver fatto suo braccio destro, al Ministero, Gaetano Azzariti, quello che di suo pugno aveva scritto le leggi razziali, che era stato presidente del Tribunale della Razza, e che sarebbe poi diventato Presidente della Corte Costituzionale.

Senza dubbio, fu lenona della iattanza attuale degli odiatori (un giudice che conosco e che credevo amico, ha scritto in Facebook addirittura di «rito satanico di Israele), l’impunità di cui godette la stragrande maggioranza dei perpetratori negli Anni dell’Asse (contro ebrei, slavi di Iugoslavia, libici, etiopi, greci, sovietici: in uno dei bombardamenti italiani di Tel Aviv, beccarono un ospizio di disabili). Impunità per i trascorsi del passato regime, che facilitò ed ancora facilita moltissimo, anche mediante il trasformismo dei colori politici, il tanto familiare atteggiarsi a Capitan Fracassa (un disguido di tastiera mi ha fatto battere “FracaSSa”), di chi rimonta sul cavallo dell’odio antiebraico.

Abbiamo visto (o quanto meno, io ho visto) i video da Varese, in cui uno striscione assegnava la Medaglia d’Oro per la Resistenza ai 75 anni di resistenza palestinese contro Israele, con un’ossessa che guidava il coro con «Israele via via, Palestina mia mia. Eredi, quelli, del Comitato di Liberazione Nazionale del Nord Italia? O piuttosto delle SS italiane, al diretto comando dei tedeschi?

Il desolante episodio cui assistette con la consorte, umiliato ma coraggiosamente, Aldo Winkler alla sezione del Pd di Monte Porzio Catone, sentendosi dire con l’approvazione dei presenti che «gli ashkenaziti controllano le ricchezze del mondo e sono responsabili per le guerre globali, mentre le tessere dell’Anpi venivano offerte come panini caldi ai presenti a prescindere dalle opinioni riprese tali quali dalla propaganda dell’Asse (abbiamo visto persone decenti rinunciare all’incarico che avevano in seno all’Anpi: una maramaglia con idee Asse-compatibili ha invaso l’associazione partigiani come i pulcini di cuculo, o come la calata di Alarico), mi ha fatto ricordare una foto.

Mi ricordai di come, quando il Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea di Milano pubblicò in ciclostilato, all’inizio del 1982, un volume rilegato in verde che ho ancora, sul clima di estremo antisemitismo promosso allora dai mezzi di comunicazione di massa in Italia, una foto in apertura mostrava (anonimizzandola) una lettera minatoria che un inquilino o inquilina a Roma aveva inviato alla proprietaria ebrea, mescolando, con concisione lapidaria, antisemitismo clericale, comunista, e nazista, con la promessa di nuovi campi di sterminio.

L’autolesionismo nel caso della presa di posizione dei sindaci calabresi, ed in particolare nella Riviera dei Cedri, è evidente, ed il peggio potenzialmente imminente. Chi non ha preso la sbornia, svegli gli altri, per il bene di tutti.

Ephraim Nissan, Londra