DAI GIORNALI DI OGGI – Bokertov 6 agosto 2025
La decisione di occupare la Striscia di Gaza sarà sottoposta all’attenzione del governo israeliano nella giornata di giovedì. Come illustrano vari giornali, tutto avverrà in un clima di tensione interna al paese. Anche per via dello scontro in atto tra l’esecutivo e il capo di stato maggiore Eyal Zamir, contrario alla misura.
“L’esercito contro Netanyahu su Gaza”, titola tra gli altri Repubblica. “Da falco dell’invasione totale a spina nel fianco di Bibi”, scrive il Corriere della Sera di Zamir.
“Gaza, militari in rivolta”, sottolinea La Stampa, segnalando come sia in aumento il numero di suicidi tra soldati tornati da Gaza (in particolare riservisti).
«Dopo aver visto le immagini di Rom Braslavsky ed Evyatar David ridotti pelle e ossa, siamo stati sopraffatti dalla disperazione», racconta al Corriere della Sera un rappresentante del Forum delle famiglie degli ostaggi, Gili Roman. «Ma non possiamo perdere la speranza», aggiunge l’uomo. «Per voi è una faccenda politica, teorica, per noi è la famiglia, la vita. Sono tre anni che manifesto contro il governo, prima per la riforma della giustizia, poi per questa guerra terribile. Ma le colpe le ha anche la comunità internazionale». Quali, viene chiesto a Roman. «Da subito, fuori da Israele, le piazze chiedevano di cessare il fuoco. Giusto, ma chi menzionava anche la liberazione degli ostaggi? Come se questo fosse un problema minore. Un problema israeliano, non di tutte le democrazie».
“L’Università di Pisa cancella gli accordi con Israele (ma quelli con l’Iran vanno bene)”, denuncia il Foglio, rendendo noto che l’ateneo pisano ha due accordi in corso con altrettante istituzioni iraniane: la Amol University e soprattutto la Sharif University, rispetto alla quale il britannico The Guardian ha scritto: «La rapidità con cui l’Iran ha sviluppato il suo programma di droni è stata in parte dovuta al supporto alla ricerca di Sharif».
«Israele tende a ignorare gli annunci dell’Unione europea, soprattutto perché gode di un solido sostegno da parte di Trump», dichiara alla Stampa il politologo israeliano Aharon Bergman. «Ma ciò che accade nella Striscia di Gaza – e anche in Cisgiordania – è così grave che l’Ue dovrà adottare misure decisive, e, quando dico “misure decisive”, intendo sanzioni». Secondo Bergman, «Israele non risponderà alle parole, ma solo alle sanzioni». La Stampa intervista anche Stefano Levi Della Torre, tra i firmatari di un appello di “intellettuali e militanti per la pace ebrei italiani” per il riconoscimento dello Stato palestinese.
«Netanyahu e la maggior parte dei membri della coalizione e alcuni membri dell’opposizione dovrebbero essere processati per i crimini di guerra a Gaza», dice a Repubblica il deputato israeliano Ofer Cassif della lista Hadash-Taal, espulso ieri dalla Knesset dopo aver sostenuto la tesi che a Gaza sia in corso un genocidio.
«Abbiamo ormai diviso l’umanità in due gruppi: quelli che dicono “genocidio” e quelli che no», scrive Andrea Minuz sul Foglio. «Tentennano, ci girano intorno, restano in silenzio. Sono tutti “complici di genocidio”. Non c’è altra scelta: “Rimuovi dagli amici”. Ti devi esporre, lo devi dire in pubblico, perché non lo dici? Il genocidio non va mai in ferie, si porta sotto l’ombrellone, in spiaggia, con la canicola».
“Gli intellò rossi hanno tolto l’eskimo: in redazione ora va la kefiah”, accusa Libero. Nell’articolo, Daniele Capezzone parla di “faziosità” diffusa anche in molte redazioni, con articoli costruiti contro Israele e talvolta «perfino con punte di comprensione, se non di giustificazione, nei confronti di Hamas». In un altro articolo, Libero si sofferma sulle «immagini fabbricate per convincere il mondo che la popolazione della Striscia è vittima della carestia provocata dai sionisti».
Una petizione firmata da un centinaio di persone ha chiesto la rimozione di Michelangelo Agrusti dalla presidenza del festival letterario Pordenonelegge per la “colpa” di aver esposto la bandiera israeliana, per mesi, all’esterno della sede locale di Confindustria. «Rimuovere quella bandiera non è stata una resa, ma un gesto per non offrire a chi cerca pretesti la possibilità di strumentalizzare», spiega Agrusti in un intervento sul Foglio. «Ma quella bandiera tornerà dov’era quando questa guerra sarà finita, e con essa anche il terrore. Perché nessuna cultura può crescere nell’equidistanza morale tra chi rivendica il diritto a vivere e chi lo nega».
Il 14 ottobre prossimo a Udine è in programma Italia-Israele per le qualificazione ai Mondiali di calcio del 2026. Il Giornale riporta nel merito le parole del deputato e responsabile Sport del Pd Mauro Berruto, secondo il quale «Italia-Israele non dovrebbe proprio essere giocata» e in alternativa «serve almeno un gesto simbolico come le magliette rosse di Panatta e Bertolucci nel Cile di Pinochet».
«Chi è ebreo sa che la pace è nel nostro dna: shalom è il saluto che usiamo ogni giorno, le chaim, il brindisi alla vita. Siamo un popolo che prega per la pace più volte al giorno, ma che sa anche di non poter abbassare la guardia», spiega l’ex vicepresidente della Comunità ebraica romana Ruben Della Rocca al Riformista. «Finché ci saranno nemici che vogliono la nostra distruzione, non ci sarà sicurezza. Ma anche questo momento passerà».
Elie Sultan, il 52enne ebreo di nazionalità francese che ha denunciato di aver subito un’aggressione nell’autogrill di Lainate, è stato iscritto nel registro degli indagati con l’accusa di lesioni, aggravate dall’odio razziale. L’uomo si è detto «scioccato» per questa iniziativa del pm, riporta il Corriere della Sera. Per poi ribadire che «la ricostruzione degli altri non è veritiera» e che «la realtà è l’opposto».
Il Tempo segnala un nuovo episodio di antisemitismo: svastiche e scritte antisemite sono comparse ieri mattina sulla porta di un’abitazione di Milano dove risiede una famiglia ebraica. Sul posto «è intervenuta la digos e ora si indaga per risalire ai responsabili».