DAI GIORNALI DI OGGI – Bokertov 14 agosto 2025

L’esercito israeliano ha approvato il terzo piano operativo per l’attacco a Gaza City, dopo che i precedenti due erano stati giudicati troppo «fiacchi» dal governo Netanyahu, scrive il Corriere della Sera. L’operazione, che potrebbe richiedere l’evacuazione di 1,2 milioni di civili e il richiamo di 100 mila riservisti, mira alla conquista della città e potrebbe costare oltre 25 miliardi di euro. Secondo l’emittente Channel 12, citata da Repubblica, Israele tratta con cinque paesi – Indonesia, Somaliland, Uganda, Sud Sudan e Libia – per un reinsediamento volontario dei gazawi. «Il Somaliland spera di ottenere un riconoscimento internazionale attraverso l’accordo», sostiene Repubblica. «Il Sud Sudan, dove ieri è arrivata in visita la viceministra degli Esteri israeliana, Sharren Haskel, ha smentito che ci siano colloqui in corso su questo tema».
Al Cairo, Egitto e Qatar tentano di mediare per una tregua di 60 giorni in cambio della liberazione parziale degli ostaggi, ma Israele chiede il rilascio di tutti e il disarmo di Hamas.

Lo sciopero generale del 17 agosto in Israele è un modo «per dimostrare solidarietà e segnalare al governo» l’urgenza di liberare gli ostaggi e porre fine alla guerra, afferma su Repubblica Nehemia “Chemi” Peres, figlio di Shimon Peres. Pur accusando Hamas di voler «l’annientamento di Israele» e di usare la popolazione come scudo, critica la gestione militare di Netanyahu, sostiene che «serve una soluzione politica» e che la maggioranza degli israeliani vuole fermare il conflitto. Respinge le accuse di genocidio e carestia deliberata, parlando di «molta ipocrisia e antisemitismo».

Oltre alle manifestazioni delle opposizioni e contro la guerra, Netanyahu deve fronteggiare le divisioni interne alla sua coalizione. Il Corriere della Sera scrive che il richiamo di 430 mila riservisti è stato rinviato perché la maggioranza non ha trovato i voti necessari, con i ministri dell’estrema destra che vogliono «l’occupazione totale della Striscia e la ricostruzione delle colonie evacuate nel 2005». Sempre secondo il quotidiano, il capo di stato maggiore Eyal Zamir «avrebbe confidato che Sara Netanyahu e il figlio Yair vogliono cacciarlo», nonostante sia stato nominato dal primo ministro pochi mesi fa.

«Cacciare i palestinesi da quella terra per spedirli nel Sinai, in Egitto? Sarebbe una follia al cubo. Non esiste alternativa al fatto di costruire uno Stato palestinese che non rappresenti un pericolo e viva in pace con Israele» dichiara al Corriere della Sera il ministro della Difesa Guido Crosetto, che avverte: «Netanyahu non ha ascoltato l’appello di nessuno, nemmeno degli Usa, e il rischio è che, superando la misura nella lotta a Hamas, Israele crei le condizioni perché futuri terroristi crescano e si alimentino, legittimando l’odio». Crosetto sottolinea che l’Italia ha bloccato ogni fornitura di armi a Tel Aviv dopo il 7 ottobre e che «serve un lavoro di taglia e cuci, una trattativa quotidiana per fermare la guerra, come con Putin».

Dal 2024 sono arrivati in Italia 180 bambini palestinesi feriti o gravemente malati provenienti da Gaza, di cui 31 giunti ieri a Roma per ricevere cure specialistiche in ospedali italiani, racconta La Stampa. L’operazione, definita dalla Farnesina «la più importante operazione sanitaria condotta finora», è frutto della collaborazione tra governo, Protezione civile, forze armate, Croce Rossa e organizzazioni umanitarie. Il ministro degli Esteri Antonio Tajani li ha descritti come «un simbolo di speranza». Sommando anche i familiari e i ricongiungimenti, i palestinesi accolti in Italia dall’inizio della guerra sono 914 (Giornale).

“Finale Psg-Tottenham: Gaza è sbarcata a Udine. La tifoseria più islamica contro quella più ebraica” titola Libero, raccontando come per la Supercoppa europea il capoluogo friulano sia stato blindato con un imponente piano di sicurezza per evitare scontri tra i tifosi parigini filo-palestinesi e quelli degli Spurs legati alla comunità ebraica londinese. La partita si è aperta con uno striscione srotolato sul campo da nove bambini provenienti da Iraq, Afghanistan, Ucraina, Gaza: «Basta uccidere bambini, basta uccidere civili».

Il Foglio critica l’appello di 44 esponenti Pd – promosso dal responsabile sport Mauro Berruto – per sospendere Israele dalle competizioni sportive, definendolo «improvvido» e incoerente: non sono stati chiesti analoghi provvedimenti contro Iran o Cina, e colpire atleti di una democrazia alimenta il clima che fa di Israele «l’unico colpevole».

Fiamma Nirenstein, intervistata dal Riformista, replica a Marco Travaglio (intervistato ieri dal quotidiano) sostenendo che Netanyahu non cerca consenso ma punta a «ridefinire la geopolitica di Israele e del Medio Oriente» e a garantire la sicurezza del paese. Nirenstein respinge l’idea che il governo voglia prolungare la guerra, accusando Hamas di bloccare la pace trattenendo gli ostaggi. Denuncia una «ondata di antisemitismo mascherata da umanitarismo» nella sinistra italiana e difende la linea di Meloni e Tajani. Sempre sul Riformista Aldo Anav sostiene che in 30 anni a Gaza siano arrivati 41 miliardi di dollari, usati da Hamas per armi e tunnel invece che per sviluppo. Anav accusa parte della politica italiana di voler riconoscere uno stato palestinese senza chiarire chi lo governerebbe, rischiando di consegnarlo ancora a Hamas: «Solo dopo l’eliminazione dei terroristi e una sana lotta democratica sarà giusto e doveroso creare lo Stato di Palestina». Il Foglio sottolinea il ruolo cruciale dell’Arabia Saudita nel possibile dopo-guerra a Gaza: non solo come principale finanziatore della ricostruzione materiale e politica della Striscia, ma anche come attore decisivo per la normalizzazione regionale.

Per i primi 100 giorni di Silvia Salis da sindaca di Genova, il Foglio analizza l’operato del primo cittadino e le sue dichiarazioni. «L’ultima, recentissima polemica in cui Salis è incappata» riporta il quotidiano «è l’intervento per le commemorazioni a 81 anni dall’eccidio nazifascista di Sant’Anna di Stazzema, le cui “barbarie sono come quelle che devastano Gaza e Kyiv”, ha detto la sindaca nel suo intervento. Parole che non hanno fatto piacere alla locale comunità ebraica».