DAI GIORNALI DI OGGI – Bokertov 18 agosto 2025

La mobilitazione generale in Israele contro la prosecuzione della guerra a Gaza è su molte prime pagine. «Gli israeliani hanno risposto in massa», racconta tra gli altri il Corriere della Sera. «Le aziende e le società più grandi hanno dato il permesso di astenersi dal lavoro, oltre 200 bus hanno portato i partecipanti nei punti della protesta a Gerusalemme, Tel Aviv, Haifa, lungo le autostrade che uniscono la nazione per dimostrare che la nazione è unita nel volere la tregua, la fine ai combattimenti in cambio della liberazione degli ultimi prigionieri». Se lo si conta, secondo Repubblica, «il numero è quello della rivolta di popolo: un milione di israeliani su un totale di dieci è sceso per strada contro il governo e contro l’intenzione dichiarata di proseguire la guerra occupando l’intera Striscia di Gaza». Nella piazza degli ostaggi, riferisce La Stampa, «si sono susseguiti comizi, discorsi e visite, come quella del presidente Isaac Herzog, del capo dell’opposizione Yair Lapid, dell’attrice Gal Gadot».

«Al di là della sua importanza simbolica lo sciopero è un atto di frustrazione per la situazione in cui, da quasi due anni, le famiglie dei rapiti e l’intero paese vengono manipolati dal governo», sostiene lo scrittore israeliano Etgar Keret in una intervista con La Stampa. Come riferisce il Corriere, Keret è tra gli intellettuali bollati come “disfattisti” dalla destra e tra gli altri dal cantante-attore Idan Amedi, impegnato come riservista e gravemente ferito nei primi mesi del conflitto.

Le vicende mediorientali si riflettono anche in Italia. Vittorio Feltri, sul Giornale, si scaglia contro l’approccio della sinistra in materia di antisemitismo. Secondo il giornalista, che riprende le considerazioni del presidente della Comunità ebraica milanese Walker Meghnagi sul Pd “pieno” di antisemiti, «è sempre più facile indignarsi per le parole forti di un leader ebraico che denunciano l’antisemitismo, piuttosto che guardarsi allo specchio e ammettere la propria ipocrisia».

«Hamas? Ha fatto anche cose buone». Questo, come illustra il Giornale, è «il succo di alcune dichiarazioni, diventate virali negli ultimi giorni, di Francesca Albanese, la special rapporteur dell’Onu per i territori palestinesi, già titubante nel definire il gruppo islamista come un’organizzazione terroristica».

“Il Pd ordina, la Fiera esegue”, titola Libero, riferendo dell’esclusione di Israele dalla prossima Fiera del Levante in programma a Bari dal 13 al 21 settembre.

Sui giornali si parla anche della ventenne gazawi Maran Abu Zuhri, morta in ospedale a Pisa. «Sul decesso adesso scoppia il caso, la corsa a dare letture e verità differenti», riporta Repubblica. Il Cogat, l’ente israeliano per il coordinamento delle questioni umanitarie nella Striscia, ha riferito che la giovane soffriva di leucemia, contestando quindi quelle ricostruzioni giornalistiche che hanno indicato come causa del decesso la malnutrizione.

«Non voglio far parte di un sistema responsabile di genocidio a Gaza, di apartheid in Cisgiordania. E l’unica alternativa era andare in prigione», dichiara a Repubblica il refusenik israeliano Itamar Greenberg. Finora, informa Repubblica, il giovane è stato condannato cinque volte e in totale ha passato 197 giorni in carcere.

Il Foglio traduce una testimonianza del musicista israeliano Oded Nir al sito Jfeed. Nir spiega di aver lasciato l’Europa per Israele «perché qui posso vivere liberamente, come ebreo, come israeliano, come artista». E nel 2025, aggiunge, «questo non è qualcosa che do per scontato».