DAI GIORNALI DI OGGI – Bokertov 20 agosto 2025
Si riaccende la tensione tra Gerusalemme e Parigi, dopo che il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha accusato in una lettera il presidente francese Emmanuel Macron di fomentare l’antisemitismo e premiare «il terrore di Hamas» attraverso l’annunciata intenzione di riconoscere a settembre lo Stato palestinese.
Per Repubblica, il premier israeliano teme che la mossa di Macron «spinga anche la Gran Bretagna a dare seguito alle sue promesse e riconoscere lo Stato di Palestina se non ci sarà il cessate il fuoco a Gaza». Sono intanto circa 60mila, riferisce tra gli altri il Giornale, «i riservisti israeliani che riceveranno gli ordini di chiamata che l’Idf emetterà a partire da oggi per l’offensiva pianificata a Gaza City, a condizione che il ministro della Difesa Israel Katz approvi la decisione».
«Non vedo la chiusura di un accordo se non sappiamo cosa succederà alla fine dei 60 giorni di cessate il fuoco. E non capisco come sia possibile negoziare con Hamas sul rilascio degli ostaggi dicendo loro: “Una volta che avrete finito di rimandarceli indietro tutti, vi uccideremo”. Chi prenderebbe questa opzione sul serio?», si chiede in una intervista con La Stampa l’ex viceministro degli Esteri israeliano Yossi Beilin, uno dei padri degli accordi di Oslo. Secondo Beilin, «dovremmo ottenere che, dalla mattina dopo, a Gaza non governi più Hamas ma l’Anp, come fino al 7 giugno del 2006» e «offrire l’immunità ad alcuni dei loro leader di cui dobbiamo negoziare il numero, qualche decina che potranno trasferirsi in Qatar o a Teheran o dove vogliono, e Israele garantirà di non ucciderli»
«Lo sfogo di Meghnagi è la cartina tornasole dello stato d’animo di una grande parte della collettività ebraica che si sente di nuovo abbandonata», scrive Ruben Della Rocca sul Riformista, riprendendo le affermazioni sull’antisemitismo a sinistra del presidente degli ebrei milanesi.
“Ci mancavano solo gli allenatori”, titola il Giornale, con riferimento alla richiesta dell’associazione italiana allenatori di calcio guidata da Renzo Ulivieri di sospendere Israele dalle competizioni internazionali. “Esonerare Ulivieri”, suggerisce il Foglio. «Abbiamo cercato tracce dei dubbi tormentosi di Ulivieri anche per l’invasione dell’Ucraina, o per gli sportivi ammazzati in Iran. Ma niente. Forse a quei tempi era esonerato. Come sempre».
«I giovani palestinesi e l’adunata in Italia per inneggiare alla strage del 7 ottobre», denuncia il Tempo, segnalando un appello dei Giovani Palestinesi Italiani per una mobilitazione nazionale. Nell’appello, informa il Tempo, il 7 ottobre è definito una «data rivoluzionaria».
Sul Riformista, nelle pagine dedicate a “Le ragioni di Israele”, Francesco Lucrezi riflette sull’ondata di antisemitismo e su come si propagherà nelle generazioni successive. A detta di Lucrezi, «la scia di immenso odio aperta da questi anni terribili è destinata a durare per secoli».
La Stampa segnala l’appello di Davide Romano, il direttore del Museo della Brigata Ebraica di Milano, affinché le istituzioni si mobilitino per salvare Omar Abd Rabou, un giornalista di Gaza schieratosi contro Hamas e per questo in pericolo di vita.
Avvenire intervista don Paolo Zago, un prete italiano appena tornato da Gerusalemme. Secondo Zago, Israele viene in genere «raccontata male», perché «non ci sono buoni e cattivi, non ci sono “blocchi” compatti: gli israeliani di qui, i palestinesi di là». Soprattutto, sottolinea il prete, «questa non è una partita di calcio».