SANITÀ – Farmaci israeliani nella spazzatura, Ame scrive al ministro

È arrivato fino in Israele il video della dottoressa e dell’infermiera in servizio alla casa della salute di Pratovecchio Stia (AR) filmatesi mentre, con sguardo compiaciuto, buttavano nella spazzatura alcuni farmaci dell’azienda israeliana Teva.
«Si tratta di un episodio molto serio. Le medicine sono beni a tutela della salute dei pazienti», dichiara in una intervista con Ynet Daniele Radzik, pediatra a Venezia e membro del Consiglio dell’Associazione Medica Ebraica (Ame). Quando si verificano episodi del genere «è molto importante mettere pressione, non rimanere in silenzio», aggiunge l’esponente dell’Ame, sottolineando come l’associazione sia subito intervenuta con una lettera inviata al ministro della Salute, Orazio Schillaci, e ai vertici della struttura sanitaria. «È evidente che il gesto non sia stato casuale, ma compiuto con l’intento di invitare al boicottaggio di farmaci prodotti in Israele», si afferma nel documento dell’Ame, firmato in calce dalla presidente Rosanna Supino. L’Ame parla di fatto «particolarmente grave», perché i farmaci «non devono essere strumenti di polemica politica o ideologica: essi sono beni fondamentali essenziali per la cura dei cittadini». L’Ame chiede che l’episodio venga valutato «con la necessaria attenzione» e al tempo stesso che si riaffermino i principi di «responsabilità, neutralità e centralità della cura» nel sistema sanitario italiano. Sul caso è tra gli altri intervenuta l’Asl Toscana, precisando «di essersi già attivata per ricostruire l’accaduto» e di riservarsi «di intraprendere ogni azione utile a tutela della propria immagine e del personale che, ogni giorno, opera con impegno, dedizione e correttezza». In un video di “scuse”, diffuso dopo che il caso era montato a livello mediatico, le due dirette interessate hanno presentato il loro atto come un «gesto simbolico volto alla pace».