DAI GIORNALI DI OGGI – Bokertov 26 agosto 2025
Nonostante «il profondo rammarico per il tragico incidente» espresso in serata dall’ufficio del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu dopo il bombardamento dell’ospedale Nasser di Gaza, tra i leader mondiali le reazioni avverse a Israele si moltiplicano. «Il coinvolgimento di un ospedale e l’allungarsi della lista dei reporter rimasti uccisi in quel conflitto ha suscitato molte parole di condanna», riporta il Corriere della Sera. Repubblica accusa: quello delle scorse ore è stato un «massacro della stampa in mondovisione». Sull’episodio è stata aperta un’indagine interna. «Israele sarà certo sincero su quello che è accaduto all’ospedale, se ha compiuto errori lo sapremo come è accaduto in tante circostanze difficili», scrive Fiamma Nirenstein sul Giornale. «Come ogni paese democratico sa bene cos’è la responsabilità. Se sbaglia, si scusa», aggiunge la giornalista. Nuove bombe a grappolo e 67 attacchi in un mese: il Corriere riporta l’attenzione sugli houthi, segnalando come i terroristi yemeniti siano «l’unico anello del cerchio di fuoco che non ha fatto un passo indietro, mentre l’Hezbollah libanese e le formazioni sciite irachene hanno adottato una linea di cautela».
“Ciak, si odia: a Venezia parte il Festival dell’antisemitismo”, titola Libero, soffermandosi sulla lettera aperta di artisti e registi italiani per estromettere dalla mostra del cinema l’attrice israeliana Gal Gadot e l’attore britannico Gerard Butler. Tra i firmatari, si legge, ci sono «i nomi migliori dello spettacolo italiano, molti scontati e altri che non ti aspetti, perché la logica del branco non l’avevano praticata sinora». Sulla vicenda il Corriere della Sera interpella la regista teatrale Andrée Ruth Shammah, direttrice del teatro Parenti di Milano, che afferma: «Si potrebbe discutere su cosa vuol dire fare cinema o teatro; su cos’è l’arte; su qual è il rapporto con l’intelligenza artificiale; sul futuro dell’Europa o dei nostri giovani. Invece su una sola cosa sono tutti uniti: attaccare gli israeliani. È qualcosa che mi ferisce profondamente, non come ebrea: come persona pensante».
Il 2024 ha registrato 340 segnalazioni di sospetto finanziamento del terrorismo in Italia, con un balzo del 14,5% rispetto all’anno precedente. Il dato è riportato dal Tempo, sulla base di un report della Banca d’Italia, che illustra come la criminalità jihadista operi «non solo con kamikaze e armi», ma insinuandosi anche nelle maglie della democrazia «usando charity, e-wallet, criptovalute e istituzioni camuffate da dialogo interreligioso».
«Non crede sia ora di riconoscere lo Stato di Palestina?», chiede La Stampa a Giovanni Donzelli di Fratelli d’Italia. Per il parlamentare del partito di maggioranza del governo, «è un obiettivo, ma non è il momento: per arrivare all’obiettivo dei due popoli per due stati il popolo israeliano deve poter vivere in sicurezza in uno Stato che non sia minacciato dai vicini». Due popoli, due stati. Secondo l’ex parlamentare Ferdinando Adornato (Il Giornale), «intorno a questo mantra si continua a mettere in scena un vero e proprio festival internazionale dell’ipocrisia». A cominciare dalla formula in sé, sostiene Adornato, secondo il quale bisognerebbe lavorare piuttosto per «due popoli, due democrazie».
Sul Riformista, Ruben Della Rocca presenta le attività a vocazione interculturale e interreligiosa del Roma Club Gerusalemme: «Bambini e adolescenti ebrei, cristiani, musulmani, in un coacervo di lingue ed etnie, si mischiano dando vita a una babele di usi, costumi e tradizioni, per ritrovarsi con un unico cuore in un’unica squadra e in un club che vieta gli insulti e ogni forma di violenza verbale come regolamento interno».