DAI GIORNALI DI OGGI – Bokertov 27 agosto 2025
Oltre 350 mila persone sono scese in piazza in Israele per chiedere al primo ministro Benjamin Netanyahu di fermare la guerra e riportare a casa i 50 ostaggi ancora a Gaza. In “piazza degli ostaggi” a Tel Aviv famiglie dei rapiti e intellettuali hanno lanciato appelli, raccontano i quotidiani. Il Corriere riprende le parole di Fania Oz-Salzberger, figlia di Amos Oz: «Un numero sempre maggiore di israeliani sta proclamando: non in mio nome». Netanyahu, scrive Repubblica, ha invece accusato i manifestanti di fare il gioco di di Hamas.
Le truppe israeliane stringono l’accerchiamento su Gaza City, dove oltre un milione di palestinesi sono stati invitati dai militari a evacuare verso Sud. Repubblica racconta che la parrocchia cattolica della Sacra Famiglia a Gaza City ha ricevuto l’ordine di evacuazione e che Netanyahu ha rinviato la discussione su una proposta di tregua negoziata da Qatar ed Egitto e accettata da Hamas, dopo molteplici rifiuti. Sul piano diplomatico, scrivono Corriere e Giornale, il presidente francese Emmanuel Macron ha risposto duramente a una lettera del primo ministro israeliano, definendo «offensivi» i suoi attacchi e ribadendo la determinazione francese a riconoscere lo stato palestinese, avvertendo Gerusalemme del rischio di isolamento. La Stampa descrive Netanyahu come al tempo stesso artefice e vittima degli ultranazionalisti Bezalel Smotrich e Itamar Ben Gvir, da lui «adulati, sdoganati e portati al governo». I due ministri, sostiene il quotidiano, «esercitano un potere sproporzionato al loro peso elettorale» e dettano la linea di una «guerra infinita» e dell’espansione degli insediamenti.
Condanne trasversali per l’attacco di Luca Nivarra, professore di diritto civile all’Università di Palermo, che su Facebook ha invitato a togliere l’amicizia «a tutti gli ebrei, anche a quelli che si dichiarano critici verso Israele», accusandoli di complicità nell’«Olocausto palestinese». «Un invito esplicito alla discriminazione che non può restare senza conseguenze. E gravissimo che a pronunciarlo sia un professore universitario. Chiediamo alle autorità competenti di intervenire subito», ha dichiarato la presidente dell’Ucei Noemi Di Segni. Il rettore di Palermo, Massimo Midiri, ha preso le distanze: «L’ateneo non condivide né tollera espressioni discriminatorie o razziste. Ci dissociamo in maniera netta e valuteremo ogni azione necessaria». Anche governo e opposizioni, scrive Il Giornale, hanno condannato l’uscita di Nivarra: la ministra dell’Università Anna Maria Bernini ha definito le parole del docente «gravissime e indegne», mentre il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara le ha bollate come «un abominio intollerabile». Intervistato dal Corriere, però, Nivarra insiste, negando l’antisemitismo e sostenendo di aver criticato solo «il silenzio degli ebrei» di fronte alla guerra a Gaza e paragona il suo invito agli altri boicottaggi invocati contro Israele.
«Per molti studenti ebrei negli atenei europei la protesta si è trasformata in odio, ostracismo e discriminazione», ha avvertito Katharina von Schnurbein, coordinatrice Ue contro l’antisemitismo, presentando il dossier commissionato da B’nai B’rith Europe sul clima nelle università europee. Per l’Italia il contributo all’indagine, racconta Libero, è firmata dal direttore del Cdec Gadi Luzzatto Voghera, che segnala come già prima del 7 ottobre il 46% degli studenti intervistati dall’Istituto Cattaneo equiparasse Israele alla Germania nazista, e «come dopo gli attacchi siano esplosi boicottaggi accademici e ostilità diffuse verso comunità ebraiche e università israeliane».
Continuano le discussioni sull’appello alla Biennale del Cinema di Venezia di escludere l’attrice israeliana Gal Gadot e l’attore britannico Gerard Butler per le loro posizioni vicine a Israele. Nella serata di pre-apertura, il presidente della Biennale Pietrangelo Buttafuoco ha dichiarato: «Si deve far rumore quando i bambini muoiono», mentre il direttore artistico Alberto Barbera ha ribadito che «la Biennale è tutt’altro che indifferente a quello che ci circonda». Sul tema è intervenuto anche il regista e direttore del Teatro Mercadante di Napoli Roberto Andò, che al Corriere giudica «un errore» la richiesta del collettivo Venice4Palestine. Pur criticando duramente Netanyahu e definendo «un grande crimine» la sua politica a Gaza, Andò sostiene che «non serve porre veti né additare nomi», perché la censura non risolve la situazione. Su Libero, l’ex deputata Pd Paola Concia racconta di aver ricevuto insulti e minacce per aver firmato l’appello Venice4Israel. Denuncia un antisemitismo «oggi chiamato antisionismo», il doppio standard del mondo della cultura che difende Gaza ma ignora Kiev, e critica la sinistra per l’ambiguità sul conflitto e per non sostenere chi, in Israele e nei Paesi arabi, si oppone ad Hamas. Sempre su Libero, Daniele Capezzone denuncia che respingimenti, boicottaggi ed esclusioni contro cittadini israeliani o ebrei non sono semplici critiche a Israele ma atti di antisemitismo: «se si mettono nel mirino delle persone per il mero fatto di essere israeliane e/o ebree, si sta compiendo un atto di antisemitismo».
Per Anna Foa, su La Stampa, di fronte al «genocidio conclamato» a Gaza il boicottaggio culturale resta un’arma pacifica necessaria, in assenza di vere sanzioni economiche e militari contro Israele. Sul Riformista appello contrario in cui si invitano gli artisti a ritirare la firma dall’appello al boicottaggio di Israele «o dovrete assumervi la responsabilità morale dell’odio».
Il Consiglio nazionale forense ha organizzato per il 4 settembre a Roma un evento formativo sugli avvocati e i diritti umani a Gaza con ospite Francesca Albanese, relatrice Onu sui territori palestinesi. Il Foglio critica la scelta, definendola «inopportuna»: non solo Albanese «si è presentata per anni come “avvocata”, salvo poi ammettere di non aver mai superato l’esame di abilitazione», ma avrebbe anche una prospettiva «più da attivista pro Pal» che da esperta imparziale. Secondo il quotidiano, Albanese «si rifiuta di qualificare Hamas come un’organizzazione terroristica». Lo denuncia anche il Riformista.
«La clamorosa espulsione dell’ambasciatore iraniano in Australia» titola il Foglio raccontando la decisione del governo laburista di Anthony Albanese dopo aver scoperto la regia di Teheran dietro almeno due attacchi antisemiti compiuti nel paese. Una scelta definita storica, accompagnata dalla sospensione delle attività diplomatiche a Teheran e dall’annuncio di una legge per inserire i Guardiani della rivoluzione nella lista delle organizzazioni terroristiche. Sulle stesse pagine si ricorda invece la lentezza della giustizia e diplomazia argentina – «ci sono voluti 30 anni» – nel condannare l’Iran come mandante di due attacchi alla comunità ebraica e israeliana di Buenos Aires del 1992 e 1994.
Walter Veltroni, in prima pagina sul Corriere, ricorda la lettera al figlio della reporter Mariam Abu Dagga, morta in un bombardamento israeliano a Gaza, per denunciare come oggi cultura e informazione siano viste dal potere come una minaccia da ridurre a silenzio e conformismo. Sulle stesse pagine Jamal Badah, uno dei tre reporter sopravvissuti all’attacco dell’esercito israeliano al Nasser Hospital di Khan Younis, accusa Israele di voler «impedire ai giornalisti di mostrare la verità». Sulla stessa linea, Diane Foley, madre del giornalista americano James Foley ucciso dall’Isis nel 2014, presente al Meeting di Rimini per presentare la sua biografia scritta con Colum McCann. Intervistata da Repubblica e Stampa Foley che accusa: «Netanyahu non vuole reporter per nascondere l’orrore a Gaza».
Polemiche tra Russia e Italia dopo le parole del ministro dello Sport Andrea Abodi, che al Meeting di Rimini ha escluso un parallelismo tra il possibile boicottaggio di Israele e l’esclusione già in vigore per gli atleti russi, definendo l’invasione dell’Ucraina «più cruenta e aggressiva». Mosca, scrive il Corriere, lo accusa di usare «due pesi e due misure», mentre dal Pd Mauro Berruto parla di «parole incommentabili». Il Cio discuterà la questione degli atleti russi a Milano a settembre.