DAI GIORNALI DI OGGI – Bokertov 12 settembre 2025
Il Parlamento europeo ha votato a favore del riconoscimento dello Stato palestinese, invitando gli Stati membri a muoversi in questa direzione. Sul voto, come rileva tra gli altri il Corriere della Sera, maggioranza e opposizione italiane si sono divise. «Hanno votato a favore Partito democratico e Forza Italia. Astenuta Ilaria Salis, per la delegazione di Sinistra Italiana, mentre contrario Leoluca Orlando per Europa Verde», si legge. Invece «il Movimento 5 Stelle ha votato contro giudicando la risoluzione “troppo debole” e per ragioni diverse ha votato contro anche la Lega» e Fratelli d’Italia si è astenuta perché, ha comunicato, «il testo non ha raggiunto l’equilibrio voluto». Come sottolinea ancora il Corriere, nel testo approvato ieri a maggioranza (305 a favore, 151 i no), non appare il termine genocidio «inizialmente contenuto nella risoluzione presentata dal gruppo S&D».
«Se non ci liberiamo di Hamas da Gaza, Hamas prenderà il controllo della Cisgiordania e avremo un altro stato terrorista», afferma l’ambasciatore israeliano Jonathan Peled, intervistato dai giornali del gruppo QN. «Tutto questo parlare di una soluzione a due stati e del riconoscimento di uno stato palestinese è prematuro. Dobbiamo concentrarci a salvare i palestinesi di Gaza e della Cisgiordania da Hamas e dalle organizzazioni terroristiche». Un predecessore di Peled, l’ex ambasciatore Dror Eydar, scrive sul Tempo che «il riconoscimento di uno Stato palestinese è la prova della cecità dell’Europa», perché «nel suo affanno di compiacere i musulmani, ignora il significato dei due storici respingimenti dell’Islam dal continente e l’avvertimento che, questa volta, l’obiettivo è conquistare l’Europa senza combattere».
«Se io fossi Israele, una volta fatte le perquisizioni necessarie, farei approdare la flotilla», dice Paolo Mieli al Giornale. «Se loro accogliessero questi della flotilla e gli facessero consegnare il cibo ai palestinesi farebbero bella figura. Sono convinto che a volte devi sorprenderlo l’interlocutore».
In tema flotilla, la giornalista Francesca Del Vecchio della Stampa racconta che è stata cacciata dalla spedizione «solo perché facevo il mio mestiere». Al riguardo osserva: «Quando uno sguardo viene allontanato, perché non lo si considera “utile allo scopo”, si perde un’occasione».
Il Riformista presenta due documenti interni di Hamas che getterebbero nuova luce «sull’ambiguo rapporto tra alcune organizzazioni internazionali e il gruppo terroristico». Secondo le carte, tradotte e rese pubbliche da NGO Monitor, «la Croce Rossa Internazionale e Medici Senza Frontiere erano consapevoli della presenza di Hamas all’interno delle strutture ospedaliere, pur continuando a presentarle come neutrali».
Il Foglio, partendo dall’ultima aggressione di Venezia ai danni di due turisti ebrei, si sofferma sulla «banalità del male dell’antisemitismo». Numerosi giornali parlano dell’episodio avvenuto in laguna. Raggiunti da una decina di ragazzi di origine nordafricana al grido di “Free Palestine”, i due «sono stati insultati con parole molto forti» e poi «sono stati accerchiati dai giovani, passati dalla violenza verbale a quella fisica» (La Stampa).
Si accende la sfida per la presidenza della Conferenza dei Rettori delle Università Italiane, con quattro candidati in lizza per raccogliere l’eredità di Giovanna Iannatuoni. Il suo successore sarà votato il 25 settembre e «secondo i calcoli degli addetti ai lavori in prima fila c’è Alessandra Petrucci, rettrice dell’Università degli Studi di Firenze», scrive Il Foglio. Ovvero dell’ateneo «in cui sono comparsi insulti antisemiti nei confronti di un docente di Scienze giuridiche, in cui si è inneggiato ad Hamas nella sede di Lettere». È anche l’università, prosegue il Foglio, «che si è dissociata da eventi come un convegno sulla Shoah organizzato lo scorso anno in collaborazione con l’università di Tel Aviv».
Il Messaggero racconta “La rete di preti che imbarazza il Vaticano”. Si tratta di circa 400 parroci (e qualche vescovo), ma «il loro numero è destinato a salire», chiosa il quotidiano, che hanno firmato la petizione “Preti e vescovi contro il genocidio a Gaza”.