DAI GIORNALI DI OGGI – Bokertov 15 settembre 2025

Israele si prepara all’invasione di terra nel cuore di Gaza City con l’operazione “Carri di Gedeone II”, destinata a «durare mesi», sottolinea il capo delle forze armate israeliane Eyal Zamir. Centinaia di carri armati e bulldozer sono già schierati al confine nord, mentre fonti militari avvertono che Hamas potrebbe reagire con nuovi rapimenti di soldati israeliani, riportano Repubblica e Giornale.
L’Aman, l’intelligence militare delle Idf, ha mappato le zone dove ritiene possano trovarsi alcuni dei 48 ostaggi, sia i vivi sia i corpi di quelli uccisi. «Non permettete che gli ostaggi subiscano danni», implorano le famiglie dei rapiti, scrive Repubblica.

Finora circa 300mila civili hanno evacuato la città e alcuni dirigenti di Hamas hanno provato ad accodarsi, scrive il Giornale. «Secondo il Cogat almeno quattro hanno già presentato domanda formale». Tre sono state respinte, una accolta, riporta il quotidiano. «Mentre Hamas vi dice di non spostarvi a sud, i suoi dirigenti cercano di fuggire. Vi usano come scudi umani», ha dichiarato il portavoce in arabo delle Idf, Ghassan Alian.

In visita a Gerusalemme, il segretario di Stato Usa Marco Rubio si è recato al Muro Occidentale assieme al primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu. Rubio ha ribadito il sostegno a Israele, pur confermando l’irritazione di Washington per l’attacco a Doha. Sul tavolo c’è anche l’ipotesi di un’annessione parziale della Cisgiordania in risposta a un possibile riconoscimento dello Stato palestinese all’Onu (Repubblica), opzione che però metterebbe a rischio gli Accordi di Abramo, come avvertono Emirati Arabi Uniti e il presidente israeliano Isaac Herzog (Corriere). Sul piano diplomatico, a Doha si apre oggi un vertice d’emergenza dei paesi arabi e musulmani: il premier del Qatar Mohammed al-Thani ha chiesto di «punire Israele per tutti i crimini commessi» e invocato sanzioni internazionali (Stampa).

Basel Adra, regista palestinese premio Oscar con No Other Land, racconta al Corriere la perquisizione subita nella sua casa a Masafer Yatta, «dopo l’ennesimo attacco dei coloni». Adra denuncia una collaborazione tra esercito «e coloni per terrorizzare e disumanizzare» la popolazione palestinese e sostiene che la violenza sia in aumento.

Secondo un sondaggio Only Numbers pubblicato da La Stampa, il 63,8% degli italiani considera «gravissima» la crisi a Gaza, con forti differenze politiche: quasi il 90% a sinistra. Più cauti gli elettori di Fratelli d’Italia che definiscono la situazione seria (46,2%). Sulle responsabilità del conflitto prevale la divisione: il 32,3% accusa Israele, il 29,5% entrambi, mentre tra i sostenitori di Fratelli d’Italia il 31,7% attribuisce la colpa a Hamas. Sul futuro, il 40,6% auspica il riconoscimento di uno Stato palestinese, contro il 21,9% che preferirebbe un’amministrazione internazionale temporanea. Secondo il sondaggio, Netanyahu è visto da una larga fetta dell’opinione pubblica come principale responsabile politico dell’attuale escalation. Sempre la Stampa definisce «al capolinea» la soluzione dei due Stati e intervista il direttore di Medici senza Frontiere, Stefano Di Carlo: «Bene l’Italia sui bimbi gazawi accolti ma ora i governi fermino il genocidio», afferma il capo di Msf. Il quotidiano chiede alla Nobel per la Pace Shirin Ebadi cosa direbbe a Netanyahu: «Che bisogna dimenticare gli interessi politici. Gli israeliani non possono vivere una vita intera in guerra e l’unico modo per raggiungere la pace è un’intesa fra israeliani e palestinesi». A Khamenei?, chiede l’intervistatore: «Gli direi solo una parola: muori».

Sulle pagine locali, diversi quotidiani raccontano la domenica nel segno della Giornata della cultura ebraica. Il Corriere Roma ricorda le parole del presidente della Comunità ebraica di Roma, Victor Fadlun: «Il vaccino contro l’intolleranza è la cultura». Il Giorno Milano riprende l’allarme per l’ondata di antisemitismo del rabbino capo della città, Alfonso Arbib: «È un momento che per alcuni aspetti è allucinante. Mancano i tentativi di approfondimento».

Dario Disegni, presidente della comunità ebraica di Torino, a La Stampa denuncia una «pericolosa escalation di antisemitismo sui social» e richiama il valore della cultura come antidoto a odio e pregiudizi. Disegni ricorda la tradizione ebraica nella letteratura e mette in guardia dall’equazione «ebreo uguale israeliano», che alimenta discriminazioni e boicottaggi. Il presidente degli ebrei torinesi segnala episodi preoccupanti in città, come voci ebraiche escluse dall’università. Su Gaza parla di «catastrofe umanitaria» che colpisce civili innocenti e accusa Hamas di usare gli aiuti per armarsi e di detenere ostaggi israeliani.

All’Archivio di Stato di Torino il Dipartimento di Studi Umanistici, insieme all’Archivio Terracini, ha organizzato per giovedì 17 settembre un convegno dedicato al libro ebraico e legato alla storia della comunità ebraica cittadina. Al convegno seguirà a fine ottobre l’apertura di una mostra dedicata al patrimonio librario ebraico.

Il direttore del Foglio, Claudio Cerasa, riflette sul clima intorno al dibattito su Gaza e Israele in Italia, partendo dal convegno di Napoli con l’ex premier israeliano Ehud Olmert e l’ex ministro degli Esteri palestinese Nasser Al-Kidwa, osteggiato da proteste pro-Pal e poi «secretato». Cerasa denuncia un tic illiberale del pensiero progressista: oggi, sul Medio Oriente, non è più accettato alcun discorso che non dipinga Israele «come un nuovo nazismo». Così, invece di ascoltare critiche ragionate – anche da figure israeliane contrarie a Netanyahu – «si preferisce cancellare il confronto».

Libero mette in dubbio la trasparenza dei conti della Global Samud Flotilla, partita dall’Italia per portare aiuti a Gaza. Gli organizzatori dichiarano di aver raccolto 3,2 milioni di euro e comprato barche usate a 30-50mila euro ciascuna, ma esperti stimano costi reali ben superiori (oltre 100mila a imbarcazione, più carburante e viveri per 600 attivisti). Restano quindi molte incognite sulle spese effettive e sulla sostenibilità dell’iniziativa, scrive Libero. Sulla Flotilla, il Foglio traduce un editoriale di Ben Dror Yemini, firma di Yedioth Ahronot, che avverte gli attivisti: «Israele non sta commettendo un genocidio; Israele sta cercando di impedirlo, contro chi dichiara apertamente di voler sterminare e conquistare anche l’Europa».

Alla Vuelta a Madrid la tappa finale è stata interrotta da proteste di attivisti pro palestinesi, con due arresti e 22 agenti feriti, riferisce La Stampa. Il primo ministro spagnolo Pedro Sánchez aveva espresso «ammirazione» per chi manifesta «per cause giuste», parole che Israele ha definito «incitazione» e «una vergogna». La vicepremier Yolanda Díaz ha rilanciato le accuse di genocidio, mentre opposizione e sindacati di polizia accusano Sánchez di aver favorito il caos.