ANTISEMITISMO – Germania, Austria e Svizzera: una nuova alleanza contro l’odio

A Monaco è nata una nuova alleanza transnazionale contro l’antisemitismo che raccoglie oltre 200 comunità ebraiche, organizzazioni e chiese di Germania, Austria e Svizzera. L’iniziativa propone un piano in cinque punti per rafforzare sicurezza e libertà della vita ebraica ed è stata rilanciata con una petizione online da Guy Katz (nell’immagine), professore di gestione internazionale all’Università di Scienze Applicate di Monaco. «Viviamo nella paura», ha dichiarato Katz, ricordando che nel 2024 in Germania si sono registrati 8.627 incidenti antisemiti, con un aumento del 77% rispetto all’anno precedente. «Non possiamo farlo da soli, abbiamo bisogno del sostegno della società», ha aggiunto.
Il piano chiede un rafforzamento della legislazione contro l’incitamento all’odio: «La soglia di responsabilità penale dovrebbe essere abbassata al fine di proteggere efficacemente la vita ebraica», sottolineano i promotori. Si chiede di perseguire penalmente chi lancia appelli alla distruzione di Israele e di vietare «gli eventi in cui viene espresso odio contro gli ebrei o l’annientamento di Israele». Altre richieste riguardano il divieto dei boicottaggi accademici e culturali e una protezione più attiva di sinagoghe, memoriali ed eventi pubblici ebraici. Centrale anche il riconoscimento delle festività religiose, troppo spesso ignorate da scuole e datori di lavoro: i promotori ricordano che i dipendenti non dovrebbero subire alcuno svantaggio in quei giorni, «ad eccezione della perdita di guadagno per il tempo non lavorato».
Un punto cruciale è l’educazione, con l’introduzione di «contenuti educativi vincolanti» sulla vita ebraica e sull’antisemitismo nei programmi scolastici e universitari e la nomina di commissari contro l’antisemitismo in ogni ateneo, sul modello già sperimentato in Baviera. La dimensione culturale è stata sottolineata con forza: «Sono sconvolta dalla mancanza di solidarietà, soprattutto tra i giovani», ha affermato l’attrice Uschi Glas, denunciando «ignoranza e parzialità, soprattutto tra i giovani», e chiedendo che fondi pubblici non finanzino progetti che diffondono odio mascherato da attivismo politico.
Charlotte Knobloch, presidente della Comunità ebraica di Monaco e dell’Alta Baviera e sopravvissuta alla Shoah, ha ribadito che contrastare l’antisemitismo significa rafforzare la coesione dell’intera società. «Il potenziale di questa iniziativa è enorme», ha affermato, confessando la difficoltà di tornare a parlare pubblicamente di questi temi, «perché li ho già vissuti in passato». Il suo invito, come degli altri promotori, è alla società civile di partecipare in massa alla manifestazione contro l’antisemitismo organizzata a Monaco per il prossimo 5 ottobre. Proprio nella capitale della Baviera, il cancelliere Friedrich Merz, celebrando il recente restauro di una sinagoga, ha dichiarato «guerra a ogni forma di antisemitismo vecchio e nuovo in Germania a nome dell’intero governo federale».
Tra i sostenitori dell’alleanza e del piano in cinque punti figurano la premio Nobel per la Letteratura Herta Müller, l’attrice Iris Berben, il commissario governativo per l’antisemitismo in Germania Felix Klein e il ministro della Cultura tedesco Wolfram Weimer. L’iniziativa punta a raccogliere 100mila firme: superata la soglia delle 30mila, i promotori avrebbero già diritto a un’audizione al Bundestag, ma l’obiettivo è lanciare un messaggio più forte. «Non credo che la maggior parte dei tedeschi sia antisemita», ha sottolineato Katz. «Ma credo che la maggior parte dei tedeschi sia molto silenziosa. E questo ricorda un po’ la situazione degli anni ’30». E ha aggiunto: «Se non raggiungiamo le 100mila firme, possiamo anche andarcene».