DAI GIORNALI DI OGGI – Bokertov 19 settembre 2025
«Sembrava un camion come gli altri. Carico d’aiuti. Provenienza, Giordania. Destinazione, Gaza», riporta il Corriere. E invece, al valico di Allenby l’autista è sceso con una pistola, uccidendo due soldati israeliani e tentando di accoltellarne altre prima di essere eliminato. Hamas ha definito l’attacco «un’operazione eroica», mentre Israele ha chiuso a tempo temporaneamente il confine, bloccando l’ingresso degli aiuti umanitari e annunciando controlli più rigorosi.
L’avanzata israeliana a Gaza City procede tra gravi difficoltà, riportano Repubblica e Giornale. Hamas ha avvertito che Israele «non riavrà nessuno degli ostaggi, né vivi né morti». A Rafah le Idf hanno perso quattro soldati, mentre – secondo La Stampa – 79 civili palestinesi sarebbero rimasti uccisi nelle giornata di ieri.
Al Consiglio di Sicurezza, gli Stati Uniti hanno posto il veto a una risoluzione che chiedeva a Israele di «revocare immediatamente e incondizionatamente tutte le restrizioni all’ingresso degli aiuti umanitari», oltre che un «cessate il fuoco immediato, incondizionato e permanente», col «rilascio incondizionato, dignitoso e immediato di tutti gli ostaggi detenuti da Hamas». Washington ha motivato la scelta con l’assenza di una condanna esplicita di Hamas (Corriere e Stampa). Nel frattempo, scrive Repubblica, dieci Paesi, guidati dalla Francia e sostenuti dall’Arabia Saudita, si preparano a riconoscere lo Stato di Palestina all’Assemblea Onu di New York con un percorso «a tappe» e sotto condizione di riforme dell’Anp. Parigi rivendica di aver «vinto la scommessa diplomatica», presentando il riconoscimento come «la morte politica di Hamas»
Le sanzioni Ue contro Israele vengono definite dai quotidiani «all’acqua di rose» e «blande», e potrebbero essere ulteriormente ridimensionate dal blocco di alcuni Stati membri. L’Italia, contraria soprattutto alle misure commerciali e sui progetti di ricerca Horizon, si è allineata alla Germania, scrivono Stampa e Repubblica, formando una minoranza capace di fermarle. A Bruxelles, Roma ha sollevato «perplessità procedurali», sostenendo che i dazi richiedano l’unanimità e non la maggioranza qualificata. Il commissario Raffaele Fitto non ha partecipato al voto per non dover esprimere dissenso. Intanto il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha annunciato che l’Italia aderirà all’Onu a una dichiarazione per la creazione di uno Stato palestinese, ma ha precisato che «oggi non c’è uno Stato da riconoscere». Il capo della diplomazia italiana ha anche definito l’azione a Gaza «una carneficina» provocata da scelte israeliane «oltre i limiti della reazione proporzionata»
Le ultime dichiarazioni di Bezalel Smotrich, ministro delle Finanze israeliano e leader del Partito Sionista Religioso, hanno scatenato nuove polemiche. Smotrich ha definito Gaza «una miniera d’oro», sostenendo che la demolizione seguita alla guerra rappresenti «la prima fase del rinnovamento» della Striscia. Così il Corriere della Sera descrive il ministro: «È così colono, lui che vive al di fuori d’una colonia, da essere fuorilegge perfino per i coloni. E così religioso, lui che è avvocato, da far prevalere la Bibbia sui codici. Odia così tanto gli arabi, da voler segregare le donne che li partoriscono e fucilarne i bambini. Detesta talmente l’Autorità palestinese».
L’ex premier britannico Tony Blair lavora a un piano postbellico per Gaza, sostenuto da Washington e discusso con il presidente francese Emmanuel Macron, che prevede un’Autorità Internazionale di Transizione (Gita) incaricata di gestire la Striscia prima del passaggio all’Anp. Ne parla Repubblica. Diversamente dalle proposte del ministro israeliano Smotrich, «non contempla sfollamenti: sarebbero introdotti certificati di proprietà per consentire ai palestinesi di rientrare», si legge.
Negli ultimi dodici mesi circa 79mila israeliani hanno lasciato il paese, con un aumento del 50% rispetto all’anno precedente: un saldo migratorio negativo, evento rarissimo nella storia di Israele, riporta Domani. Al quotidiano il demografo Sergio Della Pergola sottolinea come il fenomeno abbia avuto solo quattro precedenti in un secolo, mentre per il giornalista Michael Hauser Tov «è una vera emergenza» e accusa: «Nessun premier ha messo in pericolo l’impresa sionista come Netanyahu».
Il Foglio riporta la presa di posizione della ministra dell’Università Anna Maria Bernini contro i rettori di Pisa e Torino dopo le aggressioni propalestinesi a due docenti: definisce «sconcertante» la scelta di Riccardo Zucchi (Pisa) di non denunciare gli aggressori del professor Rino Casella e annuncia la possibilità di costituirsi parte civile. «I rettori sono i primi responsabili dell’ordine pubblico all’interno dell’università», ha dichiarato Bernini, criticando l’«ignavia» delle autorità accademiche di fronte a episodi di antisemitismo. Dopo aver dichiarato che l’Università di Pisa non denuncerà, ora Zucchi, intervistato dal Corriere, sembra cambiare linea: conferma la condanna dell’aggressione e apre alla possibilità che l’ateneo si costituisca parte civile, pur ribadendo il sostegno politico al popolo palestinese. «Interrompere una lezione è già violenza», afferma, ma ribadendo le divergenze di opinione con il professor Casella su Israele e rivendicando di «essere stati il primo ateneo a sospendere i rapporti accademici con due università israeliane». Libero racconta come Casella sia dovuto andare a lezione sotto scorta.
In Emilia-Romagna alcune amministrazioni locali hanno scelto di muoversi in autonomia contro Israele. A Ravenna i portuali hanno bloccato due container di esplosivi destinati a Haifa, su richiesta del sindaco Alessandro Barattoni e con l’appoggio del presidente della Regione Emilia-Romagna Michele de Pascale. Una decisione che ha suscitato tensioni: Tajani ha ricordato che «non si tratta di armi italiane». A Rimini il sindaco Jamil Sadegholvaad ha ottenuto l’esclusione dell’Ente turismo israeliano dalla fiera Ttg, scelta definita «inopportuna» dal governo: per la ministra Santanché «il turismo dovrebbe essere un ponte di pace». Per la segretaria del Pd, Elly Schlein, «le nostre amministrazioni stanno facendo ciò che il governo non fa». Intanto, segnala Repubblica, Israele ha negato l’ingresso ai leader di Avs Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni, insieme ad altri parlamentari della stessa area, dopo la loro missione in Cisgiordania di aprile. Gli interessati sostengono di essere «testimoni scomodi», puniti per le critiche a Gaza, mentre Tajani ha chiesto chiarimenti all’ambasciata israeliana.
Il Haifa Lab, centro di studi religiosi della locale università, ha assegnato al cardinale Pierbattista Pizzaballa il premio perla pace. «Si tratta di una scelta coraggiosa, in un momento in cui i rapporti tra Stato ebraico e Santa Sede sono tesissimi», sostiene Repubblica. «Abbiamo scelto Pizzaballa perché ha avuto il coraggio di offrirsi al posto degli ostaggi», spiegano dall’università di Haifa.
In un incontro al Senato sono stati presentati i rapporti di UN Watch che denunciato l’Onu e la relatrice Francesca Albanese per legami con lobby pro-Hamas e di tollerare l’indottrinamento nelle scuole gestite dall’Unrwa. Ne parlano il Giornale e Libero. «Bisogna combattere la bieca disinformazione su Gaza diretta da Iran, Russia e Cina», ha affermato durante l’incontro il senatore di FdI Giulio Terzi di Sant’Agata, presidente della Commissione Politiche Ue.
Per Augusto Minzolini, Israele sembra «aver dimenticato la propria storia» e rischia di trasformare Gaza in una nuova «diaspora palestinese». L’unica soluzione resta «l’ipotesi dei due popoli due Stati», altrimenti l’alternativa è «una diaspora palestinese duemila anni dopo, con tutto quello che ne consegue in termini di odio, di terrorismo, di morti e di tragedie». «Il posto di Netanyahu è al tribunale dell’Aia come i tiranni criminali», dichiara a Repubblica Avraham Burg, ex presidente laburista della Knesset. Lo storico Simon Levis Sullam su Domani condivide la posizione di Peter Beinart, autore di Essere ebrei dopo la distruzione di Gaza. Beinart, osserva Levis Sullam, mette in discussione la «struttura narrativa vittimaria» che ha segnato sia il ricordo del 7 ottobre sia «la distruzione ancora in corso a Gaza», dove il vittimismo diventa «supposta giustificazione morale».
Un cartello appeso in un negozio a Flensburg – nel Land dello Schleswig Holstein – sta suscitando allarme e polemiche in Germania. “Gli ebrei hanno divieto di ingresso qui“, si legge. Sotto, in caratteri più piccoli: “Niente di personale, nessun antisemitismo, semplicemente non vi sopporto”. La scritta è opera di Hans Velten Reisch, sessantenne proprietario del negozio. La polizia è intervenuta facendo rimuovere il cartello (Repubblica).
L’omicidio di Charlie Kirk ha aperto divisioni nel mondo trumpiano, scrive il Foglio. Candace Owens ha insinuato che fosse «prossimo a cambiare posizione su Israele» e che dietro ci fosse il Mossad. Tucker Carlson ha ricordato che Kirk considerava Netanyahu «una forza distruttiva», mentre Marjorie Taylor Greene lo descriveva critico verso l’Aipac. A replicare dall’interno del partito repubblicano alle voci del movimento Maga, prosegue il Foglio, è stato il senatore Ted Cruz attaccando «Tucker e i suoi seguaci» e citando l’impegno di Kirk contro l’antisemitismo.