LA LETTERA – Sara Levi Sacerdotti: Buoni e cattivi
I buoni sono più o meno emersi a un mese, o poco più, dal Sette Ottobre.
I buoni sono mondialmente accettati.
I buoni si sono evoluti in sfumature che vanno da buoni a buonissimi.
E gli altri sono classificabili nel range che va da cattivi a cattivissimi.
I buoni sono, per definizione, per la pace. Da cui si deduce che i cattivi siano a favore della guerra e dei vari “cidii” che si stanno praticando.
I buoni hanno l’etica dalla loro, i cattivi no.
I buonissimi, addirittura, buttano il cuore oltre l’ostacolo: accompagnano la flottiglia, si fanno dire in televisione che Israele ha cominciato la sua “vendetta” l’8 ottobre, guardano in camera fissa e non muovono neanche un muscolo — nulla — per far capire che sono proprio dalla parte giusta della storia!
I buonissimi hanno addirittura pagato dei manifesti che si vedono in giro per le città:
“Israele affama Gaza. Il sostegno dell’Italia e dell’Europa deve cessare”.
Hanno voci strozzate per il dolore (che provano solo loro, sia ben inteso).
Ora i buonissimi sono diventati gli interlocutori primari delle istituzioni. A Torino ci sono state iniziative patrocinate dal Comune che li HA invitati.
(A Torino è impossibile trovare un luogo dove fare una mostra che riguardi il 7 ottobre o qualunque cosa riconducibile agli ebreicattivi. Del resto, loro sono “Voci ebraiche che dicono stop al genocidio”).
E quindi le infinite associazioni, ormai dichiaratamente antisemite — ops, antisioniste — diventano, per mutazione genetica, democratiche e ascoltano la voce anche degli ebrei, quelli buoni, però.
Et voilà: anche le voci ebraiche sono invitate al consesso mainstream.
Cos’altro?
Hanno fatto il miracolo: hanno reso democratici consessi per lo meno molto unilaterali, per essere carini.
⸻
PS Nel frattempo un rettore liquida un docente israeliano, i ragazzi delle scuole di ogni ordine e grado subiscono il minuto di silenzio per protestare contro lo “ scolasticidio” a Gaza, i docenti si vanno a formare con la Basile e l’Albanese.
I cattivi protestano attraverso nuove associazioni e canali istituzionali, cercando di far comprendere altre narrazioni. Stanno parecchio male anche i cattivi, sebbene cattivi.
PPS Intanto amici cattivi non ebrei si stanno affannosamente dando da fare per non far passare l’unilateralità dell’informazione, o anche solo per far rispettare il diritto di parola.
Grazie.
Sara Levi Sacerdotti