DAI GIORNALI DI OGGI – Bokertov 26 settembre 2025

«Mai nella storia delle guerre si è visto entrare così tanto cibo come a Gaza in questo conflitto. La fame è colpa di Hamas che ruba il cibo», afferma Mike Huckabee, l’ambasciatore degli Stati Uniti in Israele, in una intervista con Repubblica. Il rappresentante di Trump a Gerusalemme definisce l’accusa di genocidio «un’assurdità», perché «il genocidio è quello di Hamas, quando il 7 ottobre ha provato a uccidere tutti, uomini, donne, bambini, vecchi, donne incinte». Secondo Huckabee, «se Israele avesse voluto davvero fare un genocidio, ci avrebbe messo due ore e mezzo». Nell’intervista il diplomatico sostiene che la proclamazione del riconoscimento dello Stato palestinese da parte della Francia e di altri paesi abbia interrotto ogni negoziato per la liberazione degli ostaggi. Al riguardo osserva ancora: «A Hamas è stato detto, dal presidente Trump e dal governo israeliano, che tutti gli ostaggi devono essere rilasciati. Dagli israeliani è stata offerta la possibilità dell’esilio. Sono condizioni che non miglioreranno. E non le stanno accettando».

In Italia e non solo tiene banco il caso Flotilla. La mediazione del governo è stata rifiutata. Secondo La Stampa, l’esecutivo starebbe ora pensando a una «zona cuscinetto»: una sorta di filtro navale, con l’Italia in prima fila, «pronto a frapporsi tra le unità israeliane e la Flotilla, prima che questa possa lasciare le acque internazionali». Il parlamentare Arturo Scotto del Pd, a bordo di una delle imbarcazioni, dichiara alla Stampa: «L’obiettivo è arrivare a Gaza e scaricare aiuti lì, dove c’è da anni un blocco navale illegale». Mentre Matteo Zuppi, il presidente della Cei, racconta a Repubblica: «A Gaza non si attracca. Dico proprio tecnicamente. Sarebbe complicato in condizioni diciamo normali, figuriamoci adesso dovendo anche portare viveri e beni di prima necessità. Si rischierebbe il caos. Ecco, io mi sto adoperando per la logistica, per fare in modo che quegli aiuti arrivino. Perché ce n’è un gran bisogno». Libero, tra gli altri, accusa: «La Flotilla ci porta alla guerra». Il Giornale definisce l’iniziativa «una pagliacciata molto pericolosa».

Perché si parla di Gaza in modo così ossessivo?, si chiede Marek Halter sulla Stampa. «Perché a uccidere a Gaza oggi sono gli ebrei. Che vendetta! Che occasione inaspettata per cancellare una buona volta la cattiva coscienza che ci hanno lasciato i testimoni di uno dei più grandi massacri della Storia, quanto meno per numero di morti, e i mezzi adoperati per liquidarli, quelli degli ebrei durante la Seconda guerra mondiale, sotto lo sguardo indifferente dell’umanità».

Lei è favorevole o contraria allo stop alle collaborazioni con gli atenei israeliani?, domanda il Corriere a Laura Ramaciotti, neo presidente della Conferenza dei rettori delle Università italiane. «L’università è un’istituzione che crea ponti a livello internazionale. Qualsiasi interruzione di dialogo è una sconfitta nel collaborare e costruire innovazione e progresso. Certo bisogna comunque selezionare e guardare bene le finalità di questi accordi».

«Attori, cantanti, ballerini, influencer, persino conduttori comici come Enzo Iacchetti, che si è esibito a Cartabianca in una delle performance più stucchevoli e penose degli ultimi anni». Ad accumunare tanti protagonisti del mondo dello spettacolo che hanno accusato Israele di compiere un genocidio c’è, per Vittorio Feltri (Il Giornale), il medesimo bisogno: «Mostrarsi buoni, giusti, puri. A qualunque costo. Anche a costo di piegare la verità».

Per la Procura di Bari il quadro “Martirio di san Simonino da Trento” del pittore barese Giovanni Gasparro è antisemita e il suo autore deve essere condannato a sei mesi con l’accusa di propaganda e istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale, etnica e religiosa. Lo riferisce la redazione locale di Repubblica, sottolineando come tra le persone ascoltate in sede di udienza ci sia stata la presidente Ucei Noemi Di Segni.

«L’anti-sionismo entra in tribunale», denuncia Libero. Il riferimento è a un appello dei “giuristi per Gaza”, definito «né più né meno il corrispettivo forense delle piazze propal». Il testo, si legge, è correlato dall’invito «a leggerlo ogni dì, pubblicamente, nelle aule dove avvengono i processi, come incipit della seduta da trattare, anche se questa non ha niente a che fare con lo scenario mediorientale e riguarda invece, vai a vedere, un presunto ladro di polli».

Israele rischia la sospensione dalle competizioni calcistiche internazionali? O perlomeno dalle qualificazioni ai prossimi Mondiali di Usa, Canada e Messico? A detta del Corriere è difficile che la Fifa, organizzatrice del torneo, accetti una esclusione preventiva di Israele «anche alla luce delle ottime relazioni diplomatiche fra il presidente Gianni Infantino e il presidente americano Donald Trump, che sarà presente già al sorteggio del Mondiale il 5 dicembre». Per il Foglio, un eventuale via libera della Uefa «premierebbe chi compie atti di sabotaggio delle manifestazioni sportive e creerebbe un precedente pericoloso» e ogni passo che mette in discussione la legittimità di Israele, persino attraverso un torneo calcistico, «è un passo verso una catastrofe di cui è difficile immaginare i contorni».

A Roma la sede dello studio legale e commerciale dell’avvocato Alessandro Luzon, vicepresidente della Comunità ebraica di Roma, è stata vandalizzata con svastiche e minacce antisemite. «Guardati le spalle», si leggeva su un manifesto. Ne scrive tra gli altri il Tempo, denunciando come la stessa testata «continui a ricevere minacce dal mondo propal».

Riccardo Zucchi, il rettore dell’Università di Pisa, annuncia al Riformista l’intenzione di costituirsi parte civile «se la versione dell’aggressione» nei confronti del docente Rino Casella da parte di propal «verrà confermata dalle indagini».