DAI GIORNALI DI OGGI – Bokertov 13 ottobre 2025
Tutti i quotidiani aprono con l’attesa d’Israele per la liberazione degli ostaggi. Dopo il cessate il fuoco con Hamas, il paese riabbraccerà i 20 rapiti ancora in vita sequestrati il 7 ottobre 2023. Tutti, riporta il Corriere, saranno sottoposti subito a controlli medici e accolti dalle famiglie. In cambio, Israele rilascia 250 detenuti palestinesi, mentre resta aperto il nodo dei 28 ostaggi uccisi, i cui corpi Hamas sostiene di non poter recuperare in tempi brevi. Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha definito lo scambio «un evento storico», fatto appello «all’unità nazionale» e rivendicato «vittorie spettacolari», sottolineano Stampa e Repubblica. In Israele atterra il presidente Usa Donald Trump, accolto con tappeto rosso: «La guerra è finita», annuncia, prima di presiedere al vertice di pace in Egitto per la ricostruzione di Gaza.
A Sharm el-Sheikh è tutto pronto per la firma dell’accordo di pace, con una cerimonia co-presieduta da Donald Trump e dal presidente egiziano Al Sisi. Presenti i rappresentanti di 22 Paesi, tra cui Italia, Francia, Germania, Regno Unito, Arabia Saudita, Turchia e Qatar. Ci saranno anche António Guterres per l’Onu e António Costa per l’Ue. Assenti Israele e Hamas, perché l’incontro «non è per le parti». Invitato invece l’Iran, che però resta indeciso: Teheran parla di «seri dubbi» su Usa e Israele, pur sostenendo la fine della guerra a Gaza. «Colpo di scena sulla partecipazione palestinese», scrive il Corriere: inizialmente esclusa, l’Autorità nazionale palestinese ha poi confermato la presenza del presidente Abu Mazen.
Intervistato da La Stampa, il ministro degli Esteri israeliano Gideon Sa’ar difende il piano Trump per Gaza, definendo il presidente Usa «il miglior amico che Israele abbia mai avuto». Secondo Sa’ar la combinazione di pressione militare e diplomatica ha costretto Hamas a negoziare, ma la tregua resta condizionata al rispetto degli impegni, inclusa la distruzione dei tunnel. Il ministro ribadisce il «no» allo Stato palestinese: «Sarebbe irresponsabile dopo il 7 ottobre». Per Sa’ar, l’Anp potrà tornare un interlocutore solo dopo profonde riforme e la rinuncia al diritto al ritorno. Esclude inoltre la liberazione di Marwan Barghouti, «simbolo del terrorismo». Israele, afferma, non vuole governare la vita dei palestinesi «ma non accetterà mai la nascita di una nazione che metta in pericolo la sicurezza dello stato ebraico».
A Gaza Hamas ha avviato la resa dei conti contro clan rivali e presunti collaboratori dell’esercito israeliano: negli scontri con il potente clan Doghmush sono morte 27 persone, il bilancio più grave dalla tregua, riportano Repubblica e il Giornale. Terroristi armati pattugliano strade e campi profughi per riaffermare il controllo e punire i “traditori”. Tra le vittime anche il blogger palestinese Salah al Jafarawi, ucciso mentre documentava i combattimenti. Con la tregua entrano a Gaza centinaia di camion carichi di cibo, medicine e carburante, la consegna più grande dall’inizio della guerra, spiega Repubblica. Riaprono panetterie e mercati, ma gli assalti ai convogli da parte di gruppi armati palestinesi restano un rischio.
«L’Islam radicale è già qui dentro per annientare gli ebrei», ha denunciato Noemi Di Segni, presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, al convegno Ucei organizzato a Roma“La storia stravolta e il futuro da costruire”. Di Segni ha parlato di un odio antisemita sempre più normalizzato e della «deriva» di alcune istituzioni locali e accademiche, mentre nei paesi arabi, ha osservato, l’Islam moderato dialoga con Israele. Al suo fianco il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha ribadito: «La critica politica è legittima, ma la delegittimazione di Israele è una forma subdola di antisemitismo».
Le parole di Eugenia Roccella sulle «gite ad Auschwitz» aprono il dibattito politico. Al convegno dell’Ucei la ministra per la Famiglia ha affermato: «Le gite ad Auschwitz servivano a dirci che l’antisemitismo riguardava un tempo collocato in una precisa area: il fascismo». «Stento a credere che una ministra possa definire “gite” i viaggi della Memoria. La verità storica fa male solo a chi ha scheletri nell’armadio», ha commentato la senatrice a vita Liliana Segre, sopravvissuta ad Auschwitz. «Io, sopravvissuta alla Shoah, in quei viaggi ricordo che il regime fascista fu complice», afferma a Repubblica Tatiana Bucci. Intervistata dal Giornale, Roccella respinge l’accusa di negazionismo: «Parole strumentalizzate, chiarirò con Segre. Non era mia intenzione negare la Shoah, ma denunciare chi usa il passato senza guardare all’antisemitismo di oggi».
La ministra dell’Università Anna Maria Bernini lancia una campagna contro le occupazioni pro-Palestina negli atenei, che bloccano lezioni e borse di studio. In una lettera alla Crui chiede di tutelare il diritto allo studio, riporta Libero. Secondo il quotidiano l’iniziativa di Bernini ha il sostegno di molti rettori. Occupazioni ancora in corso a Genova, Bologna e Firenze.
Moshe Zuares, presidente della Federcalcio israeliana, parla al Corriere della Sera alla vigilia della partita con l’Italia: poche speranze per i playoff, ma l’obiettivo resta l’Europeo 2028. Ricorda la difficoltà di preparare partite mentre in patria ci sono allarmi e attacchi: «I traumi ci fortificano». Zuares respinge le richieste di esclusione di Israele dalle competizioni, parlando di «ipocrisia: siamo stati noi ad essere attaccati il 7 ottobre» e accusa la federazione palestinese di aver sempre rifiutato il dialogo. Per Zuares il calcio deve restare «una piattaforma di connessione e crescita».