MUSICA – La sigla più famosa d’India opera di un ebreo boemo 

Nel 1936 Walter Kaufmann, compositore ebreo boemo rifugiato a Bombay, compose una sigla per All India Radio, una melodia basata sul raga Shivaranjini – una scala musicale utilizzata nella musica classica indiana – che da allora accompagna ogni mattina le trasmissioni radiofoniche indiane. Un brano ancora oggi noto e riconoscibile che è diventato un simbolo dell’incontro tra la tradizione musicale europea e quella indiana, eredità di un uomo che ha contribuito alla cultura del suo nuovo paese. Nato nel 1907 a Karlsbad, oggi Karlovy Vary, Kaufmann proveniva da una famiglia ebrea, che lo affidò a uno zio, Moritz, per lo studio del pianoforte e della direzione d’orchestra.
Negli anni Venti Kaufmann iniziò a dirigere stagioni d’opera tra Berlino, Karlsbad ed Eger, ma la sua carriera fu interrotta dall’ascesa del nazismo. Nel 1934, dopo aver scoperto che il suo relatore universitario era affiliato alla gioventù nazista, Kaufmann rinunciò al dottorato ed emigrò in India. A Bombay trovò un ambiente musicale vivace e ricettivo, nel 1935 assunse l’incarico di direttore della musica europea alla All India Radio, dove attinse alle sue radici europee unendole alle tradizioni musicali indiane. E fu in questo contesto che, nel 1936, compose la sigla di AIR, una melodia che avrebbe accompagnato le trasmissioni radiofoniche indiane per decenni. Oltre al suo lavoro alla radio, Kaufmann fondò la Bombay Chamber Music Society, che si esibiva regolarmente in pubblico. Collaborò con musicisti locali e rifugiati europei, tra cui Mehli Mehta, padre del celebre direttore d’orchestra Zubin Mehta, e la sua curiosità lo portò a esplorare e studiare i raga indiani, la musica tibetana, afghana e cinese, annotando osservazioni e dettagli senza mai forzare l’incontro tra culture, cercando di comprenderne la natura più profonda. Nel 1946, dopo dodici anni trascorsi in India, Kaufmann lasciò Bombay e proseguì la sua carriera in Inghilterra, in Canada e infine negli Stati Uniti, dove morì nel 1984, lasciando un patrimonio di composizioni e appunti che documentano una vita spesa tra la musica con una cura costante per i dettagli e per le culture incontrate lungo il cammino.