DAI GIORNALI DI OGGI – Bokertov 3 novembre 2025

Sono di Asaf Hamani, Omer Neutra e Oz Daniel i corpi consegnati nelle scorse ore da Hamas a Israele. «I fondamentalisti ne hanno ancora otto», ricorda tra gli altri il Corriere della Sera. In una nota emessa dall’ufficio del primo ministro israeliano dopo l’avvenuta identificazione dei resti viene ribadito che è «Hamas è obbligato a rispettare i suoi obblighi nei confronti dei mediatori e a rimpatriare i defunti» nel quadro dell’accordo raggiunto per il cessate il fuoco a Gaza.

Almeno 200 terroristi di Hamas sarebbero rimasti intrappolati nei tunnel nella zona gialla in controllo dell’esercito israeliano. «Hamas sta trattando per salvarli e ha chiesto ai mediatori un passaggio sicuro con i mezzi della Croce rossa», riferisce al riguardo Repubblica. Dal suo canto «Israele non ha ancora risposto, ma quattro giorni fa erano stati gli americani a proporre un corridoio per il ritiro dei miliziani nella zona occidentale, sotto controllo palestinese». Per Repubblica, si tratta del «negoziato più delicato» da quando il 10 ottobre è stata firmata la tregua.

In Israele ha tenuto ieri banco la scomparsa per alcune ore dell’ex procuratrice generale dell’esercito, Yifat Tomer-Yerushalmi, travolta dallo scandalo per la diffusione del video di Sde Teiman. Da giorni, come racconta La Stampa, «Israele è scosso dal paradosso della donna a capo del sistema giudiziario militare che, pensando di difendere l’esercito con la trasparenza, ha violato le regole della segretezza» e che «per cercare di proteggere la legalità, l’ha infranta».

«Zohran Mamdani mi ricorda Benito Mussolini, il suo sostegno è alimentato dal rancore». A dirlo alla Stampa, alla vigilia del voto per eleggere il nuovo sindaco di New York, è il celebre avvocato newyorkese Alan Dershowitz. Per il giurista, l’obiettivo di Mamdani «è mettere assieme una coalizione di haters, di odiatori, gente che vive sull’onda del rancore» e per questo «si rifiuta di condannare il terrorismo islamico e si accosta agli slogan che invocano l’intifada globale».

«Ci troviamo in un paese dove quasi la metà della popolazione pare voler credere che Bill Gates voglia impiantarci microchip, dove i No vax organizzano convegni in sale comunali, dove si discute seriamente se la Terra sia piatta», scrive Daniela Santus sul Foglio. «Però agli ebrei si impedisce la parola, come è accaduto a Emanuele Fiano a Ca’ Foscari» e ciò «è la dimostrazione che abbiamo perso gli anticorpi intellettuali necessari a distinguere il plausibile dall’assurdo».

Il Corriere intervista l’ex premier Massimo d’Alema. «Ancora si ricorda la sua passeggiata a braccetto con un capo di Hezbollah», chiosa Aldo Cazzullo. D’Alema la definisce «una polemica senza senso», sostenendo che fosse «una visita alle macerie di Beirut dopo un bombardamento israeliano, tra civili che cercavano i loro morti». D’Alema, che accusa Israele di stare compiendo una pulizia etnica a Gaza, rivendica di essere un difensore dei diritti del popolo palestinese in linea con la politica tracciata prima di lui da «Craxi, Andreotti, Moro, Berlinguer: la politica democratica italiana».