GIURISTI IN ISRAELE – Un viaggio tra memoria, diritto e realtà post 7 ottobre
Una delegazione di giuristi italiani – avvocati, docenti universitari e membri di organizzazioni ed associazioni come UCEI, AGE, ALA e Unione delle Associazioni Italia-Israele – ha appena concluso un viaggio di quasi una settimana in Israele con l’obiettivo di osservare, documentare e comprendere la realtà israeliana dopo il tragico pogrom del 7 ottobre 2023. Organizzata dall’Ambasciata di Israele in Italia in collaborazione con il Dipartimento Affari Legali del Ministero degli Esteri israeliano, la missione ha combinato visite sul campo, incontri istituzionali e confronti con rappresentanti di comunità sociali, offrendo ai partecipanti una visione diretta della situazione nei luoghi colpiti e della risposta dello Stato e delle comunità locali.
La prima tappa della delegazione ha toccato i territori limitrofi alla Striscia di Gaza, dove la violenza di Hamas ha colpito tragicamente: al Nova Festival e nei kibbutz di Nir Oz e Kfar Aza, luoghi di festa e di vita quotidiana, dove centinaia di giovani furono uccisi durante l’attacco e molte famiglie decimate o rapite, la delegazione ha ascoltato testimonianze strazianti dei sopravvissuti.
Le visite sul campo hanno reso tangibile l’orrore di quella giornata: case danneggiate, bruciate, vuote di persone ma ancora piene di oggetti di vita quotidiana, memoriali con i volti sorridenti delle vittime e luoghi di ricordo che raccontano dolore, resilienza e memoria collettiva.
Tra i vari luoghi visitati, colpiscono in particolare la distesa vicino al kibbutz di Re’im, dove in breve tempo la gioia sfrenata di un festival musicale giovanile divenne teatro di una violenza duratura ed indiscriminata, e l’abitazione della famiglia Bibas, diventata famosa suo malgrado.
Per i giuristi, abituati a documenti e prove, l’esperienza diretta si è rivelata un incontro con la storia vissuta e con le conseguenze drammatiche della violenza terroristica.
Incontri istituzionali: diritto e responsabilità
Parallelamente alle visite sul campo, la delegazione ha partecipato a una serie di incontri presso il Ministero degli Esteri e il Ministero della Giustizia israeliani, confrontandosi con esperti sul fenomeno dell’antisemitismo, sia nelle università sia sui social media, e sulle strategie di tutela dei diritti fondamentali.
Gli incontri hanno approfondito tematiche cruciali: il riconoscimento giuridico delle micro-discriminazioni, la protezione delle minoranze, il contrasto a fenomeni di boicottaggio accademico e culturale e la necessità di definizioni condivise di antisemitismo a livello internazionale.
Un tema ricorrente è stato quello della responsabilità: dal rispetto delle leggi di guerra da parte delle Idf alla documentazione delle violazioni da parte di Hamas, passando per la gestione critica delle informazioni diffuse da organismi internazionali.
La visita alla Corte Suprema e l’incontro con un giudice di origine russa hanno rappresentato un momento di particolare interesse: il giudice ha risposto alle numerose domande offrendo un ampio panorama sulle caratteristiche del mondo giuridico israeliano, che sviluppa principi democratici e garantisce diritti fondamentali in un sistema privo di costituzione e recentemente oggetto di ipotesi di riforma.
Approfondimenti sulla sicurezza e sulle minoranze
Il viaggio ha incluso incontri con le forze di sicurezza israeliane, con il Cogat (Coordinator of Government Activities in the Territories) e con il Dinah Project, un gruppo di donne esperte nei settori del diritto, della parità di genere e della società civile, che combinando conoscenze e competenze multidisciplinari ad un profondo impegno, è diventato la principale risorsa per il riconoscimento e la giustizia delle vittime del 7 ottobre e delle future vittime di violenza sessuale legata al conflitto.
Questi momenti hanno permesso di comprendere le complessità del diritto internazionale umanitario applicato in situazioni di conflitto, il ruolo delle istituzioni e delle organizzazioni indipendenti nella protezione dei civili e la difficoltà di garantire giustizia e sicurezza in contesti altamente pericolosi.
La visita al nord, al confine con il Libano, ha permesso di incontrare esponenti della comunità drusa ed osservare la convivenza tra minoranze e Stato: la piena integrazione dei drusi nella società israeliana è confermata dal loro impegno militare e dalla loro vocazione ad una naturale coesistenza di ogni comunità sul territorio.
La visita al confine israelo-libanese ha quindi permesso di comprendere dal vivo la dimensione di un fronte sempre caldo, caratterizzato dalla esigenza di protezione dei civili in aree soggette al lancio indiscriminato di razzi da parte di Hezbollah.
Significato e impatto della missione
L’esperienza israeliana ha fornito alla delegazione italiana un’occasione unica per confrontarsi con la realtà dei conflitti contemporanei, con i limiti e le responsabilità del diritto internazionale e con la memoria dei sopravvissuti. La combinazione di visite sul campo e incontri istituzionali ha permesso di cogliere il legame indissolubile tra memoria, testimonianza e tutela giuridica.
Per il gruppo di giuristi italiani il viaggio è stato un’occasione di riflessione su come la professione possa contribuire alla comprensione dei conflitti, alla difesa dei diritti e alla sensibilizzazione pubblica: tornando in Italia, la delegazione porterà non solo dati e analisi, ma soprattutto esperienze vissute e storie di resilienza che rendono la conoscenza della realtà israeliana immediata, concreta e umanamente coinvolgente.
Davide Jona Falco