CINEMA – Il premio Interfedi a Torino, Disegni: «Serve contro l’odio»

Torna anche nella 43a edizione del Torino Film Festival (21-29 novembre) il “Premio per il rispetto delle minoranze e per la laicità”, nato nel 2013 su iniziativa della Chiesa Valdese e della Comunità ebraica di Torino, con la partecipazione del Comitato Interfedi della Città di Torino. Seleziona film che raccontano minoranze, discriminazione, libertà di fede e laicità in un dialogo serrato fra le rappresentazioni del mondo contemporaneo, con particolare attenzione alle relazioni tra singolo e comunità e tra memoria e presente nell’ambito del comune impegno a contrastare ogni forma di odio, intolleranza, razzismo, antisemitismo, islamofobia e xenofobia. Uno spazio prezioso, come spiega Dario Disegni, presidente della Comunità ebraica di Torino: «Si tratta di un’iniziativa che si tiene già da diverso tempo ma che quest’anno assume un’importanza ancora maggiore rispetto al passato, visto che purtroppo il quadro di riferimento è caratterizzato da una crescente incidenza di episodi di odio, intolleranza, razzismo e antisemitismo». La giuria Interfedi, che sceglie quest’anno tra i nove lungometraggi attinenti al tema del premio presenti al Torino Film Festival, non valuta tanto le qualità formali dei film quanto il modo in cui le storie affrontano la relazione tra individuo, comunità e fedi nel 2024 ha assegnato il premio – una targa, che viene consegnata durante le premiazioni del festival – a L’Aiguille di Abdelhamid Bouchnack, «perché sottolinea il diritto fondamentale della persona all’autodeterminazione, denuncia stereotipi e pregiudizi sociali e richiama la responsabilità individuale di fede, senza cercare risposte preconfezionate dalla religione di appartenenza». Nel 2023  il premio era andato a Amen,  di Andrea Baroni, perché «attraverso l’efficace rappresentazione dell’uso della religione come strumento per condizionare una comunità familiare chiusa, campione paradigmatico di tutta la società, richiama temi centrali del nostro tempo, evidenziando la realtà e le conseguenze della religione autoprodotta, dell’integralismo, dell’intolleranza, della giustificazione religiosa di atti efferati». Aggiunge Disegni: «Richiamare l’attenzione sulle forme di discriminazione e violenza, anche attraverso un festival cinematografico prestigioso come il TFF, può fornire un segnale rilevante sul clima che stiamo vivendo e sulla preoccupazione che tale situazione dovrebbe suscitare nei cittadini. È un fenomeno che si è instaurato da tempo e continua a crescere, è importante sensibilizzare le coscienze. Noi cerchiamo sempre di indicare una persona diversa ogni anno, per la giuria, scegliendo tra i giovani della comunità che percepiscono in modo particolare questo clima di discriminazione e intolleranza». Nel corso degli anni, la Giuria Interfedi – per il 2025 composta da Chiara Levi (in rappresentanza della Comunità Ebraica), Walter Nuzzo (Comitato Interfedi) e Andrea Rotondaro (Chiesa Valdese) – è stata un tassello importante di quel dialogo continuo tra comunità che a Torino è parte integrante della vita cittadina.

a.t.