DAI GIORNALI DI OGGI – Bokertov 4 dicembre 2025

Alcuni giornali si soffermano sullo storico incontro tra funzionari israeliani e libanesi nell’ambito del monitoraggio per la verifica del cessate il fuoco siglato nel 2024. «Il faccia a faccia si è svolto nella sede delle Nazioni Unite di Naqoura e ha rappresentato il primo confronto diretto fra i due paesi dopo decenni di rottura diplomatica, lasciando trasparire ipotesi di una apertura nei rapporti», sottolinea il Sole 24 Ore. Come riporta La Stampa, «emissari di Israele e Libano non sedevano allo stesso tavolo e alla luce del sole dalla conferenza di Madrid del 1991».

Sono stati identificati i resti dell’ostaggio restituito ieri da Hamas: si tratta del cittadino thailandese Sudthisak Rinthalak, 42 anni, assassinato nelle vicinanze del kibbutz Be’eri. Manca adesso «una sola salma per chiudere la fatidica Fase 1 dell’accordo di pace per Gaza promosso da Donald Trump», ricorda il Giornale. Aggiungendo che il vero banco di prova per la “pace duratura” sarà ora la Fase 2, tra molte incognite e problemi.

«I violenti che hanno assaltato La Stampa hanno danneggiato la stessa causa palestinese che sbandierano di voler difendere. Occorre reagire come collettività e civiltà». A dirlo alla Stampa è l’imam della Coreis, Yahya Yahe Pallavicini. Ieri il religioso islamico è stato all’Università La Sapienza di Roma con il rabbino capo della capitale Riccardo di Segni e l’arcivescovo Vincenzo Paglia, per discutere di «scelte collettive».

Il Tempo segnala che “i giovani palestinesi italiani” si sono riuniti in un’aula della facoltà di Filosofia dell’Università di Bologna per organizzare la strategia con la quale boicottare il match di Eurolega del 12 dicembre contro l’Hapoel Tel Aviv «come hanno già tentato di fare in occasione della gara di Basket Virtus-Maccabi Tel Aviv, ma che si è regolarmente svolta grazie alla ferma posizione del ministro dell’Interno Matteo Piantedosi».

Dopo il no della sindaca Sara Funaro, il Comune di Firenze ha rinviato il voto per l’assegnazione della cittadinanza onoraria della città alla special rapporteur per i palestinesi Francesca Albanese. «Un rinvio che sa di diniego definitivo», sentenzia il Giornale.

«Quando pensi che l’Onu abbia raggiunto il punto più basso con Francesca Albanese, arriva Reem Alsalem», chiosa il Foglio. La relatrice speciale delle Nazioni Unite sulla violenza contro le donne ha sostenuto che «nessuna indagine indipendente» avrebbe dimostrato il compimento di stupri da parte dei terroristi di Hamas nei massacri del 7 ottobre 2023.

“Norvegesi generosi: un terzo della finanziaria è propal”, titola Libero, fornendo alcuni numeri sulle recenti misure adottate dal paese scandinavo. «I due partiti di governo (laburisti e centristi) e i comunisti di Rodt hanno firmato un accordo che li impegna a votare una finanziaria 2026 nella quale dodici delle diciassette clausole di spesa sono inerenti ad aspetti consueti della vita pubblica di un paese come l’assistenza sanitaria e sociale, il commercio, l’ambiente, l’istruzione, la difesa, mentre cinque riguardano Israele e Gaza».

«Tra le ong in cui Hamas era riuscita a piazzare un proprio “affiliato” c’è l’italiana Fondazione Cesvi, con sede in Bergamo e attiva in tutto il mondo». Lo scrive Libero, citando il lavoro di recupero e declassificazione di alcuni documenti operato dalle Forze di difesa israeliane. Libero propone anche un racconto dal kibbutz Sasa, al confine con il Libano, dove tra i soldati d’Israele c’è un «arabo, cristiano melchita» che gestisce un pub irlandese.

L’ex ministro degli Esteri Gianfranco Fini sarà uno dei protagonisti di Atreju, l’evento romano organizzato da Fratelli d’Italia. Alla Stampa, Fini dice: «Sono felice che ci sia Abu Mazen. È la testimonianza di come, per la destra, va declinata la questione: il sacrosanto diritto dei palestinesi ad avere uno Stato e quello sacrosanto di Israele di esistere e vivere in pace».

Il Foglio racconta come gli ebrei romani residenti nel quartiere Monteverde hanno reagito all’atto vandalico al Tempio Beth Michael. «Giriamo per i diversi locali kosher del quartiere, cerchiamo di parlare con i proprietari», si legge. «Ma gli esercenti sono spaventati».