DAFDAF 163 – Essere la luce

“Avere pazienza, andare per gradi”. Così si intitola il testo che apre il nuovo numero di DafDaf, il 163, dedicato interamente a Chanukkah, una delle feste più amate dai nostri giovani lettori sia per l’atmosfera, che – ammettiamolo – per i regali. Si tratta di una festa che ha un significato importante e a cui il giornale ebraico dei bambini ha sempre dedicato molta attenzione, così questo mese abbiamo deciso di proporvi alcune delle pagine che negli anni abbiamo pubblicato, per festeggiare insieme una ricorrenza che porta a noi tutti un poco di luce in più. Dopo la copertina, di Giorgio Albertini, il numero si apre proprio con la riflessione di rav Benedetto Carucci, che vi riproponiamo oggi integralmente, per poi proporre un “ripasso” della storia e delle regole della festa grazie al prezioso lavoro del team di Zeraim. Non possono ovviamente mancare le ricette, da quella “senza parole” – i latkes di Daniela Melazzi – alle sfenz di Benedetta Guetta, di labna.it, una profumata memoria di Tripoli. Nelle pagine centrali abbiamo ripreso invece un gioco che avevamo creato nell’oramai lontano 2011 insieme a Viola Sgarbi, apposta per DafDaf: funziona come il gioco dell’oca, ma il percorso si snoda lungo il calendario ebraico e ogni mese porta caselle “amiche” e piccole trappole… È “il gioco dell’anno” e nelle pagine successive ci sono anche il dado, da costruire, e le istruzioni. Il compianto rav Elia Richetti zl aveva regalato al giornale ebraico dei bambini un racconto, La storia di Pippo, che abbiamo deciso di riproporre in sua memoria prima di chiudere il numero con altre ricette dolci e salate ma tutte rigorosamente fritte, un dono di Claudia De Benedetti.

Avere pazienza, andare per gradi – il testo di rav Benedetto Carucci

“Come tutti sapete, la mitzvah di Chanukkah è accendere i lumi della chanukkiah. Usiamo accendere la prima sera una candela, la seconda due candele e così via, fino ad arrivare alla ottava sera con otto candele accese (naturalmente più lo shammash). Questo modo di accendere i lumi è stato stabilito da un grande maestro, Hillel. Hillel pensa che per arrivare alla completezza, alla luce più luminosa, è necessario compiere tanti passi successivi, uno dopo l’altro: non è possibile arrivare con un solo balzo da uno a otto. È un buon insegnamento per tutti e per ogni giorno: spesso, infatti, pensiamo che sia possibile, e magari anche semplice, arrivare in breve tempo ai risultati migliori. Non è così: bisogna avere pazienza e saper costruire lentamente ogni cosa; a volte un salto improvviso ci fa cadere, piuttosto che farci avanzare. Questo modo di accendere i lumi e di procedere nella vita è anche una buona indicazione per lo studio e per la nostra educazione ebraica. Dobbiamo imparare per gradi, una cosa dopo l’altra: prima la Torah, poi la Mishnah, poi il Talmud. Esattamente come aggiungiamo solo una candela a quelle accese il giorno precedente, ogni giorno di Chanukkah”.