DAI GIORNALI DI OGGI – Bokertov 18 dicembre 2025
Nel Pd salta l’intesa sul ddl contro l’antisemitismo di Graziano Delrio. La dirigenza dem, con il capogruppo al Senato Francesco Boccia, frena sul testo e propone una legge più ampia che metta insieme tutte le discriminazioni, evitando di riconoscere una specificità all’antisemitismo e di equiparare antisionismo e odio antiebraico. Delrio, scrive il Corriere della Sera, ha respinto questa modifica e non ha ritirato il suo disegno di legge: «Su una questione del genere non si possono fare calcoli di partito», ha avvertito il senatore Pd, ribadendo che il no all’antisemitismo deve essere «chiaro e inequivocabile». La spaccatura resta aperta e il confronto interno ai dem si preannuncia lungo e difficile, conclude il Corriere.
La conferenza di Doha convocata dal Centcom per discutere le fasi successive del Piano Trump per Gaza si è chiusa senza risultati concreti, scrivono Stampa e Repubblica. Analisti e funzionari la definiscono «inconcludente», incapace di chiarire mandato e compiti della Forza Internazionale di Stabilizzazione (Isf) chiamata al disarmo di Hamas. Gli Stati Uniti hanno chiesto a oltre 70 Paesi contributi volontari, e l’Italia – insieme a Egitto, Qatar, Emirati, Regno Unito e Germania – si è detta disponibile a entrare nel Board of Peace che dovrebbe supervisionare la transizione postbellica, con Roma pronta anche a inviare carabinieri. Per la Stampa, il nodo centrale resta l’assenza di un mandato chiaro della missione, che frena ogni decisione operativa e fa slittare l’avanzamento del piano dalla fase uno alla fase due, probabilmente non prima del 2026.
I quotidiani raccontano un peggioramento della crisi a Gaza con l’arrivo di piogge e freddo: un neonato di due settimane è morto assiderato in una tenda tra gli sfollati, come già accaduto a un’altra bambina di otto mesi, mentre crolli di edifici danneggiati hanno causato altre vittime (Corriere della Sera). Ue e Onu chiedono a Israele di far entrare più aiuti. Gerusalemme replica con i dati del Cogat con centinaia di migliaia di tende e materiali approvati per l’ingresso, ma ong indipendenti contestano le cifre e sostengono che non è rispettata la soglia dei 600 camion al giorno. I Patriarchi delle Chiese di Gerusalemme lanciano infine un appello umanitario per consentire ai bambini malati di leucemia di uscire dalla Striscia per cure urgenti.
Il presidente israeliano Isaac Herzog e papa Leone XIV si sono scambiati gli auguri di Hanukkah e Natale: durante la telefonata, riferisce Libero, il pontefice ha condannato «ogni forma di antisemitismo», richiamando l’allarme dopo l’attentato di Sydney, mentre Herzog ha sottolineato «la grande importanza del rapporto di Israele con la Santa Sede» e l’«orgoglio» per le comunità cristiane in Israele.
«I cortocircuiti dei vescovi italiani sulla lotta all’antisemitismo», titola il Foglio, parlando di messaggi contraddittori da parte della Cei. Nel messaggio per la Giornata del dialogo ebraico-cristiano, i vescovi ammettono che «non sono mancate prese di posizione che hanno fomentato rigurgiti di antisemitismo» e ribadiscono la «ferma e decisa condanna dell’atto terroristico e ignobile del 7 ottobre». Ma il Foglio sottolinea la contraddizione con la difesa dell’imam di Torino Mohamed Shahin da parte di monsignor Derio Olivero, che lo definisce «uomo per il dialogo» e richiama la «libertà di espressione», nonostante l’imam abbia detto: «Io personalmente sono d’accordo con quello che è successo il 7 ottobre». Una contraddizione che, conclude il quotidiano, indebolisce la credibilità dell’impegno ecclesiale contro l’antisemitismo.
Si continua a parlare sui giornali dell’esito del voto della Comunità ebraica di Milano, con la conferma di Walker Meghnagi alla presidenza. Il Foglio chiede a Milo Hasbani, già presidente della Comunità, un’analisi del risultato elettorale: «Il voto ha premiato la posizione ferma contro l’antisemitismo tenuta da Meghnagi. Non ne farei una lettura politica: hanno pesato altri fattori come il 7 ottobre, l’ostilità verso la nostra comunità che viene spesso confusa con Israele o addirittura con il suo governo». Per il quotidiano, una delle principali sfide della nuova presidenza Meghnagi sarà il rapporto con il sindaco Beppe Sala, segnato negli ultimi anni da tensioni e polemiche, ma anche, spiega Hasbani, dalla necessità di ricostruire un dialogo in un clima diventato più difficile per la comunità ebraica milanese.
Fiamma Nirenstein, sul Giornale, critica l’idea di separare ebrei e Israele per combattere l’antisemitismo. Per lei è «una follia» perché «ebrei e Israele sono una cosa sola» e l’antisemitismo va combattuto «difendendo Israele», non accettando la sua criminalizzazione come «genocida» o «coloniale».
«Dopo l’attacco in Australia contro gli ebrei, prenderà iniziative per proteggerli a New York?», è una delle domande poste al prossimo sindaco della Grande Mela, Zohran Mamdani, nel corso di una conferenza stampa raccontata da Repubblica. Mamdani ha replicato dicendosi «grato di aver celebrato con alcuni ebrei newyorkesi la festa di Hanukkah» e sostenendo che «il nostro obiettivo non possa essere solo quello della sicurezza. Deve esserci anche un vero senso di appartenenza». Sulle polemiche legate a sue passate dichiarazioni, prende le distanze dall’espressione «jihad globale», che dice «di scoraggiare e di non utilizzare. Continuo a concentrarmi sul lavoro che svolgo per tenere al sicuro gli ebrei newyorkesi. L’altro giorno ne ho incontrato uno che aveva visto morire membri della sua stessa famiglia nell’orribile atto di terrore antisemita in Australia».
Dai kibbutz presi d’assalto da Hamas alla spiaggia di Sydney, negli ultimi due anni diversi sopravvissuti alla Shoah sono stati uccisi o feriti, segno di un antisemitismo che riemerge in forme diverse. Il risultato, sostiene il Foglio, della «globalizzazione dell’Intifada. La Shoah 2.0».
Mombaroccio, piccolo comune delle colline pesaresi, ha ricevuto la Medaglia d’oro al Merito Civile per aver salvato migliaia di persone durante la Seconda guerra mondiale. Tra il 1943 e il 1944, riporta Avvenire, accolse circa seimila sfollati, tra cui ebrei, antifascisti, partigiani e disertori, grazie a una rete di solidarietà guidata dal convento del Beato Sante, dal vescovo di Pesaro Bonaventura Porta e da molti cittadini che rischiarono la vita.
Il Giornale pone la lente sull’imam di Lecce, Saiffedine Maaroufi, definito un imam «politico» che «studia da leader» e che sui social arriva a pubblicare un elogio del capo di Hamas Ismail Haniyeh, accolto «da Allah in Paradiso». Il quotidiano ricostruisce una rete di relazioni che va da Lecce a Torino, tra difesa dell’imam Shahin, attacchi al governo e messaggi ambigui su terrorismo.
Secondo il Tempo, a un convegno in cui è intervenuta in videocollegamento la relatrice Onu Francesca Albanese era presente in prima fila Muhammad Abu Nusaira, comandante della brigata Liwa al-Nasser Salah al-Deen, alleata di Hamas e legata ai leader Sinwar e Haniyeh. L’articolo sottolinea che la sua presenza pone «un problema di contesto» sull’ambiente in cui l’intervento Onu è stato collocato, frequentato da dirigenti di organizzazioni armate della Striscia di Gaza.
La mente nazi di Laurence Rees (Bompiani) e Il fascismo e noi di Roberto Esposito (Einaudi) sono due nuove saggi che indagano, racconta Avvenire, le radici profonde del nazismo e del fascismo, mostrando come le pulsioni che li hanno resi possibili non appartengano solo al passato ma continuino a interrogare il presente.